I linfomi rappresentano il quinto tipo di tumore per frequenza nel mondo occidentale. Tra questi, il linfoma diffuso a grandi cellule B recidivante o refrattario (DLBCL) . In Europa, ogni anno, a circa 3 o 4 persone su 100.000 viene diagnosticato un linfoma diffuso a grandi cellule B recidivante o refrattario. La sopravvivenza media per i pazienti con refrattari è inferiore a 1 anno e, sulla base delle opzioni di trattamento, circa un paziente su tre con DLBCL non risponde alla terapia iniziale o ha una recidiva.
Questo tipo di linfoma insorge prevalentemente nei linfonodi, ma può colpire qualunque organo, per esempio reni, polmoni, testicoli, cute. Il sintomo riportato più frequentemente dai pazienti è il rapido ingrossamento delle dimensioni dei linfonodi a livello del collo, delle ascelle, dell’inguine, ma il ventaglio di sintomi è molto ampio.La diagnosi arriva dopo la valutazione di un ematopatologo esperto che analizza un campione di tessuto – spiega . il Prof. Andrés José María Ferreri, Direttore dell’Unità Linfomi, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano e Presidente della Fondazione Italiana Linfomi (FIL).- Questo tumore è potenzialmente guaribile anche nei pazienti con tumore disseminato, ed è comunemente trattato con la chemioterapia, con risultati discreti, ma è stato l’avvento dell’immunoterapia che ha cambiato significativamente lo scenario”.
Da queste premesse si arriva alla buona notizia. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha raccomandato il rimborso di tafasitamab, un trattamento immunoterapico umanizzato diretto contro CD19, ingegnerizzato Fc, in associazione a lenalidomide, un farmaco immunomodulatore consolidato contro i tumori del sangue, seguito da tafasitamab in monoterapia. Questo approccio terapeutico innovativo è approvato in Italia per il trattamento di pazienti adulti affetti da Linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) ricaduto o refrattario e non idonei al trapianto autologo di cellule staminali (ASCT).
“L’arrivo di tafasitamab rappresenta un’opzione importante, in particolare per i tanti pazienti ricaduti o refrattari”, ha spiegato il Prof. Pier Luigi Zinzani, Ordinario di Ematologia, Istituto di Ematologia “L. e A. Seràgnoli” Università di Bologna, “Un regime chemio free molto efficace e con una lunga durata della risposta. Il farmaco presenta un grosso margine d’azione; se pensiamo a cosa potevamo offrire ai nostri pazienti solo qualche anno fa e cosa possiamo offrire oggi, ci appare chiaro che le prospettive sono radicalmente cambiate”.
“Ogni nuovo farmaco dà una speranza in più ai pazienti”, conclude la Prof.ssa Rosalba Barbieri, Vicepresidente di AIL, Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma. “La ricerca è essenziale per i pazienti e dietro ogni nuova opzione terapeutica ci sono anni e anni di sperimentazione e investimenti di cui siamo molto grati. AIL riconosce il valore della ricerca e la sostiene, a favore dei pazienti, per dare nuove speranze e migliorare la qualità di vita”.