Mensa a scuola: RUOLO CHIAVE DELL’EDUCAZIONE ALIMENTARE MA SOLO 1 BAMBINO SU 2 HA ACCESSO AL SERVIZIO 

Il 73% degli insegnanti e l’88% dei genitori concordano nell’assegnare alla scuola un ruolo importante nell’educazione alimentare dei più piccoli, anche se per l’89% dei genitori la famiglia continua a rivestire il ruolo primario. È quanto emerge dall’analisi “Lo stato dell’arte dell’educazione alimentare in Italia e il ruolo della ristorazione collettiva” che Elior  ha commissionato a The European House-Ambrosetti in occasione della riapertura delle scuole.

Nonostante sia riconosciuto il ruolo fondamentale della scuola nel diffondere corrette abitudini alimentari, solo 1 bambino su due (49%) ha accesso al servizio mensa, con punte che toccano il 67% nel Sud Italia e Isole. Questo perché solo il 29% degli edifici scolastici è dotato di una mensa, con grandi difformità territoriali: 46% nel Nord, 21% nel Centro, 15% nel Sud 17%, nelle Isole.

Quasi tutti gli intervistati attribuiscono molta importanza all’educazione alimentare (punteggio 4,4 su 5), ma solo il 13% segue i principi della dieta mediterranea – dato confermato anche dal fatto che secondo l’OCSE l’Italia è il secondo peggior paese, dietro gli USA, per quota di bambini sovrappeso/obesi tra i 5 e i 9 anni (42% vs. media OCSE del 31%). Quasi un terzo delle famiglie è consapevole di quante porzioni di frutta e verdura vadano mangiate (ovvero 5), ma solo l’8% riesce a convincere i propri figli a consumarle regolarmente. A questo si aggiunge che un quarto dei bambini (25%) non pratica attività fisica (soprattutto Sud e Isole – 31%).

Nonostante genitori e insegnati riconoscano il ruolo fondamentale della scuola nel diffondere comportamenti corretti, solo il 12% dei genitori e il 16% dei professori inserirebbe la materia nel programma didattico. Dall’analisi emerge inoltre che il grado di preparazione degli insegnanti sul tema educazione alimentare è considerato medio (punteggio di 3,4 su 5) e solo il 7% delle attività di educazione alimentare nelle scuole coinvolge specialisti. Il 18% ritiene che gli insegnanti possano anche solo fornire le basi della materia, mentre il restante 6% pensa che ci siano altre priorità da insegnare a scuola.

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