7 italiani su 10 cercano notizie sul web sulla salute ma solo il 10% si informa sulle malattie del cuore. Nel periodo post-Covid, sono aumentate del 59% le discussioni sull’infarto. È questa la fotografia degli argomenti affrontati nelle conversazioni online dagli italiani, emerse dallo studio “Il cuore batte nel web” condotto da IQVIA , in collaborazione con la Fondazione Italiana per il Cuore: solo il 5% cerca informazioni sul web sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari, nonostante siano le principali cause di morbosità, invalidità e responsabili del 35,8% di tutti i decessi.
Dunque, nonostante le malattie cardiovascolari siano la prima causa di morte, la salute del cuore non è tra gli argomenti più trattati: negli ultimi due anni, le conversazioni attive sul web su queste patologie sono state 235.000, solo il 10% di tutte le discussioni in ambito salute. È una percentuale molto inferiore a quella del volume dei discorsi sui vaccini, tema su cui gli italiani parlano maggiormente e che interessano il 36%. A seguire i tumori 23%, l’influenza 21% e il diabete, poco più del 10%.
Il 40% dei dibattiti sulla salute cardiovascolare è focalizzato sull’ictus, il 30% su infarto e scompenso cardiaco: i principali punti trattati nel corso delle conversazioni riguardano sintomi e diagnosi (25%), trattamenti (18%), cause e fattori scatenanti della malattia (14%) e impatto sulla qualità della vita (13%). Paure, depressione, impatto fisico e psicologico sono le preoccupazioni più frequenti.
Per la prima volta è stato preso in considerazione un intervallo di tempo che includesse sia il periodo pre Covid sia quello post pandemia.
Dall’analisi è emerso che gli italiani sono molto attivi e attenti alla propria salute e a quella dei propri cari e non esitano a discuterne sul web. La rete si conferma il luogo, seppur virtuale, in cui le persone preferiscono cercare risposte ai dubbi e alle domande e confrontarsi con gli altri utenti.
La maggior parte delle persone è interessata alla salute, soprattutto a vaccini e tumori. Si preoccupa meno, invece, della salute cardiovascolare che si posiziona dopo influenza e diabete. Le fonti a cui attingono sono i siti editoriali, quelli di patologia, i portali dei Centri di cura, le Fondazioni delle associazioni e i siti istituzionali.
Dai dati è emerso che le donne sono più attente e attive, quasi il doppio degli uomini: il 79% dei giovani sotto i 34 anni ha dichiarato di essere interessato a questi temi.
I canali attraverso i quali avvengono le discussioni in ambito salute sono principalmente le News, le ricerche su Google, e Twitter mentre Facebook si conferma il social network più utilizzato per la condivisione delle informazioni su patologie, cure e diagnosi.
“Da questa indagine appare evidente l’importanza e il ruolo fondamentale che ricoprono il web e i social media nella diffusione delle informazioni, soprattutto quelle che riguardano la salute. Il 71% dei ragazzi al di sotto dei 34 anni ha identificato il web come la fonte principale da cui attingere per cercare risposte sul proprio stato di salute. Attraverso questi canali, i messaggi arrivano diretti ad una fetta di popolazione anche molto giovane a cui è fondamentale far capire l’importanza della prevenzione primaria, quella che si concentra sull’adozione di comportamenti virtuosi in grado di evitare o ridurre l’insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole. Preoccupa molto il fatto che solo il 5% degli utenti cerca informazioni sulla prevenzione cardiovascolare. Bisogna partire da questo dato per sensibilizzare la popolazione sull’importanza che ha l’assunzione di un corretto stile di vita: a farlo ci possono sicuramente aiutare i social media, cruciali nella condivisione delle informazioni e nella comunicazione di modelli virtuosi di prevenzione e cura”, ha detto Emanuela Folco, Presidente Fondazione Italiana per il Cuore.
Nel periodo post-Covid, forse complici le notizie su una possibile correlazione con il virus, l’infarto è stato il tema principale di discussione e gli italiani hanno aumentato del59% le conversazioni su questo argomento rispetto al periodo precedente. In particolare hanno discusso dei rischi cardiovascolari correlati, delle difficoltà e ritardi nell’accesso agli ospedali, e dei rischi di morte.
“La pandemia di Covid è stata davvero una tempesta per il cuore: le persone con una malattia cardiovascolare che hanno contratto il virus sono state fra quelle a più alto rischio di morte e di sviluppare condizioni di malattia gravi. Da un recente articolo2 della Società Italiana di Cardiologia è emerso che la mortalità da infarto è quasi triplicata a causa del netto calo delle visite ospedaliere da parte di pazienti cardiopatici per cure di routine e di emergenza, rimandate anche a causa della paura di contrarre il virus. È fondamentale per il paziente cardiopatico avere dei chiari punti di riferimento per la sua salute. Un efficace dialogo tra medico e paziente e caregiver favorisce l’assunzione di comportamenti virtuosi e stili di vita più adeguati alla prevenzione delle patologie cardiovascolari e una migliore aderenza alla terapia. È prioritario, quindi, rafforzare il ruolo del medico di medicina generale nel percorso di cura e la rete di supporto assistenziale e favorire così un’efficiente continuità delle cure e implementare sistemi di telemedicina”, ha commentato il professor Paolo Magni, Università degli Studi di Milano; Associazione Fondazione Italiana per il Cuore.
“Conacuore è il Coordinamento nazionale delle associazioni di volontariato dei cardiopatici, presenti in Italia e ha la missione di mettere in atto iniziative di informazione e sensibilizzazione rivolte a tutti i cittadini, con particolare attenzione ai più giovani. Siamo impegnati in attività sul territorio, in linea con le disposizioni nazionali COVID-19 necessarie per tutelare la sicurezza delle persone, volte a sensibilizzare la popolazione alla prevenzione primaria e secondaria delle malattie cardiovascolari e a favorire l’aggiornamento di infermieri. Conacuore da anni concentra le sue attività su quattro aree principali: la prevenzione a 360 gradi, ad iniziare dall’età scolare, la miglior cura delle malattie cardiovascolari, la promozione della ricerca e dell’aggiornamento e la lotta alla morte improvvisa”, ha concluso Giuseppe Ciancamerla, Presidente di Conacuore.