Una patologia complessa e rara, che che colpisce circa 300.000 persone in Italia, e rappresenta il 10% dei casi totali di diabete.
Meno conosciuto del diabete di tipo 2, il diabete autoimmune di tipo 1 è una malattia complessa e insidiosa; il sistema immunitario attacca per errore alcune cellule del corpo, scambiandole per nemiche e distruggendole. Insorge solitamente in età pediatrica e, se non diagnosticato tempestivamente, può portare a complicanze gravi come la chetoacidosi diabetica, una condizione potenzialmente fatale. Oggi, purtroppo, il 40% delle diagnosi avviene in ritardo, a seguito di un episodio di chetoacidosi, quando la patologia ha già compromesso il metabolismo, causando rischi irreversibili per la salute.
Per promuoverne la corretta informazione, sfatando i falsi miti che ancora la accompagnano e sottolineare l’importanza di una diagnosi precoce, è stata promossa la campagna “Un passo Avanti”, che si propone di sensibilizzare e responsabilizzare le persone nella gestione del diabete autoimmune di tipo 1, coinvolgendo in particolare genitori, individui con patologie autoimmuni e i familiari di primo e secondo grado di chi vive con il diabete autoimmune di tipo 1.
Tra i sostenitori della campagna Massimo Ambrosini, ex campione di calcio e padre di un bambino con diabete autoimmune di tipo 1, che si fa portavoce dell’importanza di una maggiore consapevolezza su questa patologia.
Tra le principali iniziative a supporto della campagna spiccano il lancio del hub digitale diabeteunpassoavanti.it, che mette a disposizione materiali pratici, testimonianze dirette e contenuti educativi per approfondire la conoscenza sul diabete di tipo 1. Il sito si propone come un punto di riferimento per chi desidera saperne di più su questa patologia autoimmune cronica, le sue implicazioni e le strategie di gestione.
Un elemento distintivo della campagna è il progetto educativo rivolto agli alunni delle scuole primarie, avviato nelle quattro regioni pilota (Lombardia, Marche, Campania e Sardegna), dove è già attivo lo screening per il diabete di tipo 1 varato dalla Legge n. 130 del 15 settembre 2023. Questo approccio mirato ha l’obiettivo di garantire un impatto concreto sulla sensibilizzazione e sulla consapevolezza dell’importanza di riconoscere segni e sintomi e anticipare la diagnosi.
In collaborazione con Librì, editore specializzato in campagne educative, e con il patrocinio della Società Italiana di Diabetologia (SID), della Associazione Nazionale dei Medici Diabetologi (AMD), della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), della Federazione Italiana dei Medici Pediatri (FIMP), della Società Italiana di Pediatria (SIP), di Diabete Italia e Fondazione Italiana Diabete, è stato ideato anche il progetto “Elio e il Giorno del Coraggio” che coinvolge bambini, famiglie e insegnanti, sensibilizzando sulla possibilità e sull’utilità dello screening per il diabete di tipo 1 (T1D), attraverso una storia coinvolgente che stimola i più piccoli a superare le proprie paure e a comprendere l’importanza della prevenzione. Una narrazione pensata per ispirare le nuove generazioni e favorire una maggiore consapevolezza.
A oggi sono stati distribuiti gratuitamente oltre 1.000 kit, uno per ciascuna classe, coinvolgendo più di 25.000 persone, tra bambini, insegnanti e genitori. Ogni kit comprende il libro illustrato “Elio e il Giorno del Coraggio” e un leaflet informativo per le famiglie. I kit sono disponibili e possono essere richiesti dagli insegnanti attraverso il sito diabeteunpassoavanti.it.
Il programma di screening, avviato nel 2024, rappresenta una pietra miliare nel percorso che mira ad anticipare la diagnosi ed evitare un esordio critico di una patologia complessa come del diabete autoimmune di tipo 1, che ancora troppo spesso si manifesta attraverso un episodio di chetoacidosi che rappresenta purtroppo una vera e propria “sliding door” nella vita delle famiglie e dei bambini. Il test, semplice e indolore, consente di individuare precocemente la presenza di autoanticorpi nei bambini di 2-3 e 6-7 anni, segnalando eventuali rischi prima ancora che compaiano i sintomi. Grazie a questa diagnosi tempestiva, è possibile intervenire in modo più efficace, migliorando le prospettive di gestione della malattia e riducendo le complicanze.