Tumore al polmone, scoperto ‘punto debole’ per bloccarlo anche nei casi più difficili

C’è una nuova sfida  contro il tumore del polmone: aggredirlo sfruttando un solco, in apparenza assente, della proteina KRASG12C,  responsabile di migliaia di nuovi casi l’anno  finora refrattari a ogni trattamento farmacologico.

Attualmente in Italia si registrano ogni anno 42.500 nuove diagnosi di tumore al polmone, di queste 35mila riguardano il tumore al polmone non a piccole cellule che in circa 3.000 casi è provocato dalla mutazione specifica KRAS.G12C

 La promettente attività antitumorale della nuova molecola riferita anche su Nature, è stata confermata e rafforzata dai recenti incoraggianti risultati dello studio di fase 1 che  dimostrano il controllo della malattia nel 100% dei pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule.

 Nello stesso tempo è partito l’arruolamento in uno studio di fase III che coinvolgerà 300 centri e 650 pazienti e che vede l’Italia impegnata con 15 centri partecipanti, coordinati dall’Università di Torino. A fronte di questi passi in avanti, tuttavia, nel nostro Paese la diagnosi è spesso tardiva e l’accesso ai test molecolari, per tipizzare la neoplasia e individuare i target per terapie mirate, non è omogeneo su tutto il territorio nazionale né rimborsabile in tutte le Regioni.

La nuova molecola lega in maniera irreversibile KRASG12C, bloccandola in uno stato inattivo. In questo modo la proteina non è più in grado di inviare segnali che innescano la divisione cellulare e la crescita tumorale nei carcinomi provocati dalla sua mutazione, come il tumore del polmone non a piccole cellule – spiega Silvia Novello,  Direttore Unità Oncologia Toracica, San Luigi di Orbassano (TO), Presidente dell’Associazione WALCE – Women against lung cancer e coordinatrice nazionale dello Studio  AMG510 ha dimostrato l’efficacia contro il tumore polmonare non a piccole cellule nel 100% dei pazienti in cui il carcinoma si era diffuso nonostante fossero stati già sottoposti ad almeno due trattamenti ”.

La terapia ha ridotto il tumore nel 54% dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, 7 dei 13 pazienti valutabili che hanno ricevuto 960 mg e ha arrestato la crescita tumorale nel restante 46%, 6 dei 13 pazienti valutabili che hanno ricevuto 960 mg dimostrando un controllo della malattia nel 100% dei pazienti.

Sulla base dei dati disponibili, la Food and Drug Administration statunitense ha concesso ad Amg510 lo status di farmaco orfano per il carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico pretrattato; questo ha impresso un’accelerazione agli studi e ha consentito l’avvio delle sperimentazioni cliniche, anche perché c’è un reale bisogno clinico insoddisfatto di terapie tumorali selettive. “A oggi non esistono opzioni terapeutiche specificamente dirette contro la

Sulla base dei dati disponibili, la Food and Drug Administration statunitense ha concesso ad Amg510 lo status di farmaco orfano per il carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico pretrattato; questo ha impresso un’accelerazione agli studi e ha consentito l’avvio delle sperimentazioni cliniche, anche perché c’è un reale bisogno clinico insoddisfatto di terapie tumorali selettive. “A oggi non esistono opzioni terapeutiche specificamente dirette contro la proteina KRAS mutata e i dati preliminari per AMG510 accendono una speranza dopo tanti anni di insuccessi – aggiunge Umberto Malapelle, “Supervisor” del Laboratorio di Patologia Molecolare Predittiva del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – La diagnosi delle mutazioni di KRAS è una nuova sfida per chi si occupa di patologia predittiva per il tumore al polmone in stadio avanzato, perché bisogna ottimizzare la gestione del tessuto che abbiamo a disposizione, per riuscire ad analizzare simultaneamente il crescente numero dei necessari marcatori predittivi, integrando differenti tecnologie di biologia molecolare di nuova generazione. Un aspetto che richiede particolare attenzione è rappresentato dalla rimborsabilità di questa tipologia di analisi che al momento non è omogenea su tutto il territorio nazionale”.


mutata e i dati preliminari per AMG510 accendono una speranza dopo tanti anni di insuccessi 
– aggiunge Umberto Malapelle, “Supervisor” del Laboratorio di Patologia Molecolare Predittiva del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – La diagnosi delle mutazioni di KRAS è una nuova sfida per chi si occupa di patologia predittiva per il tumore al polmone in stadio avanzato, perché bisogna ottimizzare la gestione del tessuto che abbiamo a disposizione, per riuscire ad analizzare simultaneamente il crescente numero dei necessari marcatori predittivi, integrando differenti tecnologie di biologia molecolare di nuova generazione. Un aspetto che richiede particolare attenzione è rappresentato dalla rimborsabilità di questa tipologia di analisi che al momento non è omogenea su tutto il territorio nazionale”.

 

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