Recenti studi scientifici hanno indagato gli enigmi della cardiopatia ischemica rilevando come chi dorme poco, non si lava i denti e non fa colazione abbia un rischio aumentato di infarto. Difficile dire se questo rischio aumenta se tutte e le tre variabili sono presenti, ma resta il fatto che questi fattori di rischio non sono da sottovalutare. Di questo hanno discusso gli esperti nel corso della XXXVII° edizione del congresso “Conoscere e curare il cuore” organizzato a Firenze dalla Fondazione Onlus “Centro per la Lotta contro l’Infarto”.
Studi epidemiologici e dati sperimentali, infatti, hanno rivelato un’associazione fra la mancanza di sonno e lo sviluppo di fattori di rischio cardiometabolici, aterosclerosi polidistrettuale e coronaropatia. Nello specifico, la deprivazione di sonno è stata associata a disregolazione autonomica, disfunzione endoteliale, ipercoagulabilità, insulino-resistenza e stato infiammatorio sistemico. L’iperattivazione adrenergica è la principale responsabile dello sviluppo di ipertensione arteriosa attraverso fenomeni di vasocostrizione, tachicardia e ritenzione di sale. La disregolazione del sistema nervoso autonomo inoltre, attraverso inibizione della funzione pancreatica e aumento della cortisolemia, è stata associata allo sviluppo di insulino-resistenza, iperglicemia e diabete conclamato. In aggiunta a ciò, la deprivazione di sonno facilita lo sviluppo di obesità attraverso un alterato rilascio di grelina e di leptina, principali responsabili dell’aumentato senso di fame.
Un’altro aspetto interessante riguarda il possibile legame tra parodontopatia e malattie cardiovascolari. I primi studi epidemiologici osservazionali che esaminavano l’associazione tra igiene orale e malattie cardiovascolari avevano dimostrato che la scarsa salute periodontale era associata ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari. È stato esaminato un campione della Scottish Health Survey comprendente 11.869 soggetti senza malattia cardiovascolare nota al basale. Inoltre, in un sottogruppo di 4.830 pazienti, i ricercatori valutavano l’esistenza di un’associazione tra il lavare poche volte i denti ed il riscontro di aumentati livelli ematici di Proteina C Reattiva (PCR) e fibrinogeno, marcatori rispettivamente di infiammazione e, per il secondo, anche di ipercoagulabilità. I risultati dello studio evidenziavano come, in 8 anni medi di follow-up, si fossero manifestati 555 eventi cardiovascolari globali, di cui 70 fatali. Il 74% degli eventi cardiovascolari totali era di origine coronarica, dimostrando come i soggetti che lavavano poco i loro denti avessero un più alto rischio di malattia cardiovascolare.
Il pattern dietetico è cambiato significativamente negli ultimi decenni, e si stima che dal 20 al 30% degli adulti oggi salti la colazione. Ad oggi ci sono evidenze sul fatto che saltare la colazione possa essere associato allo sviluppo di aterosclerosi subclinica con conseguente aumento di morbilità e mortalità cardiovascolare. Più recentemente uno studio pubblicato da Uzhova et al. ha fornito importanti elementi a dimostrazione della presenza e distribuzione delle lesioni aterosclerotiche vascolari subcliniche nei soggetti che saltano la colazione. I risultati dello studio evidenziavano come il gruppo di soggetti che saltava la colazione rispetto a chi l’assumeva regolarmente, aveva un più alto carico aterosclerotico polidistrettuale con una più alta prevalenza di aterosclerosi non coronarica indipendentemente dalla presenza di fattori di rischio cardiovascolari convenzionali. Il messaggio importante dello studio resta che l’abitudine a saltare la colazione è un importante marcatore per individuare categorie ad aumentato profilo di rischio cardiovascolare su cui indirizzare misure preventive e terapeutiche più efficaci.