Surgelati: protagonisti del cibo antispreco

Nelle case degli italiani si spreca ancora troppo cibo. Nell’ultimo anno, in Italia, infatti, la percentuale di cibo sprecato settimanalmente è cresciuta a doppia cifra (17, 9%).

Esistono, però, alcuni prodotti che possono rappresentare dei veri e propri alleati nella lotta agli sprechi. Secondo i dati dello studio realizzato dall’Osservatorio internazionale Waste Watcher per IIAS- Istituto Italiano Alimenti Surgelati, dei 667,4 gr di cibo che ogni italiano getta via ogni settimana, solo 14,9 sono prodotti surgelati. In pratica, appena il 2,23%.

I dati, frutto di una indagine condotta su 1000 intervistati dai 18 anni in su, hanno ribadito il ruolo centrale dei surgelati nella gestione sostenibile delle risorse alimentari domestiche. Grazie alle loro caratteristiche intrinseche: dalla lunga durata di conservazione all’efficiente porzionatura, fino ai minori consumi di acqua ed energia elettrica necessari per la preparazione dei piatti. Che ne garantiscono anche una elevata sostenibilità economica.

Negli ultimi 5 anni, nel nostro Paese, i consumi di frozen food sono aumentati, ma a questa crescita non è corrisposto un analogo aumento del loro spreco, che dal 2021 al 2025, è rimasto stabile (di poco superiore al 2%), a conferma delle preziose virtù intrinseche salva-spreco di questi alimenti.

Oltre 1 italiano su 3 (34%), inoltre, dichiara di non sprecare mai prodotti surgelati. Tra quelli che lo fanno, le cause più comuni sono imputabili a una cattiva organizzazione domestica o all’interruzione della catena del freddo.

I surgelati, dunque,  rientrano nella top 10 dei cibi meno sprecati: il loro spreco è inferiore del 37,6% rispetto a quello delle verdure fresche e del 17,4% rispetto alla verdura e frutta non fresche (in vasetto o in barattolo). Tra i più sprecati, invece, ci sono frutta e verdura fresche, insalate, pane, cipolla, aglio e tuberi, latte e yogurt occupano i primi posti in classifica tra i cibi più sprecati.

Non solo. I surgelati sono campioni anti-spreco non solo di cibo ma anche in termini di tempo e di costi. Inequivocabile è la loro convenienza, data la somma del tempo e del cibo risparmiato, nonché i costi per l’acquisto e la preparazione dei prodotti (come conferma un’indagine condotta da AstraRicerche per IIAS sul value for money di questi prodotti).

“Lo spreco alimentare – dichiara Andrea Segrè, Direttore scientifico dell’Osservatorio internazionale Waste Watcher – non deve essere letto esclusivamente come un comportamento individuale scorretto. Piuttosto è un indicatore di fragilità socio-culturale e di marginalità educativa. E se vogliamo contrastarlo in modo sistemico, è necessario rafforzare le politiche di educazione alimentare, prestare maggiore attenzione alle informazioni in etichetta, ma anche promuovere l’accesso a elettrodomestici efficienti e soluzioni smart per la gestione del cibo in casa. Affinché le famiglie italiane possano trasformare i loro freezer in ‘centri di riserva alimentare’ intelligenti e sostenibili.  La nostra indagine, infatti, ha rivelato chiaramente che i surgelati sono un valido alleato contro lo spreco”.

“In un Paese come l’Italia – aggiunge Giorgio Donegani, Presidente IIASin cui il problema del food waste ha assunto dimensioni preoccupanti, con una crescita a doppia cifra nel 2025, il consumo di prodotti surgelati può diventare un importante tassello nella lotta agli sprechi. Non solo perché di questi prodotti ne gettiamo via una percentuale davvero irrisoria, ma perché i surgelati costituiscono, per loro natura, una soluzione salva-spreco per eccellenza. Lo spreco alimentare rappresenta un tema sociale su cui riflettere seriamente. Visto che con quanto si spreca in tutto il mondo si potrebbe sfamare un terzo della popolazione globale.

‘Sprecare’ significa non solo non poter garantire cibo sufficiente per tutti, ma anche perdere risorse preziose usate nella produzione, come terreno fertile, acqua, energia, fertilizzanti.  I prodotti surgelati aiutano nella lotta al food waste perché permettono un utilizzo ottimale delle materie prime che arrivano pronte per l’uso in cucina, consentono di massimizzare la resa produttiva, di contenere gli sprechi che avvengono durante tutta la filiera e di ridurre le emissioni di inquinanti nell’atmosfera”.

