Il piede diabetico è una malattia invalidante, che colpisce chi soffre di diabete mellito. In Italia, ne è affetto il 6,2% della popolazione di cui circa il 15% è destinato a sviluppare un’ulcera a carico del piede.
Il diabete, infatti, può causare il restringimento o l’occlusione delle arterie degli arti inferiori riducendo in modo critico l’apporto di sangue e ossigeno alle estremità. Se non si interviene, a lungo termine la situazione peggiora fino ad arrivare all’amputazione, più o meno estesa, dell’arto malato.
Spiega il Prof. Dalla Paola, responsabile dell’unità operativa trattamento piede diabetico di Maria Cecilia Hospital e dell’Ospedale San Carlo di Nancy: “Più del 60% delle amputazioni non traumatiche nel mondo occidentale vengono eseguite nella popolazione diabetica a causa dell’ulcerazione del piede. Soltanto in centri specializzati e riconosciuti è possibile mettere in atto una terapia che riduce in maniera significativa il numero delle amputazioni. Negli ultimi vent’anni c’è stato un miglioramento delle conoscenze che ha permesso di aumentare gli arti salvati, grazie al miglioramento della componente infettiva, della chirurgia routinaria e delle tecniche di rivascolarizzazione”.
Grazie a queste tecniche e ai risultati ottenuti al professor Dalla Paola e’ stato assegnato il premio Paul Brand Memorial Lectureship 2016, prestigioso riconoscimento internazionale conferito durante la DesertFoot Conference tenutasi a Phoenix (Arizona), a chi maggiormente si è contraddistinto nel salvataggio degli arti colpiti da diabete mellito e per il contributo nell’innovazione e nel miglioramento degli interventi.
Un premio che rilancia l’Italia e il medico, come eccellenza medico scientifica nel trattamento della patologia del piede diabetico.
Oltre ad aver dedicato più di vent’anni del suo percorso professionale in questo settore, nella struttura in cui opera, Maria Cecilia Hospital di Cotignola, il Prof. Dalla Paola effettua ogni anno più di mille interventi su pazienti provenienti da tutta Italia con una percentuale di salvataggio d’arto superiore al 90-95%. Inoltre, all’ Ospedale San Carlo di Nancy di Roma, dove il medico effettua l’attività ambulatoriale, con centro dedicato e ultraspecializzato, è possibile essere più vicini a pazienti e familiari fornendo un setting di cura dedicato.
“Con un aggressivo trattamento in sala operatoria delle complicanze sia infettive sia vascolari di questa patologia siamo in grado di salvare la maggior parte dei casi clinici, – specifica il Prof. Dalla Paola – adottando una strategia di integrazione tra le diverse competenze che comprenda la prevenzione, l’educazione sanitaria del paziente e dell’equipe sanitaria, nonché il trattamento multidisciplinare delle lesioni ulcerative. Solo così i percorsi di cura possono essere efficaci e brevi”.
Per informazioni:GVM Care & Research
http://www.gvmnet.it