Trattamenti estetici nei pazienti oncologici. La Sime lancia l’iniziativa di un documento di consenso

La cura del proprio aspetto ha un impatto importante sia a livello psicologico che sociale. E anche in un momento particolare della vita, quale quello di un percorso di trattamenti oncologici, può essere di grande aiuto per il benessere del paziente, soprattutto quando si tratta di una donna. Ma quali terapie estetiche sono indicate e quali sconsigliate durante le terapie oncologiche?

Al momento non esistono linee guida sull’argomento, che sta diventando un hot topic visto che molti pazienti non vogliono rinunciare a curare il loro aspetto, neppure durante l’esperienza di un tumore. Le terapie di medicina estetica possono, anzi,  contribuire al benessere psicologico dei pazienti con delle vere e proprie coccole di bellezza, offerte da professionisti adeguatamente preparati. Per colmare questo gap la SIME (Società Italiana di Medicina Estetica) ha riunito un gruppo di lavoro multidisciplinare con l’obiettivo di produrre un documento di consenso con suggerimenti e indicazioni dei dos&don’ts della medicina estetica nei pazienti oncologici. Del documento, che dovrebbe vedere la luce a fine anno, anticipa qualche punto la Dottoressa Gloria Trocchi, internista, medico estetico, coordinatore dell’ambulatorio di medicina estetica al Fatebenefratelli e vice-presidente della SIME.

Abbiamo costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare fatto da oncologi, radioterapisti, dermatologi esperti in tossicità cutanea, medici estetici formati per seguire questi pazienti, nutrizionisti, biologici, farmacologo al fine di produrre un documento di consenso con indicazioni e suggerimenti chiari. Nostro obiettivo è che in futuro la figura del medico estetico venga inserita nei team multidisciplinari al fianco del paziente affetto da neoplasia per garantire una cura ed un supporto durante e nel post trattamento oncologico”.

Su questi pazienti è opportuno non intervenire durante i trattamenti oncologici, siano essichirurgici, chemioterapici, radioterapici o altre terapie combinate. “In questa fase ci limitiamo a fare un check up cutaneo per valutare in modo non invasivo alcuni parametri cutanei e prescrivere una dermocosmesi appropriata e personalizzata per prevenzione e cura degli effetti collaterali delle terapie oncologiche, dal lieve disagio cutaneo alle tossicità più gravi– avverte la dottoressa- Nelle prescrizioni dedicate a tali pazienti si deve fare molta attenzione alla formulazione degli stessi cosmetici per evitare principi attivi controindicati durante un iter oncologico; alcune terapie oncologiche producono infatti effetti tossici a livello cutaneo. Dopo la valutazione, facciamo una prescrizione con una dermocosmesi appropriata, escludendo i principi attivi che, a seconda della patologia presente, non possono essere utilizzati nemmeno come topici. Quando il paziente avrà terminato i cicli di terapia e vorrà riprendere un percorso completo di recupero della qualità della vita, compresa quella sociale, valuteremo le sue indicazioni terapeutiche. In genere attendiamo un tempo di minimo sei mesi dal primo follow up negativo e la fine di tutte le terapie attive.E anche al di là di questo intervallo temporale, le scelte di trattamento vengono modulate sulla condizione clinica del paziente e sempre di concerto con l’oncologo di riferimento, per evitare eventuali effetti collaterali inerenti alle terapie di medicina estetica”.

I pazienti sono soprattutto donne. Già durante il percorso di terapia, la cute è in genere più disidratata, quindi dopo il check up cutaneo, cambiamo la prescrizione dermocosmetica, utilizzando prodotti più specifici. Passati sei mesi dal completamento delle terapie oncologiche, si può procedere anche a interventi correttivi con la tossina botulinica e con i filler, sempre valutando benelo stato immunitario del paziente, che se compromesso, espone al rischio di infezioni. Se sono in corso reazioni immunitarie a livello di cute e sottocute questi trattamenti vanno evitati perché il rischio è di scatenare una grave reazione infiammatoria. Se il problema sono le macchie del viso, si possono eseguire peeling soft, ma solo su cute sana, esente cioè da lesioni collegate a chemio e radioterapia.

Qualunque terapia medico-estetica si consideri è fondamentale conoscere bene la storia oncologica del paziente e considerare il termine delle terapie attive– aggiunge l’esperta- Il paziente potrebbe avere indicazione al trattamento per la cellulite (pannicolopatia) con mesoterapia o carbossiterapia, che va effettuato solo dopo aver escluso che le terapie oncologiche abbiano determinato un danno a carico dell’ipoderma (sottocute), con un’ecografia ad esempio e dopo aver consultato l’oncologo per conoscere il tipo di patologia, l’eventuale presenza di metastasi, il tipo di terapia effettuata”.

Per le variazioni di peso, c’è spesso un dietologo che segue il paziente dall’inizio del trattamento oncologico, anche perché la nutrizione ha un ruolo importante nella risposta ai trattamenti oncologici. “In caso di comparsa di flaccidità cutanea da perdita di peso, la carbossiterapia e la radiofrequenza che sono indicate su problemi di lassità della cute, sono metodiche di intervento che potrebbero essere prese in considerazione – conclude la dottoressa –  ma al momento, le aziende che producono i macchinari non danno indicazioni sui pazienti oncologici. Quindi sarà il nostro gruppo di studio a valutare che tipo di effetti, anche indesiderati, possono dare queste terapie su questi pazienti e far confluire queste indicazioni nel nostro documento di consenso. Al momento utilizziamo solo dei dermocosmetici elasticizzanti che aiutano a migliorare l’aspetto della cute del paziente“.

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