In Italia nel 2021 i nuovi nati sono scesi a 400.249, con un calo del 25% rispetto al dato registrato solo dieci anni prima. Questi numeri riflettono una situazione critica, confermata anche dalla recente ricerca “Figli: una ricchezza onerosa” commissionata da Plasmon e condotta da Community Research & Analysis sotto la direzione di Daniele Marini (Università di Padova) su un campione rappresentativo della popolazione nazionale, secondo la quale gli italiani vivono il contesto attuale come altamente “incerto” (53,7%) e problematico, tale da incutere «timore» per il futuro (37,3%). Nonostante il poco rassicurante quadro economico e sociale, più di un italiano su due (57,4%) ha almeno un figlio e un terzo di loro vorrebbe avere altri bambini (34,3%). Fra quelli che non hanno figli (42,6%) invece, il 40,4% vorrebbe averne uno.
Ciò che fa riflettere maggiormente, però, riguarda le ragioni che spingono gli italiani a non avere figli, legate prevalentemente alla sfera economica (i costi) e a quella lavorativa (timori di perdere il lavoro) e organizzativa (carenza di servizi per le famiglie) indicate da più di un italiano su due (53,5%). Meno rilevanti, invece, la sfera personale (40,9%) e quella legata alla salute (36,4%).
Dati alla mano, quindi, è stato lanciato il progetto Adamo, iniziativa ideata da Plasmon in collaborazione con Fondazione per la Natalità, con l’obiettivo di costruire una piattaforma aperta, un luogo capace di connettere i rappresentanti della sfera pubblica e di quella privata, per agire concretamente e provare a invertire il trend negativo della natalità con strumenti a supporto della genitorialità.
Il piano Adamo prevede di raccogliere proposte concrete dal mondo delle aziende, metterle a fattor comune in occasione della prossima edizione degli Stati Generali della Natalità in programma a maggio e condividerle, in seguito, con le istituzioni, attraverso la costruzione di una proposta di legge.
Il progetto nasce dall’analisi della situazione attuale e delle possibili ripercussioni future attraverso “Adamo”, cortometraggio provocatorio che proietta lo spettatore nel 2050, in un Paese in cui si percepisce che nel prossimo futuro la scelta di avere un figlio rischia di diventare ancor più complicata, quasi unica. Difficoltà che nel video viene raccontata attraverso la storia delle persone che sono toccate dalla vita del protagonista: i genitori, l’ostetrica, la maestra e tante altre figure che gli ruotano intorno.
“Il coinvolgimento delle imprese e la messa in rete delle buone pratiche di welfare aziendale è uno dei capisaldi del nostro piano strategico per la natalità. Non si può pensare di contrastare la crisi demografica senza creare un ambiente lavorativo favorevole e accogliente per le donne. Stiamo lavorando a un importante piano per la maternità, perché è la libertà delle donne di essere madri senza rinunciare alla propria realizzazione personale e professionale la chiave per uscire dall’inverno demografico. Prevediamo misure di accompagnamento per le mamme, una rete di servizi capillari, un welfare di prossimità che è anche un investimento sul futuro, un codice deontologico per le imprese. Si tratta di mettere in atto iniziative molto concrete che riescano anche a determinare un nuovo clima culturale. Intendiamo promuovere un’alleanza vasta, che insieme alle istituzioni coinvolga aziende, enti locali, no profit, corpi intermedi” commenta Eugenia Maria Roccella, Ministra per le pari opportunità e la famiglia.
“La natalità è la nuova questione sociale, la sfida del futuro del Paese. L’occasione di fare squadra. Su questo tema non ci sono maggioranze e opposizioni, c’è solo un obiettivo da raggiungere: quota 500 mila nuovi nati da qui al 2033. Per questo, come Presidente della Fondazione della Natalità, sono contento di veder nascere idee e progetti come quello presentato oggi da Plasmon. In Italia la nascita di un figlio è la seconda causa di povertà: mettiamo i giovani nelle condizioni di realizzare i loro sogni e faremo passi avanti anche sul tema della natalità” ha aggiunto Gigi De Palo, Presidente di Fondazione per la Natalità.