Coronavirus: l’isolamento della Cina colpisce anche Hong Kong e Macao

L’emergenza sanitaria nei confronti del coronavirus ha coinvolto il mondo intero, e anche l’Italia non fa eccezione. E il nostro Paese, unico in Europa, ha preso la decisione di bloccare i voli diretti con la Cina, Macao, Taiwan e Hong Kong come risposta ai primi casi di coronavirus in Italia.

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, in proposito ha lanciato una richiesta, che suona come un campanello d’allarme, con la preoccupazione che questa decisione possa avere forti ripercussioni economiche.

Soprattutto Hong Kong, la regione amministrativa speciale della Cina che è stata inclusa nel divieto di voli diretti è stata colta di sorpresa, visto nonostante l’adozione  di misure straordinarie per il contenimento dell’emergenza sanitaria che ha colpito la provincia cinese dello Hubei, a partire da Wuhan.

In particolare, il 25 gennaio il livello di risposta delle autorità dell’ex colonia britannica è passato a quello di “emergenza”, con l’istituzione di un comitato apposito e un consiglio di esperti. Nello stesso momento il governo ha stanziato un fondo di 1,28 miliardi di dollari per combattere il virus. Nel frattempo, il rientro a scuola è stato posticipato al 1° marzo, mentre viene promosso il lavoro da casa per tutti i dipendenti governativi.

Non solo. Dall’8 febbraio, tutte le persone in arrivo dalla Cina sono soggette a 14 giorni di quarantena, mentre sono stati chiusi quasi tutti i punti di passaggio tra i due territori, tranne due sui quali sono stati rinforzati i controlli sanitari. Controlli rinforzati anche al porto di Shenzhen Bay, all’aeroporto di Hong Kong (dove la frequenza dei voli con diverse altre città cinesi è stata dimezzata e dove viene presa la temperatura di tutti i passeggeri) e sul mega ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao. Ai residenti dello Hubei è stato invece proibito l’ingresso a partire dal 27 gennaio. Sono state introdotte severe restrizioni anche ai trasporti ferroviari e portuali.

Misure severe sono state previste anche sul piano sanitario, con la predisposizione di centri di quarantena dove chiunque (compresi i cittadini di Hong Kong) faccia ritorno da altre città cinesi dovrà passare un periodo di 14 giorni, anche senza sintomi di contagio, con punizioni severe previste per chi non rispetta il periodo di quarantena. Nel frattempo, è stata aumentata la produzione interna di mascherine, mentre la Hong Kong University of Science and Technology ha messo a punto un test che consente di effettuare la diagnosi di positività al coronavirus in soli 40 minuti. Al momento si tratta del più veloce dispositivo di rilevamento per il virus a livello mondiale e si basa sulla biotecnologia molecolare.

Di fronte a questa situazione è intervenuta anche la Camera di Commercio Italiana a Hong Kong e Macao esprimendo solidarietà e supporto a tutti gli operatori e organizzazioni, sia locali che internazionali, che sono quotidianamente impegnati nella gestione dell’emergenza sanitaria in Hong Kong e Macao e alla sua popolazione, che ospita con generosità e rispetto la più grande comunità italiana di tutta la Cina e una tra le più numerose di tutta l’Asia.

La Camera ha invitato  tutti i soci a seguire le direttive e i consigli che vengono inviati costantemente per attuare le necessarie precauzioni volte a prevenire e contenere il contagio e si adopera altresì affinché, attraverso una corretta informazione, siano evitate forme di panico e intolleranza.   Quale principale rappresentante della comunità di affari italiana a Hong Kong e Macao, la Camera ha espresso anche solidarietà e vicinanza ai tanti operatori italiani operanti sul territorio, le cui attività sono pesantemente colpite dall’emergenza Coronavirus.

Alla luce dell’impegno costante nel supportare le aziende italiane a Hong Kong e Macao,  Camera ha sollecitato le Autorità Italiane competenti a rivalutare le recenti decisioni relative al blocco del collegamento diretto dei voli passeggeri tra Hong Kong e l’Italia, rappresentando Hong Kong un hub per i rapporti commerciali non solo con la Cina, ma con tutta la regione del sud-est asiatico.   Tutto questo in una duplice prospettiva. Ristabilire il suddetto collegamento aereo, infatti, secondo la Camera rappresenta un elemento fondamentale nel supporto e nella conduzione dell’ingente volume d’affari tra i due paesi, e garantirebbe la possibilità ai connazionali e alle loro famiglie, seppure con tutte le dovute precauzioni, di normali rientri in patria.

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