C’è ancora molto da fare, ma siamo sulla buona strada. Questi, in sintesi, i risultati di un’indagine realizzata sui cittadini lombardi che fornisce indicazioni utili per migliorare la comunicazione e aumentare la protezione di anziani e fragili a proposito dell’ Herpes Zoster. In pratica, i cittadini non conoscono bene la malattia e i benefici della vaccinazione ma sono aperti a saperne di più.
Bisogna lavorare in questa direzione, quindi, anche perchè i numeri parlano chiaro. In Italia oltre 150.000 persone l’anno si ammalano di Herpes Zoster e circa 1 adulto su 3 è a rischio di sviluppare l’infezione, la cui severità aumenta con l’età a causa dell’immunosenescenza e dell”invecchiamento biologico del sistema immunitario. Il rischio di sviluppare l’infezione, e la gravità dell’infezione stessa, aumentano inoltre nei soggetti fragili, colpiti da diabete, malattie cardiovascolari, respiratori, HIV e malattie oncologiche.
L’Herpes Zoster è un virus che provoca una dolorosa eruzione cutanea anche conosciuta come fuoco di Sant’Antonio. Nella forma più comune si manifesta con una placca infiammatoria ricoperta di vescicole di forma allungata che interessa una parte del corpo. Si tratta dello stesso virus che provoca la varicella (varicella-zoster-virus). Questo virus ha la particolarità di restare inattivo nel tessuto nervoso riattivandosi anni dopo con le manifestazioni molto dolorose dell’Herpes Zoster. Si calcola che circa il 90% della popolazione si ammali di varicella nella vita e il 10% di questi abbia una recidiva dell’infezione nella forma del fuoco di Sant’Antonio.
“Secondo la ricerca sui cittadini lombardi che abbiamo realizzato in collaborazione con SWG, è emerso come, anche se 9 cittadini su 10 sono a conoscenza dell’esistenza del vaccino anti-Herpes Zoster, meno del 20% si dichiara ben informato – ha commentato Daniela Bianco, Partner e Responsabile Area Healthcare di The European House-Ambrosetti. In aggiunta emerge una elevata propensione a vaccinarsi, infatti tra gli indecisi quasi il 40% effettuerebbe la vaccinazione se il medico di base o il sistema sanitario regionale proponessero la vaccinazione; il luogo in cui viene effettuata la vaccinazione (centro vaccinale, MMG o farmacia) non è invece un fattore determinante per un terzo degli intervistati. Emerge quindi la necessità di rafforzare le attività di comunicazione verso i cittadini ma anche gli operatori sanitari. Peraltro, il rafforzamento delle attività di comunicazione in ambito vaccinale e la promozione nei professionisti sanitari della cultura delle vaccinazioni sono anche due obiettivi del nuovo PNPV, cruciali per contrastare il fenomeno dell’esitazione vaccinale”.
L’Herpes Zoster, inoltre, ha un impatto economico rilevante di oltre 41 milioni di euro l’anno tra costi indiretti (13 milioni di euro) e diretti (28 milioni di euro, di cui il 50% attribuibili ai ricoveri per complicanze).
Per fare il punto sulla situazione si è tenuto presso Palazzo Pirelli del Consiglio Regionale della Lombardia, patrocinato da Regione Lombardia, il convegno dal titolo “Il valore della prevenzione vaccinale per il sistema economico e di welfare in Lombardia – Le prospettive per la vaccinazione anti- Herpes Zoster”, realizzato da The European House-Ambrosetti con il contributo non condizionante di GSK.
A quasi 3 mesi dall’approvazione del nuovo (PNPV) Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2023- 2025, l’evento è stato l’occasione per fare il punto sul suo recepimento in Lombardia e sulle azioni e strategie che a livello regionale si stanno attivando per promuovere la prevenzione vaccinale soprattutto nell’età adulta, con un focus sulla vaccinazione anti-Herpes Zoster.
