Soddisfare la voglia di colore estivo e’ un must, ma bisogna farlo rispettando le raccomandazioni dei medici, che esortano a difendersi dagli effetti nocivi degli UVA e UVB, e ricordando che l’esposizione eccessiva al sole favorisce – oltre all’invecchiamento cutaneo – lo sviluppo di tumori della cute come epiteliomi o melanomi.
Due le richieste facili da esaudire con poche, semplici precauzioni:
– evitare le ore di massima irradiazione, tra le 11 e le 14, ed esporsi al sole in modo graduale, dando la possibilità alla pelle di difendersi attraverso l’abbronzatura.
– Usare creme solari con fattore di protezione superiore a 30, meglio se 50, rinnovando l’applicazione dopo due ore o anche prima se si fanno bagni. Usarle in quantità adeguata. Anche le creme a schermo totale, proteggono solo parzialmente.
Il nemico numero uno delle donne è l’età. Se un’abbronzatura dorata dona un aspetto più sano e luminoso, una sbagliata danneggia la pelle invecchiandola precocemente rendendola spenta ed opaca. I primi fine settimana trascorsi al mare, in piscina o all’aria aperta vanno sfruttati per cominciare a preparare la pelle all’abbronzatura. In questo modo, si conquista subito un’aria più sana, arrivando alle vere vacanze pronte a sfruttare in pieno il sole.
“Almeno un mese prima di esporsi al sole – suggerisce la Dottoressa Paola Caminiti, Medico Estetico a Milano e a Saronno (VA).- si può iniziare a proteggere la pelle dall’interno con un integratore che aumenta e rinforza le difese naturali della pelle. Le difese naturali necessitano di tempo per essere attivate e stimolate: per questo motivo “l’integrazione”, prima e dopo l’esposizione al sole, prepara l’epidermide, la protegge dai raggi solari e prolunga la durata e la qualità dell’abbronzatura”.
La tintarella comincia anche dalla tavola. Il modo più facile e veloce per riconoscere i cibi alleati dell’abbronzatura, è guardare il loro colore: i frutti e le verdure arancioni o rossi sono ricchi di betacarotene e vitamina A che favorisce la produzione nell’epidermide della “melanina” per donare il classico colore ambrato alla pelle. Le vitamine e minerali presenti nella frutta e nelle verdure della dieta, non solo promuovono l’abbronzatura, ma favoriscono anche il sano mantenimento della pelle e dei tessuti. Via libera anche a melanzane, cipolle e broccoli, ricchi di antiossidanti naturali. Sì all’olio di oliva extravergine crudo poiché aiuta l’assorbimento del betacarotene.
“Il segreto – continua la Dott.ssa Caminiti – per dare uno sprint alla tintarella, è integrare il più possibile alla dieta cibi come carote, peperoni, pomodori, zucca, frutti di bosco, arance, pesche, albicocche, fragole, ciliegie, cocomeri e meloni gialli. Ottimi anche cicoria, lattuga, sedano e kiwi. Anche se la vitamina C tende a rallentare l’abbronzatura, è meglio integrarla nella dieta: non solo alzerà le barriere immunitarie, ma è anche un ottimo antiossidante per contrastare l’invecchiamento della pelle. I raggi solari, inoltre, contribuiscono alla formazione dei radicali liberi, ossia frammenti di molecole, molto instabili, che possono danneggiare tutte le cellule del corpo, procurando uno stress ossidativo anche al DNA e alla formazione di rughe”.
Non basta comunque aver pensato in anticipo all’abbronzatura. Aggiunge in proposito la Dottoressa Caminiti: “A seconda del fototipo (la reazione della pelle all’esposizione alle radiazioni UV) si dovrà usare un filtro antisolare ad alto, medio o basso fattore protettivo. Basso per chi ha la pelle scura e resistente, medio per le carnagioni chiare, alto se si è molto sensibili. Queste indicazioni valgono anche per l’uomo, nonostante la pelle maschile sia meno fragile di quella femminile. Inoltre se si ama nuotare, sarà bene scegliere un filtro antisolare waterproof. Ma anche per chi, senza essere un nuotatore appassionato, si rinfresca con frequenti tuffi e docce, il “waterproof” diventa necessario e va applicato ogni tre-quattro ore. Non va dimenticato che l’impatto iniziale col sole, sarà determinante per tutta l’estate e che le creme solari non servono per stare più a lungo al sole, ma per starci in modo più corretto. Anche le magliette colorate possono costituire un ottimo filtro solare”.
“Altra possibilità – continua la Dottoressa Caminiti – è l’autoabbronzante che dà subito un bel colore grazie ad una reazione chimica che avviene nella cute. Va steso in modo accurato in piccole quantità ed in modo uniforme (per evitare che la pelle si abbronzi a chiazze di diversa intensità) una o due volte la settimana. Gli autoabbronzanti non aumentano le difese della pelle e quindi ci si può trovare nella spiacevole situazione di scottarsi, pur essendo colorite. Anche le lampade sono utili per stimolare la melanina: le cellule che la producono, addormentate dalla pausa invernale, si risveglieranno”.
Quanto ai bambini, la loro esposizione al sole deve essere lenta e graduale. Puntualizza la Dottoressa Paola Caminiti: “Soprattutto nei bambini è fondamentale evitare le ustioni solari, che costituiscono il principale fattore di rischio per il melanoma che può insorgere a distanza di decenni dalle scottature solari. Fategli prendere sole soltanto nelle prime ore del mattino e alla sera dopo le cinque, quando i raggi sono meno intensi. Coprite sempre la testa e non lasciatelo mai a lungo fermo sotto il sole. Infine, proteggetelo con un prodotto solare di ottima qualità”.
servizio di Stefania Bortolotti