La cura dei reni cambia passo: nuove terapie e dialisi a domicilio

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Dal contrasto alla progressione della malattia al miglioramento della qualità della vita dei pazienti, al 64esimo congresso della Società italiana di nefrologia (Sin), appena concluso a Torino, sono tante le novità per la cura dei reni, un tema importante anche perché le patologie nefrologiche toccano dal 7 al 10% della popolazione.
Al congresso Sin sono state presentate le novità che stanno cambiando le terapie sui reni. Come quella che prevede l’uso del fineromone, che contrasta la progressione della malattia renale e lo sviluppo delle sindromi cardio-renali.
Oltre alle terapie sono a disposizione nuovi farmaci come il Roxadustat, in grado di contrastare l‘anemia da malattia renale cronica, una conseguenza della malattia che coinvolge il 90% dei pazienti e che intacca pesantemente la loro qualità della vita. C’è un’altra novità in questo senso: il difelikefalin è un medicinale in grado di aiutare coloro che soffrono di prurito in seguito a una malattia renale cronica, una problematica che riguarda circa il 40% dei pazienti, soprattutto dializzati. Altre novità di cui si occupa il congresso sono quelle che riguardano la cura delle terapie rare.
Lo spartesan, ad esempio, è una nuova molecola che potrà aiutare le persone affette da glomerulonefriti, una patologia che colpisce i giovani, ed è tra le principali cause di insufficienza renale terminale. Diverse le novità da implementare anche dal punto di vista organizzativo grazie alle nuove tecnologie: oggi curare il paziente a casa è la nuova frontiera del Servizio sanitario.
Nella speranza che riesca a migliorare la vita dei pazienti, permettendogli di gestire meglio il proprio tempo, e anche la capacità di cura dei centri dove dovrebbero arrivare solo pazienti che non possono utilizzare la dialisi peritoneale o l’emodialisi domiciliare: “Eppure la diffusione di questa opzione è ancora molto limitata su tutto il territorio, con un dispendio di tempo e risorse”, ha sottolineato la segretaria del Sin Mariacristina Gregorini, direttrice di Nefrologia all’Ausl-Irccs di Reggio Emilia, “ci sono tuttavia alcuni casi virtuosi in Italia che ci permettono di guardare verso nuovi orizzonti di cura. Che è il nostro impegno quotidiano per migliorare aspettativa e qualità di vita dei pazienti, riducendo i costi per il Ssn e rendendo più efficienti gli ospedali, attraverso la creazione di percorsi assistenziali integrati fra ospedali e territorio”.
Le malattie renali hanno bisogno di una particolare attenzione perché colpiscono uomini e donne indistantamente e possono passare inosservati, ha evidenziato Stefano Bianchi, Presidente della Società Italiana di Nefrologia: “I reni sono spesso coinvolti in malattie e condizioni non renali come il diabete, l’ipertensione arteriosa e le malattie cardiovascolari oltre che in alcune malattie sistemiche, in particolare quelle reumatologiche, molto spesso in modo subdolo. I reni, infatti, hanno dei meccanismi di compenso e i sintomi appaiono solo quando la funzione renale si è molto ridotta, almeno sotto al 60%”.
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