Una community in crescita, sempre più “ingaggiata” nel creare e promuovere comportamenti virtuosi contro lo spreco alimentare, attraverso attività educational sui canali social e presidi diretti presso gli store.
E’ l’obiettivo di Myfoody, l’App ispirata ad un modello di economia circolare che solo nell’ultimo anno ha salvato ben 800.000 prodotti in scadenza. E proprio oggi, giornata nazionale contro lo spreco alimentare, l’app scende in campo con una serie di attività educational sui propri social e presidiando “offline” alcuni store chiave di Milano, all’insegna della diffusione di una cultura alimentare più sostenibile.
Soluzione “smart” tutta italiana, Myfoody ha per prima messo in contatto consumatori e grandi marchi della GDO insegnando, a noi tutti, come combattere gli sprechi facendo la spesa in modo conveniente (fino al 50% di risparmio sull’acquisto dei prodotti da salvare) e migliorando le nostre abitudini quotidiane.
Ogni anno in Italia si sprecano 220 mila tonnellate di cibo: qualcosa come 65 kg di alimenti a testa che spesso nemmeno raggiungono le nostre tavole, ma rimangono sullo scaffale dei supermercati prima di finire direttamente nel bidone dell’umido.
Numerosi sono i progetti che si propongono di ottimizzare recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari. Fra questi, diverse App permettono ai negozi al dettaglio di comunicare direttamente con i propri clienti abituali proponendo loro le offerte a miglior prezzo di fine giornata.
Myfoody è l’unica realtà che è riuscita ad applicare questo concetto su dimensioni di scala decisamente più vasta arrivando a coinvolgere i marchi della grande distribuzione organizzata alimentare come LIDL Italia e Coop.
La startup, premiata da Federdistribuzione come miglior soluzione italiana per la lotta agli sprechi alimentari, ha dato vita ad un sistema di circular economy che mette in contatto tra loro i due agenti principali della catena del food in città. Da un lato i punti vendita della GDO con prodotti provenienti da ogni parte del mondo, dall’altro i consumatori che ogni giorno vi fanno visita per fare la spesa.
Ispirandosi alla filosofia dello “zero waste”, l’App Myfoody (scaricabile gratuitamente per iOS e Android) permette agli utenti di conoscere quali alimenti, ormai prossimi alla data di scadenza e quindi destinati ad essere buttati, verranno messi in vendita dal supermercato a prezzo fortemente ribassato. Partendo dalla posizione conosciuta dell’utente (proximity marketing), l’App gli invia notifiche riguardanti i punti vendita a lui più vicini o già visitati in passato.
Con un network attuale di circa cento punti vendita partner presenti in Piemonte, Lazio, Lombardia ed Emilia-Romagna, e partnership con i grandi nomi della GDO come LIDL Italia e Coop, Myfoody punta a realizzare entro il 2020 la più importante community green food tech in Italia coinvolgendo circa 1000 punti vendita in tutte le principali città.
Myfoody, grazie alla sua community sempre più grande e attiva, rappresenta un mezzo per diffondere abitudini alimentari eticamente corrette e sostenibili.
I “Foodies”, gli oltre 60 mila utenti già adesso attivi sull’App, rappresentano una comunità di consumatori esperti che, ogni giorno, condividono tra loro utili consigli e best practice anti-spreco per valorizzare anche quelle parti comunemente considerate di scarto. Così, Myfoody ha chiesto il loro supporto, tramite una survey, per scoprire su quali sistemi fa affidamento un acquirente consapevole e quali aspetti potrebbero, invece, essere ancora migliorati.
La pianificazione della spesa per tempo si rivela essere un’abitudine vincente per evitare acquisti superflui. E’ quello che sostiene la maggior parte degli intervistati per il sondaggio realizzato da Myfoody all’interno della propria community: il 50% afferma, infatti, di verificare cosa è presente in frigo prima di recarsi al supermercato e un consumatore su tre si avvale anche della lista per avere sempre sotto controllo quali prodotti vengono scelti e messi nel carrello. Affidarsi ad una maggiore strategia organizzativa permettere di risparmiare tempo (quello trascorso girando per le corsie del supermercato) e denaro, evitando che in frigorifero entrino prodotti che alla fine non vengono consumati.
Gli sprechi all’interno della comunità dei “Foodies” sono molto ridotti, anche grazie all’abitudine di congelare gli alimenti per conservarli più a lungo. Il 70% degli intervistati, infatti, utilizza abitualmente questa pratica per carne e pesce. In numero decisamente minore, invece, coloro che congelano frutta e verdura (solo il 7,3%), prodotti che non a caso rappresentano la quantità più corposa degli scarti alimentari che produciamo.
In tema, la FAO ha fissato degli obiettivi molto stringenti per il 2030. Un traguardo non facile da raggiungere dove le distanze si possono accorciare solo grazie all’impegno di tutti, consumatori e industria, nell’acquisizione rapida e attenta di “best practice” quotidiane.