E’ il più frequente tumore dei primi mesi di vita. L’emangioma infantile in Italia colpisce circa il 4,5% dei neonati. Nelle forme superficiali si manifesta con la comparsa di lesioni rotondeggianti piatte e circoscritte di colorito rosso vivo, mentre nelle forme profonde le lesioni hanno un aspetto bluastro. Nella maggior parte dei casi si tratta di forme che si risolvono spontaneamente e che richiedono solo un attento monitoraggio, soprattutto nelle prime settimane dalla comparsa. Tuttavia il 12% di tutti gli emangiomi richiede una visita specialistica e quasi sempre una terapia. Per questo motivo, cresce l’attesa per l’arrivo in Italia del primo farmaco, a base di propranololo, specificamente destinato ai bambini.
In questo scenario, cruciale risulta il ruolo del pediatra di famiglia. Suo compito infatti è riconoscere l’emangioma e indirizzare i genitori a un centro specialistico per approfondimenti, soprattutto in caso di lesioni con notevole crescita, ulcerate o in sedi “strategiche” (come le aree oculari, nasali, labiali, auricolari).
Oggi gli specialisti sono costretti a utilizzare il propranololo in preparazioni galeniche, non standardizzate, che non garantiscono quella certezza di dosaggio che, nei primi mesi di vita, deve essere il più preciso possibile. Il nuovo farmaco autorizzato per uso pediatrico risponde all’esigenza sempre più sentita di avere farmaci dedicati a questa fragile categoria di pazienti.
Da una ricerca sull’impatto dell’emangioma infantile sulle famiglie italiane, emerge la paura nei confronti di una patologia che può crescere rapidamente e che può comportare, nei bambini, danno estetico, esclusione sociale e che si può riflettere, nei genitori, in situazioni di ansia e senso di colpa. In particolare, le localizzazioni sul volto e sul collo sono quelle vissute con più apprensione, a causa del danno estetico che si ripercuote nel 70% dei casi, per i quali potrebbe essere necessario l’intervento chirurgico.