Da quando è nato, questo piccolo dispositivo che viene applicato sottocute, in genere sotto la clavicola, che permette di monitorare costantemente l’attività cardiaca ed intervenire mediante apposite stimolazioni elettriche in caso di patologica riduzione della frequenza cardiaca (bradicardia), ne ha davvero fatta molta di strada.
Oggi il salto di qualità è davvero significativo. La cardiologia e l’elettrofisiologia italiane stanno vivendo la loro rivoluzione grazie all’innovazione tecnologica. AVEIR™ DR, infatti, è il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo. Si tratta di un’innovazione rivoluzionaria senza precedenti che consente a due pacemaker senza elettrocateteri di comunicare e sincronizzarsi tra di loro ad ogni singolo battito del cuore grazie alla tecnologia di comunicazione implant-to-implant (i2i™). Un sistema che amplia le possibilità di trattamento rispetto ai pacemaker monocamerali senza fili che consentono di trattare solo il 20% dei pazienti.
Il sistema utilizza un nuovo metodo di erogazione della terapia bicamerale essendo composto da due pacemaker, uno che stimola il ventricolo destro (AVEIR VR) e uno che stimola l’atrio destro (AVEIR AR). Ogni dispositivo è circa dieci volte più piccolo di un pacemaker tradizionale meno di una batteria AAA. Appena certificato in Europa (Certificato CE, 3 giugno 2024, Organismo notificato 0123), sono già stati eseguiti i primi impianti in Italia.
Il Professor Claudio Tondo, Direttore del Dipartimento di Aritmologia, Centro Cardiologico Monzino IRCCS di Milano e Professore Associato del Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche, Università Degli Studi di Milano dichiara che: “La disponibilità in Italia del primo pacemaker bicamerale senza fili al mondo, che due anni fa siamo stati i primi a validare nel nostro Paese avendo partecipato allo studio clinico internazionale, amplierà le possibilità di trattamento dei disturbi del ritmo cardiaco e dunque il numero di pazienti che potrà beneficiare dei pacemaker senza fili, una delle più grandi innovazioni nel mondo dei pacemaker degli ultimi dieci anni.”
La procedura con AVEIR DR non comporta cicatrici e nemmeno la creazione di una tasca visibile a livello del torace, con una considerevole riduzione per il paziente dei tempi di recupero dalla procedura di impianto e dei rischi connessi agli elettrocateteri e alla tasca.
“Con questa novità tecnologica, il sistema di pacemaker leadless è in grado di stimolare elettricamente tutto il cuore, come i sistemi tradizionali, ma con molti vantaggi in più per i pazienti. Non era mai stato fatto prima con i pacemaker senza fili” aggiunge il Professor Antonio Curnis, Responsabile del Laboratorio di Elettrofisiologia ed elettrostimolazione, Spedali Civili di Brescia. “Sono convinto che la tecnologia leadless ha il potenziale per sostituire gradualmente gli impianti tradizionali.”
Il progressivo incremento dell’aspettativa di vita, e con essa della prevalenza di malattie croniche, hanno favorito un progressivo aumento delle aritmie cardiache. Si calcola che circa un terzo della popolazione mondiale potrebbe sviluppare un’aritmia patologica, una delle cause più frequenti di mortalità, accessi al Pronto Soccorso e di ricoveri. Le aritmie sono disturbi del ritmo cardiaco o della frequenza cardiaca (cioè del numero di battiti al minuto). Il cuore può battere troppo velocemente (tachicardia) o troppo lentamente (bradicardia) oppure con un ritmo completamente irregolare (ad es. fibrillazione atriale). La maggior parte delle aritmie sono innocue, ma a volte possono impedire al cuore di riempirsi adeguatamente e di svolgere la sua funzione di pompa del sangue in circolo; questo può arrecare gravi danni a diversi organi (cervello, cuore, reni, ecc.).
Nel mondo ogni anno si contano circa 1.250.000 impianti di pacemaker. In Italia si effettuano oltre 50mila impianti di pacemaker ogni anno, in media 137 al giorno, con una crescita superiore al 30% negli ultimi 15 anni.
“Noi cardiologi ospedalieri siamo chiamati ad affrontare molteplici sfide, tra cui le aritmie che sono in rapida crescita in tutto il mondo” dichiara il Dott. Stefano Guarracini, Primario della Cardiologia e Responsabile Emodinamica, Clinica Pierangeli di Pescara. “I grandi vantaggi di questa tecnologia derivano dalle dimensioni miniaturizzate e dall’assenza di fili, che permettono di inserire le due piccole capsule direttamente nella cavità cardiaca con una procedura meno invasiva della chirurgia tradizionale. Una volta riprese le attività quotidiane, i movimenti del paziente non sono limitati.”