“Bisogna cambiare marcia attraverso le chiamate attive e il coinvolgimento, dove possibile, dei servizi vaccinali delle ASST/ATS/ASL, dei medici di famiglia, delle RSA, degli ospedali e delle farmacie – ha esordito Carlo Signorelli, Ordinario di Igiene all’Università Vita Salute San Raffaele e Presidente del NITAG (National Immunization Technical Advisor Group)- Il nuovo Piano vaccinale, pur non entrando nei dettagli delle campagne vaccinali, che spettano alle regioni, incoraggia le offerte su larga scala soprattutto alle popolazioni fragili.”
In Italia, la vaccinazione anti-Herpes Zoster ha sempre registrato bassi livelli di copertura, a causa di una molteplicità di fattori, tra cui una malattia poco nota e spesso sottovalutata, una scarsa conoscenza della vaccinazione tra gli operatori sanitari e non da ultimo approcci diversificati tra le Regioni in termini di fasce d’età, recuperi, co-somministrazioni, modalità di offerta. Anche in Lombardia si riscontra un basso livello di conoscenza sia della malattia che dei benefici della vaccinazione.
In Lombardia la vaccinazione anti-Herpes Zoster è offerta gratuitamente ai soggetti di età superiore ai 18 anni con diabete mellito complicato, patologia cardiovascolare severa, BPCO e Asma severa, immunodeficienza congenita o acquisita o destinate a terapie immunosoppressive, con storia di Herpes Zoster recidivante o con pregressa forma grave di Herpes Zoster, ai soggetti di età superiore ai 50 anni affette da diabete, BPCO, cardiopatie o candidate a terapie immunosoppressive, e a soggetti di 65 anni di età (nel 2023 l’offerta è estesa a partire dai nati nel 1952 fino ai nati nel 1958). Si tratta di una vaccinazione che può essere offerta in co- somministrazione con il vaccino antinfluenzale e che a differenza di quest’ultimo può essere effettuata in qualsiasi momento dell’anno.
L’offerta vaccinale per l’età adulta e la popolazione fragile, tra cui quella per l’Herpes Zoster richiede prossimità, con punti vaccinali sempre più vicini e semplici da raggiungere, la professionalità del personale che deve accrescere il senso di fiducia dei cittadini nei confronti delle vaccinazioni e una comunicazione e un’offerta (accessibilità, orari, giornate, modalità di prenotazione) flessibili in funzione del target da raggiungere. La vaccinazione all’interno delle RSA, così come l’inserimento della vaccinazione all’interno dei PDTA dei pazienti affetti da patologie croniche e la chiamata attiva dei cittadini aventi diritto sono ulteriori strumenti di promozione. Per raggiungere gli obiettivi è imprescindibile il contributo di tutti i professionisti sanitari, specialisti ospedalieri e territoriali, MMG ma anche farmacisti, chiamati a promuovere la conoscenza e il valore delle vaccinazioni.
“Il rafforzamento delle attività di prevenzione, favorendo stili di vita corretti e le vaccinazioni lungo tutto l’arco della vita di un individuo, inclusa l’età adulta dove siamo ancora lontani dai target di copertura stabiliti, rappresenta il primo passo per promuovere la buona salute – sottolinea Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sostenibilità Sociale, Casa e Famiglia del Consiglio Regionale della Lombardia – Le vaccinazioni e le altre attività di prevenzione, oltre a contribuire all’aumento dell’aspettativa di vita e al miglioramento della qualità della vita, sono fondamentali perché generano anche effetti positivi sul SSN e il sistema di welfare e più in generale sul sistema economico contribuendo alla crescita sostenibile nel lungo periodo”.
Sullo sfondo la trasformazione demografica in atto in Italia e in Lombardia, dove nei prossimi 30 anni, la percentuale di soggetti over-65 passerà dal 23,3% al 32,4% della popolazione -, che richiede un cambio nel modello di assistenza che promuova la buona salute per contribuire alla sostenibilità del sistema socio-economico.