Sono oltre 4 milioni gli italiani colpiti da questa patologia silenziosa, quasi l’80% donne. Un numero destinato a crescere al pari dell’onere sociale ed economico che ad esso si accompagna.
Le fratture da fragilità, che colpiscono soprattutto polso, omero, vertebre e femore, costano infatti ogni anno al Sistema Sanitario circa 10 miliardi di euro, tra cure, riabilitazione e ricoveri. A questi si aggiungono gli impatti indiretti: giornate lavorative perse, isolamento sociale, depressione, perdita di autonomia.
Se non si agisce oggi, entro il 2034 le fratture potrebbero aumentare del 20%, arrivando a toccare quota 700.000 casi l’anno.
La campagna di informazione “NON ROMPERLE!” nasce proprio con questo obiettivo: informare, sensibilizzare la popolazione e proteggere il futuro per invertire la rotta.
Per promuovere la conoscenza sulla salute delle ossa, un motor-home farà tappa in 8 città italiane – Genova, Torino, Varese, Pavia, Ancona, Bari, Battipaglia e Frosinone – in un tour di 16 giorni. Dal 7 al 25 giugno . A bordo, specialisti del metabolismo osseo offriranno incontri informativi gratuiti per aiutare i cittadini a prendersi cura della salute delle proprie ossa.
L’iniziativa è attiva anche online su www.nonromperle.it, dove sarà possibile trovare contenuti informativi, aggiornamenti sulle tappe e approfondimenti utili per ogni fascia d’età.
La dieta e la salute delle ossa
Anche in fatto di diete ci sono le tendenze. Spesso pericolose. Secondo una recente review scientifica, infatti, alcuni di questi regimi alimentari potrebbero mettere a rischio la salute delle ossa
Dieta chetogenica – Popolarissima tra chi cerca risultati rapidi, la dieta chetogenica è stata finora oggetto di pochi studi riguardo ai suoi possibili effetti sulla salute delle ossa in età adulta. Tuttavia, ci sono motivi per ritenere che una dieta chetogenica possa ridurre la qualità delle ossa.
Diete ipocaloriche severe – La perdita di peso non si ferma alla massa grassa: in obesi adulti, una dieta ipocalorica severa può compromettere la qualità del tessuto osseo, rendendo le ossa più fragili e vulnerabili.
Digiuno intermittente – Sempre più diffuso, ma ancora sotto osservazione. Gli effetti sullo scheletro non sono chiari: gli studi mostrano dati contrastanti e servono ulteriori ricerche per capire se sia davvero sicuro a lungo termine.
“Per prevenire la fragilità ossea serve un approccio integrato che combini corretti stili di vita, attività fisica mirata, alimentazione ricca di calcio, vitamina D e, quando necessario, un supporto farmacologico mirato – commenta la Prof.ssa Giulia Letizia Mauro, Professore Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa, Università degli Studi di Palermo e Direttore del Dipartimenti assistenziale di riabilitazione fragilità e continuità assistenziale A.O.U. Policlinico Palermo – Prima di lasciarci tentare dall’ultima dieta virale, dunque, fermiamoci e consultiamo uno specialista qualificato. La salute delle ossa non è un dettaglio trascurabile. Ma un investimento fondamentale per il nostro futuro”.
Sole sì ma con cautela
A causa dei cambiamenti nello stile di vita, la carenza di vitamina D è diventata una condizione sempre più diffusa. Con l’avvicinarsi dell’estate, l’uso delle creme solari torna in primo piano, portando con sé l’attenzione sull’’equilibrio tra protezione della pelle e produzione di vitamina D, argomento al centro anche di una recente meta-analisi condotta dall’Università di Brescia.
L’American Academy of Dermatology (AAD) suggerisce di assumere la vitamina D attraverso l’alimentazione o supplementazione, e non tramite l’esposizione diretta ai raggi UV. Nonostante la protezione solare possa ridurre in parte la produzione cutanea di vitamina D, è fondamentale non esporsi mai al sole senza adeguata protezione, per evitare l’elevato rischio di melanoma e altri tumori della pelle. Con l’avanzare dell’età, inoltre, la capacità dell’organismo di produrre vitamina D attraverso l’esposizione solare diminuisce progressivamente, rendendo la sua assunzione attraverso la dieta particolarmente indicata.
Il ruolo del calcio e della vitamina D
Un recente position paper pubblicato su Archives of Osteoporosis, firmato da esperti italiani di diverse discipline (endocrinologia, cardiologia, nefrologia, reumatologia e medicina generale), ha ribadito alcuni punti-chiave, fra cui il ruolo del calcio e della vitamina D. L’assunzione quotidiana di calcio e vitamina D rappresenta un pilastro nella protezione delle ossa dalle fratture da fragilità
Il primo perché componente principale delle ossa, la seconda perché favorisce l’assorbimento del calcio a livello intestinale e contribuisce al corretto rinnovamento e alla mineralizzazione del tessuto osseo.
