SOLE E PELLE,  ERITEMI ED USTIONI sono sempre in agguato 

L’eccessiva esposizione al sole può causare l’eritema solare. Non è una notizia nuova, ogni anno se ne parla, ma è bene ricordarlo. L’eritema solare, infatti, è una reazione infiammatoria cutanea acuta che fa seguito ad una eccessiva esposizione al sole o ad altre fonti di radiazioni ultraviolette come lettini abbronzanti o lampade per fototerapia. Nella maggior parte dei casi è un’ustione di 1°grado che compare alcune ore dopo l’esposizione, raggiunge un picco a 12-24 ore con eritema ed edema intenso molto pruriginoso. Se l’esposizione è stata lunga e la pelle del paziente è chiara si può avere una reazione intensa con un’ustione di 2° grado e la comparsa di bolle, dolore e sintomi generali come febbre, malessere, nausea e vomito.

 

  “Se in generale la terapia delle forme lievi consiste in bagno freddo, creme emollienti, lenitive e antinfiammatorie come cortisonici a bassa potenza, spiega la dott.ssa Myriam Zucca, dermatologa e allergologa AAIITO “il rischio aumenta per un paziente che fa uso di farmaci fotosensibilizzanti quali antibiotici come le tetracicline o i chinolonici, retinoidi sia per via orale che locale tra i quali i farmaci per la cura dell’acne come l’isotretinoina, i gel a base di benzoilperossido, topici antinfiammatori non steroidei (FANS) specie il ketoprofene, e più in generale cosmetici contenenti profumi”.

Ma il sole non è sempre dannoso: esposizione solare con psoriasi e dermatite atopica. Se l’esposizione solare è sempre controindicata per i pazienti affetti da patologie come Lupus eritematoso sistemico, Dermatomiosite, Eruzione polimorfa solare, Porfiria, ci sono invece le forme più comuni di Psoriasi e di Dermatite atopica che possono migliorare con una graduale e corretta esposizione solare, così come la forma iniziale della Micosi fungoide che è un linfoma cutaneo. Per queste patologie, infatti, è prevista la fototerapia, durante l’inverno, con l’utilizzo di cabine disponibili nei centri dermatologici.

 

I raggi ultravioletti: conoscerli per difendersi. 

La luce solare è composta da uno spettro continuo di radiazioni elettromagnetiche suddivise in base alla lunghezza d’onda in raggi ultravioletti o UV (100 e 400 nm), luce visibile (400-700nm) e infrarosso. La lunghezza d’onda è inversamente proporzionale all’energia nel senso che più aumenta più l’energia diminuisce e viceversa.  I raggi UV si distinguono in UV-A, UV-B, UV-C.

  • Gli UVA (320-400 nm) sono il 90-95% delle UV, arrivano in profondità nella cute fino al derma e inducono la formazione di radicali liberi e l’alterazione delle fibre elastiche e del collagene. Sono la causa del fotoaging o fotoinvecchiamento cutaneo cioè la comparsa delle rughe e delle macchie solari; passano attraverso le nuvole, i vetri delle auto o delle finestre, vengono riflessi da sabbia, neve e ghiaccio.
  • Gli UVB (280-320) giungono al suolo solo per il 5-10% con i livelli più alti d’estate e nelle ore centrali della giornata, hanno un’energia più elevata, ma penetrano solo fino all’epidermide e provocano danni al DNA delle cellule con mutazioni che favoriscono la comparsa di lesioni precancerose e di tumori cutanei e sono la principale causa delle scottature solari.
  • Gli UVC (200-280nm) non raggiungono la superficie terrestre perché bloccati dallo strato di ozono che filtra le radiazioni più dannose permettendo e garantendo la vita sulla terra e nel  mare.
  • La luce visibile (400-760nm) comprende il 50% delle radiazioni elettromagnetiche che raggiungono la Terra, ha una minima attività biologica come l’aumento del pigmento e l’eritema ma può stimolare la retina. Siamo esposti alla luce visibile non solo tramite il sole, ma anche con dispositivi elettronici come smartphone, tablet e computer.

 

 Il fototipo cutaneo classifica la pelle in base al colore e alla sensibilità agli UV con un numero da 1 a 6 (Fitzpatrick 1988) e dà informazioni sulla nostra suscettibilità ai raggi solari e sulla protezione da scegliere. Per un fototipo 1e 2 è consigliabile l’uso preventivo di agenti fotoprotettivi anche per via orale contenenti antiossidanti quali il Polypodium leucotomos, iniziando due mesi prima dell’esposizione e poi per tutta l’estate. Gli attuali filtri solari, contenuti nei prodotti solari regolamentati dalle direttive della Comunità Europea, proteggono sia per gli UVB che per gli UVA, ma solo quelli colorati per la luce visibile. SPF (fattore di protezione solare) indica il valore di protezione fornita dal prodotto solo nei confronti dei raggi UVB, ma attualmente c’è l’obbligo della presenza anche di un filtro che protegga dagli UVA nel rapporto di 1/3 rispetto agli UVB.  

Il fattore di protezione solare va da un minimo di 6 ad un massimo di 50” sottolinea la dott.ssa Zucca “ma la protezione è garantita solo se l’applicazione del prodotto è frequente, ogni due ore e sempre dopo il bagno, e in quantità adeguata. Infine, un’altra raccomandazione: per l’uso della luce solare artificiale vanno usati solo i dispositivi con marchio CE”. 

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