Una guida pratica, per aiutare gli oncologi di tutto il mondo a combinare i benefici dei farmaci e della radioterapia, nel percorso di cura delle donne con carcinoma mammario: è il contenuto della Consensus organizzata e coordinata da un team di radioterapisti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze, membri della Fondazione Radioterapia Oncologica, impegnata a promuovere la ricerca scientifica in ambito radioterapico e a migliorare l’assistenza delle persone colpite da tumore.
Il documento di consenso è stato messo a punto dai massimi esperti a livello mondiale – coordinati dal gruppo di oncologi radioterapisti italiani – e illustra, anche attraverso chiare tabelle esplicative, se, come, quando e quanto, a seconda della specifica terapia farmacologica, la radioterapia può essere integrata efficacemente nel percorso di cura. Una “guida” che contribuirà in modo decisivo a estendere l’utilizzo della radioterapia nei diversi tipi di tumore della mammella, come ripetutamente auspicato dalla comunità scientifica internazionale: auspicio sinora purtroppo disatteso, proprio per la difficoltà dei clinici di destreggiarsi nella scelta riguardo all’associazione fra farmaci e terapia radiante, dovuta esattamente all’assenza – oggi colmata – di un indirizzo univoco da parte della comunità scientifica mondiale.
Nel documento, patrocinato dalla Società Europea di Radioterapia Oncologica(ESTRO) e pubblicato su “The Lancet Oncology”, una delle più importanti riviste di Oncologia al mondo, emerge la necessità di integrare dati prospettici sulla radioterapia nei trial clinici di nuovi agenti antitumorali al fine di ottenere informazioni sulla sicurezza, qualità ed efficacia della combinazione del trattamento radioterapico e farmacologico, ottimizzando in questo modo la cura delle pazienti con carcinoma della mammella, sia in fase precoce che avanzata.
Nell’ottica di una sempre maggiore personalizzazione del percorso di cura, l’integrazione dei dati consentirebbe, inoltre, di identificare sottogruppi di donne con particolari caratteristiche tumorali, fattori di rischio o biomarcatori, che potrebbero beneficiare maggiormente dell’approccio sinergico tra chemioterapia e radioterapia.
Per ottenere adeguati report di dati sull’efficacia combinata di farmaci e radioterapia, è, pertanto, auspicabile che l’oncologo radioterapista sia coinvolto fin da subito nel disegno degli studi clinici, favorendo in questo modo un approccio multidisciplinare alla cura della malattia oncologica.
“La pubblicazione della Consensus su una rivista così prestigiosa è un importante traguardo per l’intera comunità medico-scientifica: le raccomandazioni rappresentano, infatti, il primo documento internazionale sulla sicurezza dell’associazione delle nuove chemioterapie con la radioterapia nella cura del tumore della mammella, sia in fase iniziale che avanzata. Sebbene l’approccio sinergico della terapia radiante con i nuovi farmaci costituisca spesso un binomio vincente per la cura di questa come di altre patologie oncologiche, le evidenze scientifiche su trial di larga scala erano al momento limitate. Il raggiungimento di questa Consensus consente di colmare tale lacuna”, dichiara Icro Meattini, Professore Associato di Radioterapia Oncologica presso l’Università degli Studi di Firenze, direttore della Breast Unitdell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze e primo autore della Consensus.
“Nonostante costituisca uno dei pilastri della cura contro il cancro, la radioterapia continua a rappresentare la ‘Cenerentola dell’Oncologia’ in quanto troppo spesso stigmatizzata e caratterizzata da pregiudizi dati dalla disinformazione. Essa, invece, è un approccio terapeutico che dovrebbe essere impiegato in maniera complementare ad altri trattamenti. Per la prima volta ci troviamo di fronte a delle raccomandazioni che potrebbero cambiare, a livello internazionale, la visione dell’utilizzo combinato della radioterapia con nuovi farmaci nella cura contro il tumore della mammella”, conclude Lorenzo Livi, Direttore dell’Unità di Radioterapia Oncologica, Dipartimento di Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze e tra i coordinatori della Consensus.