In Italia il tabù della demenza è ancora un macigno, un qualcosa che si nasconde dietro giri di parole. A più di 100 anni dalla scoperta del morbo si fa fatica ad abituarsi all’idea che tanto non c’è cura, che tanto non ci sono vere e proprie terapie. In Italia i malati sono più di un milione.
Con l’obiettivo di abbattere barriere ed esorcizzare lo stigma della malattia, lo spettacolo “Il Vangelo secondo Antonio” di Dario De Luca con Matilde Piana e Davide Fasano, che andrà in scena al Teatro Oscar dal 30 gennaio al 2 febbraio mette a tema la demenza attraverso la vicenda di Don Antonio, un parroco di una piccola comunità, vicario generale del vescovo, che si ammala di Alzheimer.
Entrato nella nebbia, inizierà a perdere tutti i riferimenti della sua vita ma allaccerà un rapporto nuovo con la fede che porterà avanti anche quando, alla fine, si sarà dimenticato della malattia stessa.
Dimenticare di dimenticarsi può essere comunque un punto di arrivo, un ultimo approdo verso la propria interiorità. Perché il racconto della malattia, condito dell’involontaria comicità che si porta dietro, è anche il pretesto per riflettere sulla fede e sul senso religioso che ognuno di noi, volente o nolente, ha dentro di se.