Le malattie immuno-mediate o autoimmuni (IMID) sono la conseguenza di una reazione anomala da parte del sistema immunitario.
L’avvento dei farmaci biologici ha rappresentato un cambio di passo nelle cure, soprattuto nel caso di artrite reumatoide, morbo di Chron, IBD, spondilite anchilosante, artrite psoriasica e psoriasi. Proprio questo tipo di terapia ha rappresentato un punto di svolta fondamentale per la presa in carico e la gestione del paziente grazie alla capacità di cambiare radicalmente la storia e la remissione della malattia.
I farmaci biosimilari stanno dunque assumendo in questo ambito un ruolo sempre più centrale, avendo dimostrato grande efficacia e sicurezza e consentendo l’ottimizzazione delle risorse economiche che, a loro volta, permettono di allargare la platea dei pazienti che ne possono beneficiare.
La Regione Lombardia è, in questo ambito, tra le Regioni maggiormente virtuose per la difesa della libertà prescrittiva. Altre Regioni, ad esempio, ponendo prescrizioni restrittive di natura economica hanno generato una “lotta tra biosimilari” con un rischio di depauperamento del mercato a fronte di risparmi discutibili.
Il vero risparmio si è avuto, e si ha, nel passaggio da originatore a biosimilari; qui invece Regione Lombardia ha ancora una sacca di risparmio sulla quale potrebbe agire, per consentire l’accesso ai farmaci biologici a un maggior numero di pazienti, e per migliorare il percorso, in particolare in alcune aree terapeutiche, come nelle IMID.
Associazioni di pazienti, esponenti della comunità scientifica e i massimi esponenti della sanità lombarda si sono confrontati in un dibattito pubblico, all’interno della Commissione Welfare regionale, per identificare nuove linee di indirizzo capaci di portare a più efficaci scelte di politica sanitaria che utilizzino al meglio le opportunità offerte dai farmaci biosimilari.
Sono cinque le proposte di possibile miglioramento per il Sistema Sanitario Regionale, in termini di sostenibilità e innovazione:
1) creazione di un Tavolo di confronto regionale multistakeholder in materia di malattie immuno-mediate;
2) sviluppo di un sistema di reti di patologia, consolidando la rete Reumatologia e dando vita alle reti di Gastroenterologia e Dermatologia in stretta e continua relazione tra loro, ampliando la partecipazione alle Reti e creando spazi di ascolto e di confronto con e tra le Associazioni dei pazienti e i Medici di Medicina Generale anche il Tavolo regionale multistakeholder di confronto regolare tra le tre aree patologiche;
3) ampliamento nell’utilizzo dei farmaci biosimilari in modo omogeneo su tutto il territorio e per tutte le patologie invalidanti attraverso l’utilizzo di indicatori monitorati su base trimestrale.
4) coinvolgimento delle associazioni dei pazienti nei gruppi di lavoro inerenti i capitolati di gara per l’approvvigionamento dei farmaci, la definizione dei PDTA di patologia, l’organizzazione delle reti di patologia;
5) maggiore scambio di informazioni tra ospedale e territorio, tra specialisti e MMG coadiuvati da telemedicina e teleconsulto, e tra Medici e pazienti, in una prospettiva di potenziamento delle visite, di accesso alle informazioni, miglioramento nel livello di cura e di ottimizzazione di tempi e rese di intervento.
“Nella legge di potenziamento della sanità lombarda di cui ho avuto l’onore di essere relatore – commenta Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali della Lombardia – abbiamo rafforzato la centralità delle associazioni dei pazienti perché siamo consapevoli della loro importanza. Inoltre – prosegue Monti -, un ruolo fondamentale per la presa in carico del paziente sarà ricoperto dalle strutture sanitarie territoriali (case e ospedali di comunità) che andranno a rafforzare la collaborazione fra ospedale e territorio, riavvicinando il sistema di cure ai cittadini”.
Le malattie infiammatorie immuno-mediate (IMID) sono delle patologie complesse del sistema immunitario che, se non curate in modo corretto, possono esporre al rischio di danni permanenti. Fra le più note l’artrite reumatoide, la spondiloartrite assiale o spondilite anchilosante, la psoriasi a placche, l’artrite psoriasica, il morbo di Crohn, la colite ulcerosa e l’uveite.
I dati epidemiologici suggeriscono che le IMID come il morbo di Crohn e la psoriasi sono in preoccupante crescita nella popolazione pediatrica. E in Italia le malattie reumatologiche autoimmuni colpiscono circa l’1,5% della popolazione con maggiore interessamento delle donne (rapporto 1:3) e spesso si manifestano in età giovanile.
Le persone che vivono con queste malattie, ancora poco conosciute, hanno necessità di essere valutate da diversi specialisti. La loro complessità richiede, dunque, collaborazione tra specialisti che possano prendere in carico il paziente con una rete ben organizzata.