Dall’osteosintesi alla ricostruzione articolare a cielo aperto con tecnica miniinvasiva in artroscopia, fino alla protesica: tutte le novità e i risultati della ricerca di base e della chirurgia di gomito, polso e mano, sono stati illustrati dai maggiori esperti italiani e internazionali presso l’ASST Centro Ortopedico Traumatologico Gaetano Pini-CTO durante il corso “All around the wrist”.
Focus del confronto sono state le tecniche chirurgiche mirate a ottenere una ripresa funzionale post patologia traumatica delle articolazioni come gomito, polso e mani, efficaci nell’evitare rigidità o artrosi. Il tutto all’insegna di una sempre minore invasività.
“L’ambiente articolare è costituito da diverse strutture: segmenti ossei, cartilagine articolare, liquido sinoviale e strutture capsulo legamentose. L’articolazione è una struttura attraverso la quale avviene il movimento; pertanto un danno traumatico che interessi l’interno dell’articolazione può compromettere il movimento stesso e comportare gravi rigidità, anche irreversibili e, con il tempo, può portare allo sviluppo dell’artrosi”, spiega la dottoressa Jane Messina, medico dell’Unità Operativa Microchirurgia e Chirurgia della Mano e Coordinatore Scientifico del corso insieme al dottor Virgilio Emilio Pedrini. I relatori hanno presentato le tecniche più innovative per la ricostruzione delle articolazioni tramite osteosintesi – cioè tecniche di stabilizzazione delle fratture con mezzi di sintesi, come placche, viti, fissatori esterni – e le tecniche mini-invasive come l’artroscopia di gomito, del polso e della mano. ”
Il dottor Pieluigi Tos, direttore della UOC di Microchirurgia e Chirurgia della Mano del Pini -CTO, Presidente del Corso “All around the wrist”, aggiunge: “Quando il trattamento di una frattura intra-articolare viene effettuato a regola d’arte, si evita di creare ‘scalini’ interni e, di conseguenza, si scongiura l’artrosi. Le tecniche mininvasive in artroscopia ci permettono proprio di fare questo, cioè di ‘guardare la frattura’ e di intervenire senza tagliare. Per questo la chirurgia va sempre più nella direzione della mini- invasività”.
Il corso, ha avuto anche lo scopo di migliorare le conoscenze sulla fisiopatologia della cartilagine, sulle tecniche di “imaging” e sulla rieducazione funzionale che verranno svolte in una parte introduttiva iniziale.
“Il progetto riabilitativo conseguente all’atto chirurgico è fondamentale per recuperare a pieno la funzione e l’autonomia. – sottolinea il dottor Lorenzo Panella, Direttore della Struttura di Recupero e Rieducazione Funzionale del Pini-CTO -. In particolare il gomito è un’articolazione difficile da trattare per possibili complicanze come la rigidità. La riabilitazione, quindi, va affrontata con estrema sollecitudine”.