Tumore metastatico del colon-retto: un Position Paper e un corto raccontano bisogni ed esperienze dei pazienti

Il tumore del colon-retto (CRC), secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, è la terza neoplasia più diffusa al mondo. In Europa, è stato il secondo cancro più comune nel 2022, con circa 538.000 nuovi casi e 248mila decessi. In Italia migliaia di persone convivono con tumore metastatico al colon-retto, neoplasia per la quale mancano da oltre 10 anni innovazioni terapeutiche specifiche.

Per dare ascolto ai bisogni e fornire risposte alle richieste delle persone che convivono con questa patologia nasce la campagna di sensibilizzazione Takeda  “Più – Più cura. Più tempo. Più vita”, che individua le aree di intervento necessarie. La campagna, ha il patrocinio di: AIIAO – Associazione Italiana Infermieri di Area Oncologica,  A.I.Stom. – Associazione Italiana Stomizzati, AMICI Italia – Associazione nazionale  per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, Fondazione ANT, Europa Colon – Italia APS, FAVO – Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, ROPI – Rete Oncologica Pazienti Italia, SIPO – Società Italiana di Psico-Oncologia.

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LA NOTIZIA IN UN MINUTO

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In pratica, dunque, Più cura, con la promozione di un approccio non limitato al trattamento medico, ma che integri competenze multidisciplinari e risposte personalizzate. Più tempo, migliorando le prospettive dei pazienti attraverso la diagnosi precoce e l’accesso all’innovazione terapeutica. Più vita, aiutando i pazienti a vivere al meglio tutto il tempo del loro percorso.

 In Italia la sopravvivenza sta progressivamente aumentando negli anni, merito dei programmi di screening, dei miglioramenti della chirurgia e dei progressi delle terapie mediche. Tuttavia, a fronte di una diminuzione delle nuove diagnosi nella fascia d’età tra i 50 e i 60 anni, si inizia ad osservare un aumento di questi tumori. Ribattezzati early-onset, o tumori ad insorgenza precoce, colpiscono le persone giovani-adulte, fra i 20 e i 45 anni.

Obiettivo dell’iniziativa è, dunque, favorire la creazione di spazi di vita per i pazienti, in cui la qualità dell’esistenza e il benessere globale siano centrali all’interno di un approccio integrato che possa “prendersi cura di ogni aspetto della cura”.

Nei casi di malattia più avanzata, come il carcinoma metastatico del colon-retto (mCRC), l’obiettivo principale è rallentare la crescita del tumore e prevenire o ritardare la formazione di nuove metastasi, mantenendo al contempo la qualità di vita. È questa la logica dell’approccio integrato, che si declina nel modello assistenziale del continuum of care.

«La continuità di cure è un approccio il cui modello è stato studiato, validato e oggi largamente utilizzato proprio nel tumore del colon-retto. In particolare nel carcinoma metastatico del colon-retto – spiega Gianluca Masi, Direttore U.O. Oncologia Medica 2, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana – Si tratta di un approccio che contribuisce al calo costante della mortalità registrato anno dopo anno. Quando la malattia è avanzata e ha già diffuso metastasi è più difficilmente guaribile e più complesso gestirla. Questi pazienti beneficiano del continuum of care, che consiste in strategie che prevedono l’uso sequenziale di tutti i farmaci attivi, cercando di personalizzare al massimo le sequenze terapeutiche sulla base di elementi clinici e/o biologici».

Questo fa sì che un paziente possa ricevere una prima linea di terapia, seguita da un mantenimento, una pausa, poi riprendere la terapia o passare ad una terapia di seconda linea. «E via via a terapie successive al fine di tenere sotto controllo la malattia o di farla regredire – aggiunge Masi – . Il continuum of care in questi casi  diventa un valore aggiunto molto significativo. In questo percorso possono associarsi anche trattamenti non farmacologici. Ed è necessario sostenere i pazienti anche attraverso un supporto psicologico. L’obiettivo è cronicizzare la malattia mantenendo una buona qualità di vita. Avendo sempre come riferimento la cura della persona/paziente».

Fulcro della campagna un Patient Council rappresentato da Associazioni Pazienti, Società scientifiche e key opinion leader, che  ha messo a punto un Position Paper con specifiche istanze per tre aree tematiche sulle quali intervenire. Ovvero, approccio integrato al percorso terapeutico, sensibilizzazione sulla qualità di vita, coinvolgimento continuativo delle Associazioni.

Tre gli assi tematici in cui è articolato il documento: maggiore continuità assistenziale, caratterizzata da multidisciplinarietà e personalizzazione degli interventi. Con attenzione alla prevenzione, diagnosi precoce, supporto psico-oncologico e attenzione alla vita quotidiana e alla sfera sessuale. Ma anche sensibilizzazione e attenzione al benessere e alla qualità di vita preservando la dignità della persona. Oltre alla partecipazione continuata e strutturata delle Associazioni Pazienti. Queste, in collaborazione con medici e Istituzioni, possono sviluppare strategie e soluzioni che rispondano alle reali necessità dei pazienti e dei caregiver.

Il tempo, per un paziente con cancro del colon-retto, in particolare con malattia avanzata e metastatica, non è più solo una dimensione cronologica, ma elemento centrale della sua esperienza di vita. Affinché questo tempo possa essere vissuto al meglio, è necessario sensibilizzare tutte le figure coinvolte nella cura. Al fine di assicurare l’accesso alla diagnosi precoce e alle terapie più appropriate. La prevenzione e l’informazione vanno potenziate, l’adesione allo screening per la diagnosi precoce è ancora subottimale sul territorio nazionale e incontra resistenze nella popolazione.

«Attualmente i programmi di screening offerti gratuitamente dal SSN nella fascia d’età 50-69 anni si basano sulla ricerca di sangue occulto nelle feci (SOF) ogni due anni. E qualora risultasse positivo, il passaggio successivo obbligatorio è la colonscopia – afferma Tiziana Pia Latiano, Oncologa, Consigliere Nazionale AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica – Lo screening individua la presenza della neoplasia in persone asintomatiche, con l’identificazione di lesioni precancerose e adenomi. I cosiddetti polipi, formazioni benigne potenzialmente in grado di trasformarsi in cancro. È fondamentale aderire allo screening, che riduce la mortalità per tumore del colon-retto del 20-30% grazie all’immediato trattamento delle lesioni precancerose».

Cuore emozionale della campagna è il cortometraggio in tre episodi “Un’esperienza in più”. Con la regia di Alessandro Guida, realizzato per focalizzare l’attenzione del pubblico sull’esperienza dei pazienti. Le storie di Guido (Una maratona per due), Gianna (Ninna nanna della nonna) e Ivo (L’ora di pausa) trovano una sintesi comune nella riscoperta del valore del tempo e nell’importanza di un approccio che consideri tutti gli aspetti determinanti per la qualità di vita dei pazienti.

 

I video dei tre episodi saranno diffusi attraverso la landing page www.unesperienzainpiu.it   Che approfondisce aspetti legati ai temi chiave della campagna.

 

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