Non è influenza anche se i sintomi sono simili. Spesso difficili da distinguere. Ma il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) non è da sottovalutare. Anzi. A parlare sono i numeri: la RSV è la terza causa più frequente di malattia del tratto respiratorio negli adulti, in Italia si stima provochi ogni anno 290mila casi d’infezione respiratoria acuta, 26mila ospedalizzazioni e 1800 decessi in ospedale.
Una malattia che colpisce neonati e anziani, ma anche gli adulti. Secondo uno studio americano sulla mortalità per RSV fra il 1999 e il 2018, l’89% dei decessi è stato registrato negli ultra 65enni per un totale di 5800 persone contro un totale di 116 fino ai quattro anni di età.
Questo virus può causare infezioni severe, in particolare proprio negli anziani, a causa del declino naturale del sistema immunitario legato all’età, e negli adulti immunocompromessi o con patologie concomitanti, come malattie respiratorie, cardiovascolari e diabete.
RSV può provocare infezioni del tratto respiratorio inferiore, per esempio la polmonite, l’aggravamento delle patologie pre-esistenti (riacutizzazioni di malattie come asma e BPCO), complicanze cardiovascolari, ricoveri ospedalieri e, nei casi più gravi, portare al decesso.
Ma un’arma di difesa c’è. Ed è il vaccino. L’approvazione del vaccino adiuvato contro RSV di GSK rappresenta una svolta fondamentale per proteggere la popolazione vulnerabile per età o altre patologie, offrendo un nuovo strumento per difendersi da questa insidiosa infezione. E ha dimostrato efficacia e sicurezza a tre stagioni complete anche nelle persone a maggior rischio. In pratica, una dose ha dimostrato un’efficacia nella riduzione della malattia da RSV nelle basse vie aeree (RSV-LRTD) fino a tre stagioni del 62,9%
Ad oggi, infatti, non esistono trattamenti specifici contro RSV negli adulti e la terapia di supporto può comprendere broncodilatatori, supplemento di ossigeno, reintegrazione di liquidi e antipiretici. «L’autorizzazione del vaccino contro l’RSV di GSK rappresenta una svolta fondamentale per proteggere la popolazione adulta più vulnerabile – commenta Sara De Grazia, Vaccines medical head di GSK Italia – e oggi abbiamo a disposizione uno strumento per difendere gli adulti fragili da questa insidiosa infezione per la quale non esistono trattamenti terapeutici e la prevenzione resta l’unica arma. Una dimostrazione del bisogno medico esistente in tale ambito è che l’EMA ha valutato la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino con una procedura fast-track accelerata, consentendo un più rapido accesso a questa opzione profilattica». Non solo. Il vaccino contro l’RSV di GSK è un vaccino che parla italiano. Nello stabilimento di GSK di Parma, dal 2023 al 2024, sono state prodotte 7 milioni di dosi, distribuite in oltre 50 paesi in tutto il mondo, con prevalenza in Europa, negli Stati Uniti e in Cina.
La vaccinazione anti-RSV è attualmente raccomandata in diversi Paesi dai rispettivi gruppi tecnici nazionali sulle vaccinazioni (NITAG) e dalle principali società scientifiche. Sebbene non sia ancora inclusa nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) italiano, a gennaio 2024, il Board del Calendario della Vita ha pubblicato un documento in cui raccomanda la vaccinazione contro RSV per i soggetti di età pari o superiore ai 75 anni e per quelli di età pari o superiore ai 60 anni con patologie croniche.
Nelle scorse settimane la Commissione europea ha autorizzato il vaccino adiuvato di GSK per l’immunizzazione attiva nella prevenzione della malattia delle basse vie respiratorie (LRTD) causata dal virus respiratorio sinciziale (RSV) negli adulti di età compresa tra 50 e 59 anni a rischio aumentato. Gli adulti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), asma, insufficienza cardiaca e diabete, sono a maggior rischio di gravi conseguenze da un’infezione da RSV rispetto a quelli senza queste condizioni. L’infezione da RSV può esacerbare queste condizioni e portare a polmonite, ospedalizzazione o morte.
Il vaccino di GSK, inoltre, può essere somministrato in concomitanza con tutti i tipi di vaccini antinfluenzali e sono stati di recente resi noti i risultati di uno studio di co-somministrazione con il vaccino adiuvato contro l’Herpes Zoster (Shingrix), che dimostrano come la somministrazione simultanea dei due vaccini non alteri la risposta immunitaria e sia ben tollerata. Sono ancora in corso gli studi che valuteranno la cosomministrazione con il vaccino anti-pneumococcico coniugato 20-valente e l’utilizzo del vaccino in una popolazione più giovane e con stato di immunocompromissione (trapiantati di rene o polmone).