Quasi cinque milioni. Tanti sono gli italiani over 60 che fanno i conti con la fragilità ossea e sono esposti al rischio di fratture da fragilità. L’emergenza Covid19 ha peggiorato lo scenario anche su questo fronte: controlli rinviati, terapie sospese, difficoltà nelle visite con gli specialisti. Ma, essere informati sulla corretta prevenzione, sull’importanza dell’aderenza alla terapia e avere un dialogo con un medico di fiducia può aiutare i pazienti a rallentare l’indebolimento dello scheletro e ridurre il rischio di fratture da fragilità. Sono questi i punti chiave della nuova edizione della campagna di sensibilizzazione “Fai vincere le tue ossa” promossa da Amgen in collaborazione con APMARR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche Rare, FEDIOS – Federazione Italiana Osteoporosi e malattie dello scheletro, FIRMO – Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso, Senior Italia, GISOOS – Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa, OrtoMed – Società Italiana di Ortopedia, SIOMMMS – Società Italiana sull’Osteoporosi – Metabolismo Minerale e Malattie dello Scheletro e con il patrocinio di SIE – Società Italiana di Endocrinologia.
Le iniziative della campagna – Il Numero Verde 800.888.844 a disposizione dei cittadini per rispondere a domande, chiarire dubbi, comprendere quando si è a rischio di fragilità ossea e sottolineare la vitale importanza di aderire in maniera diligente alla terapia. Per rispondere ai quesiti saranno coinvolti specialisti dell’osso afferenti a Centri specializzati selezionati dalle Società scientifiche partner GISOOS, OrtoMed e SIOMMMS. Il Numero Verde, totalmente gratuito, sarà a disposizione 2 giorni a settimana per 4 settimane, a decorrere da 17 novembre fino al 15 dicembre 2020, ogni martedì e giovedì, dalle ore 12:00 alle 14:00 e dalle 16:30 alle 18.30.
Il sito ossafragili.it – Sul sito della campagna www.ossafragili.it sono disponibili informazioni sulla fragilità ossea, suggerimenti sui corretti stili di vita, consigli nutrizionali, una panoramica sui trattamenti, indicazioni utili per prepararsi a una visita medica, oltre alla possibilità di fare un test per sapere se si è a rischio o meno di fragilità ossea e, di conseguenza, di fratture da fragilità.
Nel nostro Paese non si fa prevenzione per l’osteoporosi – La campagna “Fai vincere le tue ossa” si rivolge in particolare alle donne over 65 e a quelle over 45 che oggi hanno il ruolo di caregiver ma che devono anche cominciare a considerare la salute delle proprie ossa. “In Italia si spendono 10 miliardi di euro in prevenzione ma solo una piccolissima quota viene dedicata alla prevenzione della fragilità ossea. Continuiamo a ripeterlo da tempo e purtroppo le cose non sono ancora cambiate: nel nostro Paese non si fa prevenzione per l’osteoporosi quasi a voler eludere il problema, come se questa malattia non esistesse”, dichiara Maria Luisa Brandi, Endocrinologa e Presidente FIRMO. “Quanto più si parla di fragilità ossea tanto più il problema viene portato all’attenzione dei cittadini, non solo degli anziani ma anche dei figli e dei nipoti, perché questa patologia e la sua più grave complicanza, la frattura da fragilità, ci riguarda tutti visti i costi socio-sanitari altissimi”.
Dopo il lancio nel mese di giugno e il grande successo della prima fase, la campagna riparte adesso con il volto di Loretta Goggi, una delle donne di spettacolo più amate, testimonial di eccezione e interprete dello spot che su TV e web rilancerà il claim della campagna: “Se soffri di osteoporosi, la terapia non è un gioco, seguila”. “Sono sempre stata vicina a tutto quello che è prevenzione. Adesso mi avventuro in questa campagna “Fai vincere le tue ossa” sulla fragilità ossea i e sono contenta di farlo, perché è un tema che mi riguarda molto da vicino: ho 70 anni e faccio i controlli periodici per valutare la salute delle mie ossa”, spiega Loretta Goggi. “Quando mi associo a una iniziativa è perché la vivo anche sulla mia pelle, in questo caso sulle mie ossa, e con questa iniziativa vogliamo promuovere la corretta informazione sul problema della fragilità ossea e rendere le donne consapevoli sull’importanza di non trascurare la salute delle proprie ossa e prendersi cura di sé in modo costante e convinto. Anche in un momento difficile come questo con l’emergenza sanitaria COVID-19, è importante ricordare a tutti che è essenziale continuare a seguire i consigli del medico di fiducia e non interrompere le cure”.
La fragilità ossea, un importante problema sociale e sanitario – Nel nostro Paese vengono stimate oltre 3 milioni e mezzo di donne con osteoporosi che diventeranno 4.690.000 nel 2050. Ma anche 1.000.000 di uomini affetti da osteoporosi di età superiore ai 50 anni. Inoltre, più del 75% della popolazione femminile sopra i 60 anni di età soffre di fragilità ossea da osteoporosi. Si calcola che in Italia, nel corso del 2017, si siano verificate 560.000 fratture da fragilità. La fragilità ossea è un importante problema sociale e sanitario, soprattutto per le sue conseguenze più gravi: le fratture da fragilità, anche per traumi lievi e le ri-fratture, il cui rischio aumenta di cinque volte nei due anni a valle di un primo evento fratturativo. “L’80% di chi subisce una frattura da fragilità non riesce più a fare le scale, il 50% non è più autonomo”, afferma Annamaria Colao, Presidente eletto SIE, Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo e Chair holder Cattedra UNESCO Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile, Università Federico II di Napoli. “La ri-frattura è un evento gravissimo e potrebbe significare che, sebbene il paziente abbia già subito un primo trauma fratturativo, non gli è stata prescritta una terapia adeguata per evitare la ri-frattura. Di fatto il 75% dei pazienti anziani non riceve un trattamento farmacologico per l’osteoporosi in seguito a una frattura di femore”.
