YOUGOODY: LA RICERCA CHE FA BENE ALLA SALUTE

YOUGOODY-la ricerca bella e buona è lo studio  promosso dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, con la collaborazione di Esselunga: prevede il coinvolgimento di almeno 100 mila persone over 18, per comprendere i consumi alimentari, l’attività fisica praticata, oltre ad altre informazioni nell’ambito dello stile di vita e dello stato di salute.

Un contributo  per far emergere i cambiamenti in positivo e in negativo avvenuti negli ultimi 20 anni rispetto a quanto individuato grazie a EPIC, European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition, il vasto studio tuttora attivo, che ha dato un grosso contributo nell’evidenziare su base scientifica i legami tra nutrizione e cancro.

Hanno aderito già circa 15 mila volontari, donne in 8 casi su dieci, soprattutto nella fascia di età tra i 45 e i 65 anni, in oltre la metà dei casi pranzano fuori una volta alla settimana e oltre il 15% abitualmente cinque giorni su sette. E, sorpresa, emerge solo l’11,7% di fumatori, contro il 24,2%  nazionale del report 2022 dell’Istituto Superiore della Sanità.  “Lo studio mira a comprendere i cambiamenti che sono avvenuti in questi ultimi 30 anni nello stile di vita degli italiani” – sottolinea Sabina Sieri, Direttore Struttura Complessa di Epidemiologia e Prevenzione INT e responsabile del progetto YouGoody – “Per questo, le persone che aderiscono sono invitate a compilare una serie di questionari dettagliati relativi allo stile di vita e allo stato di salute. La parte predominante è quella della dieta, suddivisa per gruppi alimentari, come frutta e verdura, cereali, carne, alcolici. I dati che ricaveremo dai questionari ci serviranno per individuare nuovi stili alimentari e comportamentali che saranno poi messi in relazione con il mantenimento di un buono stato di salute oppure con l’insorgenza o l’aggravarsi di malattie quali diabete, tumori e malattie cardiovascolari”.

Il reclutamento del Progetto prevede due strategie. La prima, in corso, con la ricerca di volontari attraverso i canali di comunicazione Esselunga, come la newsletter e la cartellonistica nei negozi. La seconda, che prenderà il via a breve, ha come obiettivo di ampliare il numero di adesioni allo studio coinvolgendo le Regioni del Centro e del Sud, isole comprese, grazie al supporto dei Comuni, delle Asl di zona e dei Centri universitari. Questo, per costruire una coorte prospettica di 100 mila volontari over 18 entro giugno 2025. “Nel nostro Istituto hanno preso forma studi focalizzati sullo stile di vita e in particolare sull’alimentazione, che hanno contribuito alla creazione di quella che oggi è internazionalmente la dieta anti-cancro” – interviene Marco Votta, Presidente INT – “Non poteva quindi che nascere presso di noi  YouGoody, che permetterà di rendere sempre più mirate le strategie preventive che saranno utili a noi, ma soprattutto alle generazioni future. Ringrazio quindi i nostri ricercatori, che hanno ideato questo progetto, ulteriore fiore all’occhiello per il nostro Istituto e che lo stanno sviluppando su tutto il territorio nazionale. Ringrazio anche Esselunga, che ancora una volta è al nostro fianco per iniziative volte alla promozione della salute”.

YOUGOODY è il primo ampio studio osservazionale condotto in Italia dopo la pandemia. Durante i lockdown si è assistito a un aumento del consumo di comfort food e a una diminuzione dell’attività fisica e dati alla mano, il 22,6% degli intervistati ha ammesso un consumo maggiore rispetto al pre-lockdown di snack, salati, dolciumi, prosecco, e il 37,2% ha dichiarato di avere trascurato l’attività fisica durante il confinamento.

 “Sappiamo che eventi esterni di grande impatto, come l’emergenza Covid-19, producono cambiamenti importanti nello stile di vita” – continua Sieri – “La raccolta dei dati che abbiamo in corso ora ci permetterà di caratterizzare le nuove abitudini di vita, di valutare come esse si evolvono nel tempo e il loro impatto sulla salute, grazie al fatto che queste informazioni verranno aggiornate ogni 2 anni. Questo ci permetterà anche di comprendere se e altri eventi esterni, come le campagne informative che man mano verranno attivate a cura del Ministero della Salute avranno una loro efficacia nell’influenzare cambiamenti positivi nello stile di vita”.