“I surgelati non sono solo pratici. Sono una scelta intelligente, moderna e sostenibile. Dal punto di vista ambientale il loro vantaggio è doppio. Meno sprechi alimentari, ma anche minore impatto energetico. I prodotti sono infatti già lavati e questo riduce il consumo domestico di acqua, e i tempi di cottura più brevi consentono un minore dispendio energetico. La loro lunga conservabilità fa inoltre sì che il prodotto non deperisca prima del consumo – continua Giorgio Donegani-

Grazie alla loro forte valenza antispreco, i surgelati rappresentano una risorsa importante per ridurre e contrastare gli sprechi alimentari non solo a livello domestico, ma anche di ristorazione.</em> Parlando di ristorazione pubblica, questi dati dovrebbero far riflettere anche sull’opportunità di rivedere i limiti attualmente imposti alle forniture di prodotti surgelati nei contratti di appalto per la ristorazione collettiva. Ma non solo. Sarebbe anche sensato ridiscutere dell’opportunità di continuare a richiedere la presenza dell’asterisco all’interno dei menù della ristorazione per indicare l’uso di ingredienti surgelati. Un obbligo anacronistico, su cui sarebbe auspicabile che il legislatore italiano facesse chiarezza. Al fine di superare questa datata prassi che origina dalla giurisprudenza”.

L’indagine WWI ha mostrato, inoltre, differenze significative su base geografica. I consumatori del Nord Italia si distinguono per comportamenti più responsabili. Le abitudini alimentari variano anche in base alla composizione familiare e al livello socioeconomico. Le famiglie con figli sprecano l’11% in meno di surgelati rispetto alla media e il ceto medio e medio-basso dimostrano maggiore attenzione. Con percentuali che oscillano tra -7% e -8% vs. la media nazionale. Analoga sensibilità si riscontra in chi vive in piccoli centri, sprecando un 8% in meno di surgelati rispetto alla media o in chi abita in grandi città (-5%.).

“I risultati dell’indagine – commenta Andrea Segrèsuggeriscono che l’effettiva capacità di ridurre gli sprechi è influenzata da diverse variabili. Il capitale culturale (titolo di studio, conoscenze pratiche), l’organizzazione familiare, l’accesso a strumenti tecnologici e infrastrutturali (elettrodomestici efficienti), la disponibilità di tempo per la pianificazione alimentare”.

Secondo i dati emersi, i surgelati si confermano tra gli alimenti meno soggetti allo spreco domestico, dimostrandosi una scelta strategica per una gestione più efficiente, economica e sostenibile delle risorse alimentari in casa. Oltre 1 su 3 (34%) dichiara di non gettare mai via prodotti surgelati.

Quanto alla frequenza di spreco, circa 1 su 10 (14%) si trova a buttar via surgelati ogni 3-4 mesi. A fronte di un 59% che li spreca molto meno spesso.

Spesso su questi comportamenti dei consumatori incide anche una non perfetta comprensione delle diciture riportate in etichetta”, commenta Giorgio Donegani. “I surgelati – in quanto alimenti non deperibili – sono soliti infatti riportare il Termine minimo di conservazione (TMC). Cioè la dicitura ‘da consumare preferibilmente entro’, che ne consente il consumo anche dopo la data indicata”.

La ricerca WWI ha individuato quattro principali tipologie di consumatori, classificandoli in base ai comportamenti legati allo spreco di prodotti surgelati:

  • I Distratti Organizzati (16,6% del campione): sono prevalentemente giovani coppie under 35, che vivono al Sud, spesso con figli e laureati. La loro gestione poco attenta del freezer e la scarsa consapevolezza delle scadenze causano sprechi leggermente superiori alla media.
  • I Custodi del Freezer (34,1%): sono per lo più over 60, vivono principalmente al Nord, sono single o in coppia, ma senza figli. Sono i più virtuosi. Il  loro rapporto con il cibo è fatto di rigore e attenzione e lo spreco, per loro, è quasi un’eccezione.
  • I Congelatori Cronici (36,3%): adulti tra i 35 e i 54 anni, spesso con figli e un buon livello di istruzione. Conservano tutto, a lungo. Il loro spreco non è eclatante, ma diffuso e costante, frutto di dimenticanze e scarsa programmazione. Sono “campioni” della scorta eterna, che però rischia spesso di trasformarsi in scarto.
  • Gli Spreconi Inconsapevoli (13%): sono giovani, spesso con basso livello di istruzione, appartenenti a fasce sociali fragili. Consumano tanto, ma buttano ancora di più, spesso consapevoli dei propri errori ma privi della volontà e degli strumenti per migliorare.

 

Torna in alto