A causa del Covid ritardi nelle prestazioni e nelle diagnosi – Nel periodo di lockdown la normale operatività delle strutture sanitarie ha subito un forte rallentamento, di conseguenza la popolazione con problemi di fragilità ossea ha interrotto i percorsi terapeutici e riabilitativi. “È stato drammatico per i pazienti con patologie croniche, come l’osteoporosi, vivere il periodo della pandemia e adesso il problema si ripresenta”, afferma Antonella Celano, Presidente APMARR. “I pazienti si sono visti bloccare l’accesso ai servizi, anche a prestazioni non procrastinabili. Una ricerca da noi condotta ha evidenziato che nei primi mesi del 2020 si è avuto un ritardo delle diagnosi precoci rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del 40%. È chiaro che negli anni a venire la salute e la qualità della vita di queste persone ne risentiranno”.
L’impatto dell’emergenza Covid-19 e del lockdown rischia, dunque, di essere una importante ipoteca sul futuro dei pazienti con fragilità ossea: “Il paziente si è allontanato dal contatto con il suo medico curante, che è in qualche modo un facilitatore della continuità terapeutica”, afferma Umberto Tarantino, Presidente GISOOS. “Enormi sono stati i disagi dal punto di vista organizzativo: ad esempio, riprogrammare una visita, rinnovare un piano terapeutico, effettuare un controllo, fare la diagnosi di una frattura da fragilità. Il lockdown ha aggiunto un peggioramento dello stile di vita, gli anziani sono stati costretti all’ipomobilità con grave peggioramento dello stato muscolare. E tutto questo porterà a lungo termine a un aumento delle fratture da fragilità”.
Il valore della telemedicina e del supporto a distanza – Anche per l’osteoporosi la telemedicina e il supporto a distanza si sono dimostrati un valido strumento per sopperire alle problematiche dell’assistenza in presenza. “In Veneto”, commenta Maurizio Rossini, Professore Ordinario di Reumatologia Università degli Studi di Verona, Direttore UOC di Reumatologia AOU Integrata di Verona, Presidente SIOMMMS, “abbiamo attivato il tele-monitoraggio per il controllo dei risultati di alcuni esami. Molto importante è il tele-consulto dedicato al rapporto tra specialisti e medici di medicina generale, che è sicuramente una modalità per concordare a distanza l’avvio o la prosecuzione di un trattamento. Nel caso della fragilità ossea abbiamo trattamenti vincolati a piani terapeutici che devono essere periodicamente rinnovati. AIFA ha effettuato una deroga sulla loro durata in modo da semplificare questo atto amministrativo”.
L’importanza dei caregiver – Ad alleviare la “solitudine” delle persone con fragilità ossea in un momento come quello che stiamo vivendo, oltre al supporto a distanza può contribuire una accresciuta attenzione dei caregiver, pur nei limiti ai contatti personali imposti dall’emergenza Covid19. “È importante l’informazione rivolta anche al caregiver familiare, per evitare fratture della persona a rischio, che in questo contesto attuale potrebbe non essere trattato chirurgicamente per la riduzione della frattura, oltre al fatto che al momento non sono attivi punti di riabilitazione sufficienti per tutti questi pazienti”, sostiene Roberto Messina, Presidente Senior Italia. “Bisogna, inoltre, trovare soluzioni per la continuità terapeutica per l’osteoporosi per chi già li sta utilizzando, proprio perché in questo momento critico il paziente si è allontanato dall’ospedale e dallo specialista per timore del contagio ed è a forte rischio di abbandonare la terapia perdendo così i benefici già ottenuti”.
Amgen è da oltre vent’anni una presenza consolidata nell’area terapeutica dell’osteoporosi e della fragilità ossea – “Le competenze di Amgen sull’osteoporosi vengono da lontano, nel tempo e nello spazio. Letteralmente. Fu infatti un test condotto nel 2001 sulla rapida perdita di massa ossea che gli astronauti subiscono a causa della microgravità, in collaborazione con la NASA a bordo di uno Space Shuttle, a dare un impulso decisivo alle nostre ricerche, già in essere da un decennio, e che hanno portato alla realizzazione di un farmaco di riferimento in quest’area”, afferma Maria Luce Vegna, Executive Medical Director Amgen Italia. “Oggi rilanciamo “Fai Vincere le tue ossa” una campagna più che mai opportuna in un momento in cui la regolarità dei controlli medici e la continuità terapeutica per le patologie croniche come l’osteoporosi sono compromesse, aumentando il rischio di fratture e ri-fratture per i pazienti. È fondamentale moltiplicare gli sforzi per favorire maggiore consapevolezza nei cittadini, nei pazienti e nei loro caregiver sui rischi della fragilità ossea e su come prevenirli, oltre a sensibilizzare sulla necessità di proseguire con regolarità le cure indicate e, soprattutto, l’importanza di mantenere il dialogo con il medico di fiducia”.