La Società Italiana di Endocrinologia (SIE) ha deciso di promuovere alcune importanti iniziative insieme alla Società Italiana di Pediatria (SIP) e alla SIAMS, la Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, tra cui i controlli endocrinologici periodici anche per i maschi, al fine di individuare precocemente le eventuali alterazioni ormonali o andrologiche.
L’80% dei problemi andrologici dell’adulto, infatti, si sviluppa in età pediatrica e nella prima adolescenza e almeno metà di questi casi potrebbero essere risolti con la prevenzione attraverso visite e controlli periodici.
Ne parliamo con il professor Andrea Lenzi, Ordinario endocrinologia – Direttore sezione di Fisiopatologia Medica, Dipartimento medicina Sperimentale, “Sapienza” Università degli studi di Roma e Presidente Società Italiana di Endocrinologia
Come nasce questa collaborazione e che obiettivi si pone?
Si tratta di una collaborazione necessaria, siamo nel terzo millennio, vogliamo salute e benessere per le giovani generazioni e dobbiamo prevenire. Per realizzare questo obiettivo è indispensabile aprire un colloquio tra pediatri, medici di medicina generale ed endocrinologici. La prevenzione ormonale e andrologica, in particolare, inizia dall’anno 0 e direi che ha il suo focus negli anni 0-12. Cioè dalla nascita alla pubertà. Quindi è molto sentita l’esigenza di promuovere all’interno dei pediatri generalisti che lavorano sul territorio, ma anche fra i pediatri specialisti e quelli ospedalieri, la cultura della diagnosi precoce attraverso l’individuazione precocissima delle alterazioni ormonali o andrologiche, e un’altrettanta precoce comunicazione dei disturbi individuati ai genitori che vanno a loro volta educati a gestire questi problemi rendendoli consapevoli che se prese in tempo, e trattate, queste alterazioni non avranno conseguenze gravi sulla vita dei loro figli. In particolare il pediatra di famiglia dovrebbe rafforzare la formazione sulle problematiche andrologiche, intercettando le condizioni a rischio e indirizzando il bambino che ne ha necessità verso una visita specialistica dall’endocrinologo.
Che ruolo può svolgere l’endocrinologo nella promozione della salute in età pediatrica?
Un ruolo molto significativo. Da un lato vorremmo contaminare le due culture, quella pediatrica generalista e del territorio, che devono conoscere ancora molto dell’endocrinologia, e dall’altro quella endocrinologica generale, che deve conoscere molto della pediatria per poter collaborare insieme. Inoltre, vorremmo fare in modo che un ragazzo al quale sia stata diagnosticata una qualche patologia andrologica di tipo endocrino, una volta uscito dall’età pediatrica non attenda di arrivare al matrimonio o al desiderio di procreare per occuparsene, ma prosegua nell’adolescenza un’assistenza continuativa, la sola che può garantire una vera ed efficace prevenzione. Mi riferisco allo sviluppo dei testicoli e della produzione degli spermatozoi. Se non seguiti nel tempo, molti ragazzi perdono l’occasione di avere una vita sessuale e una fertilità normale e questa prevenzione deve avvenire tra gli 0 e i 12 anni.
Qual è il periodo più delicato della crescita e dello sviluppo del maschio?
I primi anni di vita fino all’adolescenza; purtroppo il “buco nero” nella prevenzione si verifica proprio nella fase di passaggio assistenziale pediatra – medico di famiglia. Alla nascita spetta al neonatologo effettuare il primo controllo per il criptorchidismo, ossia la ritenzione testicolare per cui i testicoli non sono presenti nello scroto, per i fenomeni di fimosi, quando il prepuzio non lascia scoprire il glande, e poi al pediatra per le infezioni genitali ed urinarie, le infiammazioni e traumi testicolari e per il varicocele che consiste nella dilatazione delle vene spermatiche sopra testicolari. Identificando, prevenendo e curando queste patologie si potrebbero ridurre del 30% tutte quelle condizioni che poi saranno disturbi sessuali e di infertilità dell’adulto. Ma creando un percorso assistenziale preferenziale tra pediatra, endocrinologo e andrologo e dando continuità alla prevenzione e alle cure, potremmo ridurre del 50-60% queste patologie e ottenere con successo una generazione “andrologicamente sana”.
Quali sono i controlli più importanti di tipo endocrinologico e andrologico?
La visita endocrinologica e quella andrologica devono entrare a far parte del bagaglio clinico del pediatra. Sin dal primo livello della visita pediatrica vanno identificate eventuali patologie di natura endocrinologica. Bisogna prevedere visite nei primi due anni di età; un altro passaggio fondamentale è la fase dello sviluppo, tra i 9 e i 12 anni. In seguito, è importante una visita a 16 anni seguita da controlli a cadenza annuale fino all’età di 18 anni. In particolare, il bambino deve essere sottoposto a un controllo finalizzato a valutare la posizione dei testicoli e l’eventuale presenza di alterazioni del pene e del meato uretrale oltre che della presenza di fimosi. Successivamente, durante la pubertà (12-16 anni) è necessaria la visita pediatrica di tipo andrologico per seguire il delicato processo di sviluppo sessuale e individuare patologie come il varicocele. È opportuno mantenere negli anni l’attenzione sull’apparato genitale abituando i ragazzi all’autoesame e all’autopalpazione dei testicoli (simile a quella del seno nella donna), che consente di identificare precocemente il tumore del testicolo. Ricordiamo che il tumore del testicolo colpisce più di frequente i giovani tra i 15 e i 35 anni e con un diagnosi precoce eviteremmo tante asportazioni del testicolo consentendo di eliminare solo il nodulo tumorale. Dopo i 18 anni la scheda clinica del giovane potrà essere passata all’endocrinologo dell’adulto, con o senza indicazioni di patologie da seguire, e con la certezza che quel giovane potrà avvalersi per il resto della sua vita di quanto meglio la scienza oggi mette a disposizione.