Li chiamano “migranti della salute”. Sono coloro che, per curarsi, devono spostarsi dalla propria regione di residenza. La migrazione sanitaria in Italia è un problema concreto, che esiste da tempo.
Da una recente indagine condotta da EMG Different per CasAmica ODV su un campione rappresentativo di cittadini di età compresa tra i 35 e i 65 anni residenti in Calabria, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna, emerge che un milione di Italiani residenti al Sud e nelle isole, negli ultimi tre anni, è stato costretto a spostarsi dalla propria regione di residenza per sottoporsi a cure mediche. E la Regione Lombardia è tra le principali destinazioni di questa migrazione.
“Le cause di questa ‘migrazione’ sono da ricercare nei motivi legati all’opportunità di ottenere una migliore offerta sanitaria (51%) e medici più preparati (39%) o addirittura nella concreta impossibilità di ricevere cure adeguate alla propria patologia nella regione di provenienza (32%) – ha dichiarato Stefano Gastaldi, Direttore generale CasAmica ODV, organizzazione di volontariato che dal 1986 accoglie i malati costretti a spostarsi in altre città e in altre regioni per cure e interventi chirurgici e i loro familiari – Tutto questo ha un impatto economico notevole sulla vita dei malati e delle famiglie. Il 60% denuncia costi alti per gli spostamenti e gli alloggi e il 58% avrebbe avuto bisogno di prezzi calmierati. Oltre all’aspetto puramente economico, i migranti della salute hanno espresso anche altre esigenze come la necessità di un supporto psicologico per sé o per la propria famiglia (49%) e mezzi di trasporto per raggiungere l’ospedale (43%)”.
Ecco perchè è necessario affrontare il problema della migrazione sanitaria, valutando l’impatto della tecnologia digitale come risorsa per affrontare il fenomeno. Includendo l’efficienza e la sostenibilità dei percorsi di assistenza sul territorio.Temi di stretta attualità che sono stati centro di un evento organizzato da CasAmica ODV e Fondazione Roche, con il patrocinato di Rotary distretto 2041 di Milano.
“La collaborazione tra Fondazione Roche e CasAmica prosegue da tempo, sviluppandosi su diversi fronti ed è sempre tesa a portare valore al dibattito istituzionale e un impatto positivo sulla vita delle persone – ha spiegato Antonio Modola, Segretario Generale di Fondazione Roche – Come Fondazione, siamo concentrati sul futuro della salute e sull’innovazione del settore, con un’attenzione particolare all’uso degli strumenti digitali per creare benefici a livello di sistema e di singolo cittadino: dalla sostenibilità economica e sociale all’ottimizzazione dei percorsi di cura, fino ai nuovi scenari che si aprono per la ricerca. Sfruttare il pieno potenziale degli strumenti digitali in sanità può essere una leva fondamentale per promuovere i principi che sono alla base del nostro Sistema Sanitario Nazionale – universalità, uguaglianza ed equità – contribuendo a superare molte delle sfide sanitarie del nostro tempo. A patto che ci sia, però, un contesto pronto a recepirne i cambiamenti e in questo si inserisce anche l’incontro di oggi”.
CasAmica ODV gestisce sei case di accoglienza: 4 a Milano, 1 a Lecco e 1 a Roma. Una delle quattro case di Milano e un’area della casa di Roma sono dedicate all’ospitalità dei bambini malati e delle loro famiglie. Aperte 365 giorni all’anno, le strutture si trovano nei pressi di importanti centri di eccellenza ospedaliera. Per rispondere al numero sempre crescente di persone che si spostano per curarsi, CasAmica sta realizzando alle porte di Milano una nuova struttura che potrà ospitare fino a 80 persone al giorno. La nuova Casa sorgerà nel comune di Segrate – nei presso di un altro importante polo ospedaliero milanese, ovvero l’Ospedale San Raffale – e rappresenterà un’importante risorsa per il 25% dei migranti della salute che, secondo il recente studio citato, ogni anno raggiungono il capoluogo lombardo per sottoporsi alle cure mediche.