“Una recente linea di indirizzo pubblicata da un gruppo di esperti ha evidenziato che una supplementazione giornaliera di 600 mg di calcio e di 2000 UI di vitamina D è spesso necessaria per soddisfare, in caso di osteoporosi e di inadeguato introito alimentare di calcio e di carenza di vitamina D, i fabbisogni di calcio e di vitamina D raccomandati dalle linee-guida. Inoltre, l’Agenzia Italiana del Farmaco raccomanda, ove dieta e livelli ematici di vitamina D siano inadeguati, un adeguato apporto di calcio e vitamina D prima di avviare la terapia anti-fratturativa, onde evitare di vanificare l’efficacia di tali farmaci.” – sottolinea il Prof. Maurizio Rossini Professore Ordinario di Reumatologia presso l’Università di Verona e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona.
” Oggi sappiamo, grazie a solide evidenze scientifiche, che l’assunzione di calcio e vitamina D, nelle giuste quantità, non risulta comportare un aumento del rischio cardiovascolare o renale, salvo in presenza di patologie specifiche – aggiunge il Dr. Andrea Giusti, Direttore Medicina Interna Asl 3 di Genova – Rinunciare a questa integrazione per paure infondate può essere un errore, soprattutto per chi ha un apporto alimentare insufficiente. La verità è che proteggere le ossa dalle fratture si può: quando dieta e stile di vita non bastano, è necessario ricorrere a strumenti efficaci e sicuri”.
Fragilità ossea e healthy aging
In Italia, l’osteoporosi è ancora troppo spesso percepita come un inevitabile effetto dell’invecchiamento, invece di una patologia cronica che può essere prevenuta e trattata. Eppure, affrontarla in modo tempestivo e mirato significa non solo evitare fratture, ma anche proteggere l’autonomia, la mobilità e il benessere psicologico di milioni di persone.
Perché l’osteoporosi non colpisce solo le ossa: impatta profondamente sulla qualità della vita, aumentando il rischio di dolore cronico, disabilità e isolamento.
“In questo scenario, il medico di medicina generale è una figura chiave per intercettare i segnali di rischio nella fase precoce – sottolinea il Dr. Ferdinando Silveri, Vicepresidente FEDIOS – È il primo alleato del paziente: può avviare un percorso di prevenzione efficace che integri supplementazione, controlli mirati e, soprattutto, supporto a stili di vita salutari e sostenibili nel tempo. Senza questa alleanza medico-paziente, rischiamo di perdere occasioni fondamentali per prevenire fratture, migliorare la qualità della vita. E monitorare l’aderenza al trattamento che nella terapia dell’osteoporosi rappresenta un problema molto rilevante.”
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Vero o Falso? L’esperto risponde ai più noti falsi miti sull’osteoporosi
A cura di Andrea Giusti, specialista delle malattie metaboliche ossee e metabolismo minerale scheletrico, primario di Medicina Interna dell’ASL 3 di Genova.
La protezione solare riduce la sintesi della vitamina D.
VERO! L’uso della protezione solare svolge un ruolo cruciale nella prevenzione dei danni alla pelle causati dai raggi ultravioletti, tra cui scottature, invecchiamento provocato dalla cronica esposizione alla luce solare e cancro della pelle. Ma può ridurre la sintesi di vitamina D, che è importante per la salute delle ossa e il metabolismo del calcio. Infatti, i raggi UV-B sono vitali per la sintesi della vitamina D nella pelle, ma la protezione solare, bloccando i raggi UV-B, può ridurne la produzione.
L’assunzione di calcio e vitamina D è associata a un aumento del rischio cardiovascolare.
FALSO! Nelle giuste quantità e in caso di carenza, la supplementazione di calcio e vitamina D non comporta un aumento del rischio cardiovascolare.
Per mantenere le ossa in salute servono ore e ore in palestra ogni giorno.
FALSO! Bastano 30-40 minuti di attività fisica 3-4 volte a settimana per ottenere benefici significativi.
Solo le donne anziane si devono preoccupare per la salute delle ossa.
FALSO! La salute delle ossa è importante a tutte le età e per tutti. Sebbene i cambiamenti ormonali della menopausa possano influire sulla densità ossea, anche uomini e persone giovani possono andare incontro a una fragilità scheletrica. Specialmente in presenza di fattori di rischio come una dieta povera di nutrienti essenziali, uno stile di vita sedentario, alcune malattie croniche o l’uso prolungato di determinati farmaci.
Se non ho sintomi, le mie ossa stanno bene.
FALSO! La fragilità delle ossa può svilupparsi in modo graduale e senza segnali evidenti. Spesso ci si accorge che qualcosa non va solo dopo una frattura. Ecco perché è fondamentale prendersi cura della salute ossea fin da subito. Con una corretta alimentazione, attività fisica regolare e controlli mirati in presenza di fattori di rischio.
Solo chi è magro rischia di avere ossa fragili.
FALSO! Anche le persone in sovrappeso o obese possono avere ossa deboli. In particolare, l’eccesso di grasso viscerale può influire negativamente sulla salute dello scheletro, alterando il metabolismo osseo. Il peso corporeo, da solo, non garantisce ossa forti. Servono alimentazione equilibrata, movimento e attenzione ai fattori di rischio
Bere latte da adulti non serve più.
FALSO! Il calcio è fondamentale a tutte le età, non solo da bambini. Anche in età adulta e anziana è importante assumerlo con l’alimentazione per mantenere la salute ossea. Bere latte da solo, però, non basta. Per mantenere lo scheletro in salute servono anche vitamina D, proteine, altri minerali (come magnesio, zinco e vitamina K). Oltre ad attività fisica regolare e uno stile di vita equilibrato.