Mamme in forma

Arriva un bebè e tutto cambia: la vita quotidiana, le priorità, il rapporto di coppia. Le donne lo sanno. Così come sono consapevoli che probabilmente anche il corpo non sarà più lo stesso.

La gravidanza è un periodo caratterizzato da grandi squilibri ormonali i cui effetti possono lasciare il segno anche sulla silhouette. L’addome, subisce una trazione e un rilassamento che spesso si manifestano con eccesso cutaneo, accumuli adiposi, muscolatura e tessuti rilassati; il seno, da generoso e pieno, dopo l’allattamento, può perdere tonicità, appare svuotato e cascante, quasi invecchiato precocemente; e i fianchi e le cosce si possono coprire di cellulite e cuscinetti localizzati.

Quando gli inestetismi sono marcati, tanto da non riuscire ad accettarli serenamente, in aiuto arriva la chirurgia estetica e la soluzione più efficace è ricorrere al “ritocchino”.
“Ritrovare la silhouette pre-gravidanza non è così semplice – afferma il dott. Vicenzo Colabianchi, chirurgo plastico ed estetico – e talvolta l’entità dei difetti è tale da avere ripercussioni anche a livello psicologico. Le mamme del nuovo millennio sono sempre più attente al loro aspetto, e se piacersi nuovamente significa ricorrere alla chirurgia estetica, non ci pensano due volte. Già a poche settimane dal parto prendono un appuntamento. Ritrovare l’immagine di sé persa o appannata con i nove mesi di gestazione, recuperare l’identità di donna, sentirsi femminili e desiderabili agli occhi del partner e riconquistare la fiducia in se stesse e l’autostima è fondamentale”.
Una priorità ormai diffusa, tanto che stanno prendendo sempre più piede gli interventi volti a rimodellare chirurgicamente le zone più segnate. “A lanciare questa tendenza e vere “pioniere” – continua il dott. Colabianchi – le mamme “a stelle e strisce” che negli States ormai da anni hanno a disposizione i “Mommy Job” o “Mommy Makeover”, pacchetti all inclusive che prevedono principalmente: addominoplastica, mastoplastica o mastopessi e liposuzione. I tre interventi che vanno per la maggiore anche tra le neo-mamme italiane”. Vediamoli in dettaglio.

La cute dell’addome è geneticamente programmata per affrontare lo stress del pancione, ma a volte i cambiamenti delle forme sono importanti e repentini e, dopo il parto, ci si trova con la pelle cadente, priva di tono ed elasticità (tanto che nei casi più estremi il ventre arriva ad assumere l’aspetto “a grembiule”). Non solo. La muscolatura è rilassata, il ventre assume un effetto sporgente e persistono accumuli adiposi localizzati e recidivi. Chi risponde all’SOS silhouette perfetta? “L’addominoplastica – spiega il dott. Colabianchi – e la sua versione “mini” se il difetto da correggere è limitato, un intervento di “body contouring” che permette di migliorare nettamente l’aspetto e i profili del corpo e di rimodellare l’addome. Consente di rimuovere l’eccesso di cute e di adipe e di contrastare la lassità dei muscoli della parete addominale riavvicinando le fasce muscolari alla linea mediana da cui si sono allontanate a causa della diastasi, restituendo così tono e definizione. L’intervento a seconda della tipologia viene eseguito in anestesia generale in regime di Day Hospital o Day Surgery e la cicatrice che ne risulta è una sola, orizzontale, posizionata al di sopra della zona pubica con l’accortezza da parte del chirurgo di far sì che venga nascosta dallo slip”.

Anche il décolleté viene messo a dura prova dalla maternità e, più che mai, dall’allattamento. Dopo mesi in cui lo si è avuto sodo, svettante e generoso, non è raro ritrovarselo cadente, rilassato, svuotato. La soluzione? “La mastopessi”, afferma il dott. Colabianchi. “Nota anche come “lifting del seno”, permette di risollevarlo e rimodellarlo restituendogli forma e definizione. Mirata a rimuovere la cute in eccesso, a ridisegnare i profili per offrire armonia alla silhouette, può essere abbinata alla mastolastica additiva che, tramite l’inserimento di protesi, offre la possibilità di aumentare i volumi naturali regalandosi una o più taglie. Viene eseguita in anestesia generale e prevede una notte di ricovero. L’incisione può essere praticata solo intorno all’areola (nel caso di una ptosi ridotta) oppure estendersi anche verticalmente fino al solco mammario e orizzontalmente lungo la piega inferiore del seno (quasi a formare una “T”). In entrambi i casi l’esito cicatriziale sarà minimo e nascosto dal reggiseno”.

Se il problema non è il rilassamento cutaneo quanto piuttosto cuscinetti, adiposità localizzate e cellulite su addome, fianchi e cosce, in aiuto arriva la liposuzione. “Conosciuta anche come liposcultura – spiega il dott. Colabianchi – la liposuzione è una procedura chirurgica di rimodellamento corporeo. Attraverso cannule di differenti dimensioni che, con un’azione meccanica frantumano l’adipe e lo aspirano in modo omogeneo, permette di rimuovere accumuli adiposi indesiderati ridisegnando i profili della silhouette, riequilibrandone le proporzioni e restituendole armonia. Permette la massima personalizzazione dei risultati e può essere abbinata al lipofilling, dove il tessuto adiposo prelevato può essere ricollocato in altre zone del corpo che necessitano di essere riempite quali, ad esempio, seno, glutei o viso. Viene eseguita in Day-Hospital in anestesia locale o generale a seconda della complessità dell’intervento, dal numero e dall’estensione delle zone da trattare e dalla quantità di adipe da eliminare, e non lascia cicatrici visibili”.
Dott. Vincenzo Colabianchi – Attualmente è uno dei più quotati e qualificati professionisti del panorama italiano e internazionale della chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva, membro delle più stimate società scientifiche: ISAPS (Società Internazionale di Chirurgia plastica Estetica), AICPE (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica) e SBCP (Società Brasiliana di Chirurgia Plastica). Dopo aver conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Bologna nel 1983 e, nell’89, la Laurea Specialistica in Chirurgia Generale, si trasferisce in Brasile dove esercita e collabora con istituti universitari e ospedali a San Paolo (S. Catarina Hospital, Dos Defetos de Facia, Ospedale San Bernardo) e con la clinica del prof. Ivo Pitanguy a Rio de Janeiro, affiancadovi numerose esperienze professionali negli Stati Uniti (Università di Miami e Manhattan Eye, Ear and Throat Hospital di New York) e in Francia (Università di Caen). Attualmente svolge la propria in tre differenti sedi: una a Bologna, una a Spoleto e una a Faenza.

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