Semplice da somministrare, veloce e con possibilità di ripeterlo. Nessuna invasività per chi si deve sottoporre al test. Ma non solo: anche più sicurezza per gli operatori sanitari ed elevata affidabilità grazie alla maggiore sensibilità clinica nel rilevamento del virus Sars-CoV-2.
Sono questi i principali vantaggi del nuovo sistema diagnostico salivare disponibile per la distribuzione su tutto il territorio nazionale. L’innovazione del sistema diagnostico si basa sull’utilizzo di un nuovo liquido reagente che consente di trasportare e conservare più a lungo i campioni da tampone per COVID-19, riducendo al minimo le variazioni ambientali del materiale di analisi e consentendo un aumento della sensibilità clinica del test molecolare del 12%rispetto ai tamponi naso faringei. Il liquido fissae conserva l’RNA del virus e lo rende inattivo, consentendo agli operatori sanitari di condurre le analisi in sicurezza e di poterle effettuare anche a distanza di 48 ore o di ripeterle, senza avere conseguenze sulla conservazione del campione o sul risultato.
“L’utilizzo di questo nuovo sistema può rappresentare una svolta nelle procedure di prelievo e analisi dei campioni per il controllo del COVID-19. Fino ad oggi, per i tamponi salivari sono state utilizzate diverse soluzioni di trasporto che però determinano una riduzione della sensibilità del test e hanno anche una limitata stabilità nel tempo. Vista la praticità dell’uso della saliva, si sentiva la necessità di soluzioni di trasporto che risolvessero questi problemi per poter di incrementare il numero di test velocemente, specie nelle fasi più critiche della pandemia” – spiega Francesco Curcio, Professore di Patologia clinica del Dipartimento di Area Medica dell’Università di Udine e Direttore del Dipartimento di Medicina di laboratorio della ASU FC Friuli Centrale e Regione Friuli Venezia Giulia, che ha eseguito lo studio clinico e la convalida in vivo del prodotto. – “Grazie alle sue caratteristiche, il nuovo sistemaè in grado di velocizzare l’individuazione del virus, con importanti vantaggi rispetto al tampone naso faringeoin termini di semplicità, invasività, velocità e ripetibilità di prelievo e può essere processato senza difficoltà nei laboratori che svolgono analisi di campioniper Covid-19”.
Il sistema diagnostico salivare possiede un’elevata sensibilità, pari al 95%, e una specificità del 97,5%. Inoltre, la stabilità dei campioni salivari nel liquido reagente è di 48h a temperatura ambiente e 4°C. Con queste caratteristiche è realmente un’arma in più per tenere sotto controllo l’andamento del contagio, specialmente in un momento in cui tornano a crescere i casi di infezione in Italia, mettendo sotto pressione i laboratori di analisi e gli Ospedali.
E non è tutto. “Stiamo indagando la possibilità di ampliare l’utilizzo del liquido reagente per individuare precocemente i positivi contagiosi da quelli non contagiosi, verificando la presenza del virus non tramite il suo acido nucleico (RNA) ma tramite le sue proteine (antigeni). Se la soluzione fosse efficace anche per effettuare questa rilevazione, ci consentirebbe di determinare con maggiore accuratezza i margini di rischio del contagio e le misure di sicurezza necessarie per poter arginare la diffusione del virus” – conclude il Prof. Francesco Curcio.
Il sistema diagnostico salivare è quindi pronto e disponibile per essere utilizzato in modo esteso, partendo proprio dal Friuli Venezia Giulia, dove dalla fase pilota sono emersi ottimi risultati sia nelle performance sia in termini di sostenibilità dei costi.