ESOFAGITE EOSINOFILA: una nuova terapia anche per i pazienti italiani

Quante sono le malattie rare? Moltissime. Tra queste, c’è l’ esofagite eosinofila (EoE), patologia caratterizzata da sintomi di disfunzione esofagea e da un’infiltrazione eosinofila (ossia dei globuli bianchi (leucociti) coinvolti nelle reazioni allergiche e nella difesa contro le infestazioni parassitarie) dell’epitelio dell’esofago. Secondo gli ultimi dati la prevalenza  è di 22,7/100.000 abitanti con tassi più alti negli adulti (43,4/100.000) rispetto ai bambini (29,5/100.000).

I sintomi sono vari e spesso confondibili con altre patologie (ad esempio nei bambini che non riescono a descrivere la disfagia) , tanto è vero che spesso la diagnosi è tardiva:  pirosi, rigurgito, vomito, disfagia, arresto del bolo alimentare e dolore addominale. La malattia, se non viene diagnosticata e curata tempestivamente,  può portare a un rimodellamento esofageo, rigidità e stenosi; pertanto, serve un adeguato inquadramento diagnostico e terapeutico.

Per la cura, intanto, è disponibile  anche in Italia “budesonide” in compresse orodispersibili, l’unica terapia approvata per il trattamento dell’esofagite eosinofila che ha dimostrato in ampi studi clinici tassi convincenti di remissione, sia nella terapia di induzione sia in quella di mantenimento con una buona tollerabilità.

Come spiega Edoardo Vincenzo Savarino, Professore Associato di Gastroenterologia – DISCOG Universitàdi Padova. “per una corretta diagnosi della patologia deve essere eseguita una esofagogastroduodenoscopia (EGDS) con biopsie.”

L’origine e la causa dell’EoE non sono ancora del tutto chiare. Si pensa che ci sia un’interazione fra il sistema immunitario e i fattori ambientali.

Circa il 70% dei pazienti soffre di EoE a causa di alimenti. Dato che può essere ulteriormente aumentatodi un 10% riferendosi anche ad altre sensibilizzazioni. Non ultimo ricordiamo alcuni report di pazienti che hanno sviluppato EoE anche a seguito di uso di immunoterapia orale o sublinguale” – afferma Giorgio Walter Canonica, Responsabile Centro Medicina Personalizzata Asma e Allergologia – IRCCS Humanitas Research Hospital di Milano.

Quello che accade a livello esofageo è che le sostanze contenute negli alimenti o pollini vengono in contatto con cellule del sistema immunitario, che si attivano in modo non fisiologico determinando infiammazione con richiamo degli eosinofili a livello della mucosa dell’esofago. Questa infiammazione a livello dell’esofago causa un rimodellamento della mucosa che può determinare importanti fibrosi.

La terapia dell’EoE si può riassumere con le 3D: diet, drugs, dilatation. La terapia alimentare si basa su diete elementari o empiriche, che consistono nell’interruzione dell’assunzione dei più comuni alimenti allergenici come il latte, le uova, il grano, la soia, le nocciole e molluschi. La dilatazione endoscopia, infine, si attua con palloncino o dilatatore di tipo Savary.

Uno dei principali problemi di questa patologia  è il ritardo diagnostico; è infatti una malattia spesso sottovalutata a causa di sintomi a volte non gravi. Il secondo problema è l’accessibilità al farmaco in ogni parte d’Italia in egual misura, processo che definirei un’«avventura», un viaggio da fare Regione per Regione con l’obiettivo di creare dei PDTA nelle eccellenze locali che diventano in seguito facilitatori di buone pratiche” – conclude Roberta Giodice, Presidente di ESEOAPS Italia.

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