La “Prevenzione Cardiovascolare sCorre in Italia”

  L’obiettivo è, ancora una volta, prevenire le malattie cardiovascolari. E non potrebbe essere altrimenti se si pensa che in Italia ben 127.000 donne e 98.000 uomini muoiono ogni anno per ictus e malattie del cuore, tra cui infarto e scompenso. Un dato grave, che lo è ancora di più se si pensa che molti di questi decessi avvengono prima dei 60 anni di età.

 Alla luce di questi dati sconfortanti, è più che mai necessario fare qualcosa per promuovere uno stile di vita sano. Il che si può fare almeno in 86 modi diversi, tra cui 41 ritenuti in linea con i rigorosi criteri dell’iniziativa“La Prevenzione Cardiovascolare sCorre in Italia”. Enti ospedalieri pubblici, Fondazioni, IRCCS e ASL hanno colto con entusiasmo l’invito a candidarsi con le proprie proposte e hanno partecipato numerosiall’iniziativa, a testimonianza di quanto hanno a cuore il tema della prevenzione cardiovascolare.

“I fattori di rischio cardiovascolare sono moltissimi e di alcuni siamo direttamente responsabili, poiché possiamo intervenire su di essi eliminandoli o modificandoli: si tratta della pressione arteriosa alta, del fumo di tabacco, dell’alimentazione eccessiva o inadeguata, dell’eccesso di peso corporeo (sovrappeso o obesità) e della ridotta attività fisica” spiega Dario Manfellotto, Direttore Dipartimento Discipline Mediche e UOC di Medicina Interna , Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli-Isola Tiberina, Roma.

L’ esercizio di moderata intensità eseguito in maniera continuativa e a lungo termine ha una serie di effetti positivi, sia in persone adulte sia anziane, riducendo l’incidenza di eventi cardiovascolari nei soggetti sani e in quelli cardiopatici. “Il beneficio è spiegabile per un 40% dal miglior controllo dei fattori di rischio e per un 60% come conseguenza di benefici peculiari prodotti dall’esercizio stesso sull’apparato cardiovascolare, riconducibili alla riduzione dello stress ossidativoe a un’azione anti-infiammatoria, con un effetto protettivo nei confronti della disfunzione endoteliale, che spesso costituisce il fattore scatenante di un evento cardiovascolare acuto” – illustra Stefano Urbinati , Direttore dell’UOC di Cardiologia, Ospedale Bellaria Azienda USL di Bologna – “Inoltre, nuovi studi ipotizzano che possa avere effetti positivi sul metabolismo del calcio e del fosforo, sulla produzione di emoglobina, sulle fibre muscolari, sul metabolismo ossidativo del fegato, sulla circolazione periferica e sul sistema immunitario”. In caso di malattie dell’apparato cardiovascolare l’attività fisica va intesa come un trattamento aggiuntivoe come per ogni farmaco devono essere definiti posologia, cadenza delle somministrazioni e durata del trattamento. “Ci sono esperienze positive per la riabilitazione cardiologica anche dopo un infarto miocardico non complicato e nei soggetti con disfunzione ventricolare sinistra” – continua Urbinati – “La maggiore performance fisica pare espressione di un miglioramento della capacità dei muscoli di utilizzare l’ossigeno”.

È inoltre fondamentale una dieta sana, povera di alcool, grassi e sale, ma ricca di nutrienti come vitamine, sali minerali e fibre. L’attenzione a quello che si mette in tavola è particolarmente importante per chi soffre di diabete, perché ha un rischio 2-3 volte maggiore rispetto agli altri di incorrere in una patologia cardiovascolare . “L’insulino-resistenza, fattore caratteristico della malattia, impedisce infatti un corretto uso del glucosio da parte di tutti i muscoli del corpo, cuore compreso.  L’organismo comincia così a cercare un’energia alternativa da cui attingere e la trova negli acidi grassi, sostanze presenti in abbondanza soprattutto in chi è in sovrappeso o obeso. Questi, però, nel tempo affaticano il cuore” – spiega Francesco Giorgino, Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – Check-up regolari dell’emoglobina glicata, dei valori della pressione arteriosa e del colesterolo permettono interventi terapeutici tempestivi ed efficaci.”

Tutti questi fattori hanno portato alla nascita del progetto “La Prevenzione sCorre in Italia” , che ha come attori protagonisti sia gli operatori della salute sia gli stessi cittadini e le Associazioni di cittadini. Le 86 proposte sviluppate e candidate da Enti ospedalieri pubblici, Fondazioni, IRCCS e ASL, dopo una prima valutazione in termini di rispondenza ai criteri dell’iniziativa che ha portato a selezionarne 41, verranno sottoposte infatti a una “giuria popolare”.

Da ottobre a fine novembre tutti i progetti pervenuti e valutati idonei potranno essere consultati su www.laprevenzionescorre.it e votati tramite i canali social . L’abitudine a una vita sana e attiva sarà il criterio per poter accedere al voto: l’utente dovrà scattare, infatti, una foto ove sia visibile il numero di km percorsicamminando, correndo o andando in bici, rilevati attraverso una qualsiasi App o strumento di rilevazione digitale in dotazione. La foto dovrà essere postata con profilo pubblico su Facebook, Instagram o Twitter con l’aggiunta dell’hashtag #laprevenzionescorre (identificativo dell’iniziativa), dell’hashtag identificativo del numero del progetto che si intende sostenere (così come precisato sul sito www.laprevenzionescorre.it) e dell’hashtag #bici o #piedi.

La terza e ultima fase, entro i primi di dicembre, vedrà quindi la proclamazione dei progetti vincitori da parte del Board di esperti, che terrà conto anche del voto popolare.

I vincitori riceveranno in premio un contributo economico, per la realizzazione dei loro progetti, erogato da Boehringer Ingelheim.

Una call-to-action per medici e cittadini, ma non solo. Anche il compito educazionale e informativo dei media su questi temi svolge un ruolo molto importante. Per questo, a fianco dell’iniziativa, è stato istituito un Premio giornalistico con il patrocinio di Unamsi.
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