 È noto che la scorretta alimentazione, il consumo di alcool, il sovrappeso e la sedentarietà sono responsabili di circa il 30% dei casi di cancro. Ma il mix rappresenta anche una grande minaccia per la salute di cuore e cervello.Le malattie cardiovascolari e le forme tumorali oggi in Italia rappresentano rispettivamente la prima e la seconda causa di morte” – interviene Giovanni Apolone, Direttore Scientifico INT – “Hanno in comune i medesimi fattori di rischio per quanto riguarda lo stile di vita e per questo, oggi si assiste sempre di più alla progettazione di studi che vanno oltre la singola patologia. YOUGOODY è un progetto che va in questa direzione e i risultati che si otterranno saranno sicuramente utili per la formulazione di strategie di prevenzione mirate al benessere totale della persona”.

 

 Sta emergendo che cambiare lo stile di vita produce effetti a qualsiasi età, a fronte di un rischio più basso di eventi letali. A dimostrarlo è EPIC, European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition, il vasto studio internazionale che ha preso vita all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano nei primi anni ‘90. Grazie a EPIC sono stati pubblicati a partire dal 2004 dati molto solidi sulla relazione tra consumo di carne rossa e insaccati e il cancro al colon e la riduzione del rischio associata al consumo di alimenti ricchi di fibre vegetali, provenienti in particolare da cereali integrali e verdure. E sempre EPIC, ha permesso di mettere in luce l’impatto negativo dell’insulino-resistenza sull’incremento del rischio di alcune forme tumorali, tra le quali il cancro al seno in post-menopausa.

“Queste informazioni, così come molte altre, hanno consolidato dal punto di vista scientifico il valore di un regime alimentare ricco di frutta, verdura, cereali integrali e relativamente povero in carni rosse, insaccati e cibi ricchi in grassi animali e messo in luce quali meccanismi negativi scattano nell’organismo  in caso di consumo eccessivo di alcolici e di bevande dolci, sia a base di zucchero che di dolcificanti artificiali” –  interviene Elio Riboli, Professore di Epidemiologia e Prevenzione del Cancro presso la Scuola di Sanità Pubblica dell’Imperial College di Londra e Coordinatore Europeo e Principal Investigator di EPIC. – “Sappiamo però che in questi trent’anni i gusti alimentari si sono modificati. Basti pensare ad esempio all’aumento di chi sta scegliendo una dieta senza carni, vegetariana o vegana e in generale all’incremento della popolazione di single che ha portato a un concetto diverso dei pranzi e soprattutto delle cene. Ora, con YOUGOODY sarà interessante esaminare i cambiamenti intervenuti nello stile di vita degli italiani e seguirne l’andamento nel corso degli anni, con l’obiettivo anche di comprendere se c’è una relazione tra questi cambiamenti e il rischio di malattia, anche in positivo”.

COME PARTECIPARE AL PROGETTO “YOU GOODY – LA RICERCA BELLA E BUONA”

Il Progetto è aperto a tutti gli over 18. Per aderire, è sufficiente collegarsi a www.yougoody.it o scannerizzare il QR code presente nel leaflet. I volontari che danno il loro consenso potranno accedere, tramite un account individuale, alla piattaforma elaborata dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

I partecipanti allo studio vengono invitati a compilare diversi questionari: uno generico su informazioni soci-demografiche, 7 questionari sulla dieta, 4 questionari sullo stile di vita (attività fisica, consumo di bevande alcoliche, abitudini al fumo e, solo per le donne, informazioni sulla vita riproduttiva) e uno relativo allo stato di salute. Le abitudini alimentari e i fattori di rischio verranno misurati ogni due anni attraverso ulteriori questionari, al fine di osservare e valutare come eventuali cambiamenti nei comportamenti modifichino lo stato di salute. I dati personali dei partecipanti saranno trattati solo dai ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

 

                                   

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