Come sempre, la prevenzione è fondamentale, specie quando si tratta di patologie subdole e insidiose. Come la Retinopatia e la Maculopatia Diabetica. Proprio per questo dal 4 al 28 febbraio 2019 si è svolta la prima Campagna Nazionale di Prevenzione e Diagnosi della Retinopatia e Maculopatia Diabetica organizzata dal Centro Ambrosiano Oftalmico (CAMO) e dall’Ospedale San Raffaele di Milano con il patrocinio del Ministero della Salute, del Comune di Milano e della Società Oftalmologica Italiana.
La campagna è nata con lo scopo di informare e sensibilizzare la cittadinanza sulle complicanze oculari della malattia diabetica e sui rischi ad essa connessi. La retinopatia e la maculopatia diabetica rappresentano infatti le alterazioni microvascolari più comuni nei pazienti affetti da diabete mellito (DM).
Oltre agli organizzatori sono state effettuate prestazioni gratuite da 30 strutture oculistiche di eccellenza presenti su tutto il territorio nazionale: 8 in Lombardia, 4 in Puglia e Toscana, 3 in Campania, 2 in Piemonte. E poi Liguria, Veneto, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Sicilia e Sardegna.
Durante la campagna sono stati effettuati 2.200 screening.Il criterio di inclusione per partecipare era la diagnosi di diabete: Tipo I, Tipo II, gestazionale e altro, invece il criterio di esclusione la diagnosi pregressa di retino o maculopatia diabetica.Il campione è risultato equamente distribuito tra uomini e donne (rispettivamente 56% e 44%), con fasce di età inferiori ai 50 e superiori ai 70 anni.
Il 10 % dei partecipanti allo screening aveva ricevuto diagnosi di diabete da meno di 1 anno, il 25% da meno di 5 anni, il 21% da 5 a 10 anni e il 44% sapeva di essere diabetico da più di 10 anni.
Se per quanto concerne il controllo delle concentrazioni ematiche della glicemia i pazienti si sottopongono a frequenti controlli non si può dire altrettanto per l’esame del fondo oculare; in effetti il 17% non si è mai sottoposto a visite oculistiche, mentre l’8% aveva effettuato l’ultimo controllo più di 4 anni fa.
I risultati dello screening sono poi state analizzati da un sistema di Intelligenza Artificiale (I-A), EyeArt, che si avvale di una tecnologia di avanguardia per la lettura, l’interpretazione e la refertazione delle immagini del fondo oculare di pazienti diabetici.
Durante i 2200 screening Eye-Art ha rilevato, nel 15% del totale dei pazienti visitati, la presenza di alterazioni retiniche riconducibili a retinopatia diabetica (essudati, emorragie, ecc.), sulla base dell’analisi di immagini acquisite, in miosi, con fundus camera precedentemente collegate al sistema di raccolta immagini centralizzato.
A questi pazienti e ai 374 dei quali, per via della presenza di cataratta, non è stato possibile analizzare le immagini retiniche, è stato consigliato di eseguire una visita oculistica completa con dilatazione pupillare da eseguire presso il loro oculista di fiducia.
La retinopatia diabetica non proliferante (NPDR), caratterizzata dalla presenza di microaneurismi, emorragie, essudati e trombosi rappresenta il primo e meno aggressivo stadio malattia, la complicanza più grave è invece l’edema maculare.
Durante gli screening questa complicanza è stata indagata grazie a una scansione 3D della macula eseguita con OCT (Tomografia a Coerenza Ottica).
Il 6% dei pazienti presentava edema maculare mai diagnosticato precedentemente. A questi pazienti è stato consigliato di effettuare un esame fluorangiografico per meglio determinare una eventuale terapia.