Si può essere più forti della malattia? Si, si può. Anzi, si deve. Lo dimostrano le donne che, dopo aver incontrato il tumore al seno metastatico, combattono, sperano, non si rassegnano. A queste donne si sono ispirati i 5 giovani artisti finalisti, selezionati tra oltre 200 partecipanti, del contest musicale “Play! Storie che cantano”, che giovedì 10 ottobre a Roma si contenderanno la vittoria finale nel corso di un evento live in programma dalle ore 20 all’Auditorium della Conciliazione.
L’ingresso all’evento musicale live è gratuito e aperto a tutti con prenotazione online su https://www.voltatiguardaascolta.it/partecipa-a-play/
Matteo Arpe, Gloria Galassi, Rebecca Pecoriello, Luca Ricozzi e Cristiano Turrini condivideranno il palco con Noemi, testimonial del contest e madrina della serata insieme ad altre star del pop nazionale come Francesco Sarcina de “Le Vibrazioni”, Roy Paci, Diodato, Enrico Nigiotti, Bianca Atzei.
Il vincitore del contest, proclamato dalla Giuria tecnico-artistica, si aggiudicherà come premio la pubblicazione e promozione di un singolo promosso da iMean Music Publishing and Management distribuito su tutte le piattaforme nazionali e internazionali di The Saifam Group.
Il contest musicale online “Play! Storie che cantano”, in radio partnership con RDS, è stato realizzato nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Voltati. Guarda. Ascolta. Le donne con tumore al seno metastatico” promossa dal 2017 da Pfizer, con il patrocinio di Fondazione AIOM e in collaborazione con Europa Donna Italia e Susan G. Komen Italia.
Dopo aver raccolto le storie delle pazienti e averle fatte conoscere attraverso il web, la radio, i canali social, gli eventi di piazza e il ‘corto’ cinematografico “La Notte Prima” presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, alla sua terza edizione la campagna ha puntato sulla creatività di giovani artisti che si sono confrontati nella sfida di tradurre in musica e parole i racconti delle pazienti.
La campagna, sin dagli inizi, ha avuto e ha come obiettivo primario rompere il silenzio che circonda il tumore al seno metastatico; ribadire l’importanza di garantire a tutte le pazienti il diritto alla migliore qualità di vita possibile; favorire l’accesso alle migliori terapie innovative oggi disponibili, la continuità o il reinserimento lavorativo.
La ricerca scientifica ha compiuto grandi passi avanti nella conoscenza delle caratteristiche biologiche e molecolari del tumore della mammella avanzato e oggi anche per le pazienti con questa grave patologia si aprono nuove prospettive, con un incremento della sopravvivenza che si deve accompagnare a una maggiore attenzione per la loro qualità di vita.
Nel trattamento del tumore al seno metastatico in questi anni si sono registrate scoperte importanti che hanno notevolmente migliorato la prognosi di queste pazienti.
«Oggi stiamo affinando la caratterizzazione del tumore al seno metastatico – spiega Giampaolo Tortora, Professore Ordinario e Direttore di Oncologia Medica, Policlinico Universitario ‘A. Gemelli’ di Roma – stiamo imparando a riconoscere e a separare in qualche modo l’aspetto clinico, cioè dove è situata la malattia, dall’aspetto biologico e molecolare che ci dice di che tipo di malattia stiamo parlando. In tutte le categorie si stanno registrando risultati molto, molto importanti: nei tumori mammari che esprimono i recettori ormonali (+), nei tumori mammari che esprimono alcuni recettori di fattori di crescita, come HER-2 e anche nei tumori cosiddetti tripli negativi, che non hanno né il recettore degli estrogeni, né quello del progesterone e nemmeno il recettore del fattore di crescita».
In Italia sono circa 37.000 le donne con tumore al seno in forma avanzata o metastatica, caratterizzata dalla diffusione del tumore dal seno ad altre zone del corpo, come ossa, fegato, polmone o cervello. Circa il 5-10% degli oltre 50.000 nuovi casi annui di tumore al seno si presenta metastatico alla diagnosi; ma circa il 30% delle donne con diagnosi iniziale di tumore al seno in stadio precoce potrà sviluppare un tumore al seno metastatico nella sua vita. Le terapie mirate di ultima generazione sono oggi in grado di bloccare o rallentare la progressione della malattia garantendo al contempo una buona qualità di vita.