Prendiamone atto, anche se di questi tempi non è facile: siamo nati per sorridere. Ci avete mai fatto caso? Il sorriso fa la sua comparsa intorno alle prime 5 settimane di vita ed è una delle espressioni più universali, che accomuna ogni popolo; un passe-partout che apre le porte alla comunicazione, abbattendo differenze di età, mentalità e cultura. E’ uno dei tratti più affascinanti del volto, così complesso e capace di sfumature da essere associato agli stati d’animo e ai sentimenti più diversi.
Il grande psichiatra Roberto Assaggioli, fondatore della psicosintesi, è stato un grande sostenitore della funzione terapeutica del sorriso sulla psiche. Convinto del potere di persuasione che anche il corpo ha sulla mente (non solo viceversa) invita a impegnarsi a sorridere, “come se” si fosse felici. Allenare il viso alla mimica del sorriso e presentarsi così agli altri, induce infatti nella psiche uno stato di rilassatezza e apertura che, con una costante applicazione garantisce serenità e promuove il sorriso spontaneo.
Un piccolo esercizio? Basta mettersi davanti allo specchio e guardarsi, con un’espressione seria. Poi, sorridere. Ripetendolo per qualche volta, osservando il proprio volto nelle due versioni, come fosse il volto di un altro, dà la percezione immediata di quanto risulti estraneo il primo, ovvero il volto atteggiato a serio e istintivamente familiare invece il secondo, il volto sorridente. A riprova del fatto che siamo nati …per sorridere!