Lo stile di vita conta così come la sana alimentazione, necessaria per la sintesi ormonale, che interferisce sul buon funzionamento del sistema endocrino, quell’intricato insieme di ghiandole e sostanze ormonali che influenzano tutte le funzioni dell’organismo. Ma sarà la prevenzione la vera svolta alla quale puntano gli endocrinologi per avere in futuro giovani generazioni sane. È quanto emerso nel corso della 38° edizione del Congresso Nazionale della SIE (Società Italiana di Endocrinologia), che ha visto protagonista il crescente ruolo della salute endocrinologica per la prevenzione delle grandi patologie.
È fondamentale, secondo gli esperti, intervenire precocemente sui fattori che interferiscono con il sistema ormonale – fumo, alcol, inquinanti e alimentazione – con ricadute sulla crescita, il metabolismo, la sfera riproduttiva.
“L’endocrinologo del terzo millennio deve essere inteso oggi come il perfetto connubio tra il medico generalista e il medico internista”, afferma Andrea Lenzi, Professore ordinario di Endocrinologia e Direttore della Sezione di Fisiopatologia Medica del Dipartimento di Medicina Sperimentale alla “Sapienza” Università di Roma e Presidente eletto SIE. “Ci si dovrebbe rivolgere a questo specialista tutte le volte che si avverte qualcosa di diverso dallo standard delle funzioni del proprio organismo. Un controllo ormonale è d’obbligo specie tra i 30 e i 40 anni, se non si è fatto prima, e può cambiare in meglio la qualità della vita”.
Il ruolo della prevenzione nelle varie fasce di età è cruciale e non solo nel campo della fertilità
Fumo, alcol, sostanze stupefacenti e un’alimentazione scorretta, che porta a disordini ormonali che generano diabete, obesità o, al contrario, anoressia, e alla formazione di tessuto adiposo che, contrariamente a quanto si riteneva in passato, viene oggi considerato un vero e proprio organo endocrino capace di secernere ormoni e interagire con altre strutture endocrine, vanno combattuti e modificati il più precocemente possibile così come è perentorio identificare nei primi anni di vita alterazioni che possono essere curate e non dare conseguenze drammatiche sulla salute del futuro adulto.
“Recentemente la disciplina endocrinologica ha posto grande attenzione alla prevenzione primaria e secondaria mirate a interventi sullo stile di vita dannoso e sui fattori di rischio ambientali, in particolare sui nuovi fattori di rischio che vengono definiti ‘interferenti endocrini’, sempre più chiamati in causa, che riguardano un gruppo di sostanze, quali i derivati delle plastiche e gli idrocarburi, che agendo attraverso vari meccanismi appaiono correlati ad un incremento dello sviluppo di tumori, malformazioni genitali, alterazioni del liquido seminale, sterilità, alterazioni della pubertà nella donna, del ciclo mestruale, dell’ovaio e della fertilità”, sottolinea Lenzi. “Gli ormoni d’altra parte danno segno di sé solo quando sono realmente in eccesso o in difetto, ma siamo in grado di accorgerci per tempo delle alterazioni in arrivo con un semplice prelievo di sangue e una visita adeguata”.
L’alimentazione gioca un ruolo decisivo nello scacchiere ormonale
Sia la qualità che la quantità dei cibi possono influenzare in maniera importante non solo la produzione dei singoli ormoni ma il loro funzionamento a livello degli organi bersaglio. Ad esempio, i dati epidemiologici confermano che l’obesità o l’eccessiva magrezza sono causa del 12% dell’infertilità totale. La spiegazione sta nel fatto che in queste condizioni si verifica un’alterazione nella produzione di ormoni che interferisce con la regolazione del ciclo e questo può determinare modifiche delle mestruazioni fino alla loro scomparsa (amenorrea). Nelle donne obese si verifica spesso l’insulino-resistenza che si associa alla sindrome dell’ovaio policistico, così come negli uomini sovrappeso o obesi si ha la produzione di un minor numero di spermatozoi normali e mobili oltre che effetti sulla funzione erettile.
“Il cibo è un para-farmaco o anche un para-ormone”, chiarisce Lenzi. “A parte alcune sostanze come le vitamine che sono dei veri e propri ormoni, tutti gli alimenti, proteine, zuccheri grassi, persino l’acqua e i sali minerali, lavorano in sinergia con gli ormoni per farci star bene. Con il cibo condizioniamo le modalità, la quantità e la qualità d’azione dei nostri ormoni”.
Per quanto riguarda la ricerca, è in corso l’identificazione di nuove molecole per il trattamento dei tumori maligni delle più importanti ghiandole endocrine; ed è in pieno sviluppo la medicina endocrinologica di genere, declinata al maschile e al femminile.