Appuntamento da …..

Colazione, pranzo, spuntino, happy hour, cena, drink…… a ciascuno il suo. L’importante è scegliere l’indirizzo giusto. 

 

DEMOSHI 

Il tipico pasto giapponese a base di riso e pesce crudo è entrato ormai a far parte della nostra quotidianità. Da provare, DemoshiAppena aperto a Milano, propone sushi di pesce, carne e vegetariano. Ed è anche prenotabile sulle principali piattaforme di delivery.  Il nome è una crasi tra le parole dèmos, “il popolo” in greco antico e sushi.

Proprio per soddisfare tutti Demoshi, fedele al suo nome, serve sushi a base non soltanto di pesce, ma anche carne e verdura (e frutta!) con un occhio di riguardo anche verso chi ha intolleranze e allergie alimentari. Mette d’accordo tutti e soddisfa  e le diverse esigenze senza escludere nessuno, vegetariani, carnivori e onnivori, a dieta o con intolleranze.
Il locale, dallo stile giovane, è declinato nelle tre tinte pastello che rappresentano le diverse proposte di sushi: l’azzurro per il pesce, il rosa per la carne e il verde per il mondo veg. Anche il logo a forma di bandiera, nei medesimi colori istituzionali, sottolinea che qui si entra in una nazione libera, dove ogni ospite è benvenuto perché libero di esprimere le proprie preferenze in tema di sushi.
Divertente anche il menù impaginato come un giornale, con foto e didascalie delle varie portate.
La linea è stata disegnata dallo chef Andrea Vigna, la cui idea di cucina si basa su equilibri e ricordi che cambiano nel tempo aggiornandosi alla ricerca del gusto. Per Demoshi ha creato ricette innovative che combinano gli ingredienti per esaltare il sapore dell’elemento protagonista, che sia pesce, carne o verdura. Una creatività particolarmente curata dal punto di vista estetico perché, si sa, si mangia anche con gli occhi.
Il menù declina le classiche specialità giapponesi, nigiri, uramaki, sashimi e una proposta di tradizione hawaiana, il poke: ogni categoria viene declinata in base all’abbinamento di pesce, carne e verdura, ma anche frutta.
Qualche esempio:
Tra le proposte di pesce, spicca il nigiri di ricciola che ben si abbina alle zeste di arancia, preparato con la buccia candita del frutto che esalta il sapore del pesce. L’arancia al vivo e la carota in tempura completano l’uramaki di gambero rosso, mentre il sashimi misto con tonno, ricciola, salmone e gambero rosso soddisfa gli amanti dei sapori intensi. I poke di tonno o di salmone si accompagnano a avocado, edamame, mais e cavolo cappuccio, completati con dressing delicato al wasabi e avocado.
Tra le proposte vegetariane,  il nigiri di melanzana perlina, una frittura leggera adagiata sul riso e leggermente condita con una delicata salsa di pomodoro, quello di zucca in agrodolce con un twist di sakè, mentre risulta davvero originale e insolito il nigiri di ananas flambé con una spruzzata di peperoncino fresco. Altrettanto interessanti gli uramaki di verdura, a base di asparagi in tempura con salsa avocado e wasabi e di melanzane, avocado con pepe rosa e carota e tofu. Il Poke del Buonumore è molto tonico ed estivo: spaghetti di zucchina, anacardi, freschissima menta e sesamo con dressing allo yogurt.
Passando ai sushi di carne, il nigiri di roast beef flambé con rosmarino e quello di tartare con carne piemontese condito con olio al sesamo, sale e anacardi sono delicati e saporiti nel medesimo tempo. Da provare anche gli uramaki con filetto di manzo e zucca, quello di tartare con anacardi e uno speciale uramaki al carpaccio di chianina con zucchina marinata e salsa delicata fumé.
A fine pasto i mochi, delicate palline di gelato al mango, tè verde, vaniglia, cioccolato. In menù scelta di vini, birra e soft drinks.
Per chi desidera gustare Demoshi direttamente a casa, il ristorante è sulle principali piattaforme di delivery.
Demoshi, Viale Regina Margherita, 32 Milano
www.demoshi.it tel. 02 49532612 e sulle principali piattaforme di delivery.

 

IL MORO di MONZA 

 

Il Moro di Monza celebra in questi giorni i suoi 15 anni  e lo fa attraverso un restyling nel design e nel gusto: una cucina gourmet di chiara vocazione siciliana. Per l’occasione, infatti, ha deciso di rendere l’atmosfera ancor più elegante arricchendosi della presenza di arti figurative contemporanee e di elementi dell’artigianalità ceramista siciliana. Le poltrone, di design contemporaneo, completano la tavola in radica di noce nazionale in modo da rendere l’esperienza unica, comoda ed avvolgente. La tavola è inoltre impreziosita dalla Pigna, emblema del buon auspicio e della rigenerazione continua.

Il restyling ha interessato anche  alcune tecniche innovative nella preparazione delle vivande, sono frutto delle ibridazioni culturali e gastronomiche di cui la Sicilia è la culla.  Nel servizio del pane, realizzato con una farina di grani locali siciliani e con una lenta panificazione, è stata per esempio introdotta la viennoiserie salata.
Altra proposta particolare che viene definita dagli ospiti “rivoluzionaria” è quella dei bottoni, ossia una pasta fresca fatta in casa e tirata rigorosamente a mano, farcita con i ricci di mare: uno scrigno pronto ad esplodere ed invadere il palato con i flussi minerali e la freschezza marina. L’accompagnamento è stato affidato ad un ingrediente trasversale e italiano presente in tutte le culture e regioni a prescindere dai ceti sociali, ovvero la gallina. Ad occuparsi del menù Salvatore Butticè che, dopo un carriera in sala, oggi è lo chef del ristorante insieme a Vincenzo Butticp, general manager di tutti i progetti della famiglia, mentre Antonella Butticè ricopre il ruolo sommelier de Il Moro.

“Viaggio in Sicilia” racconta l’essenza della territorialità siciliana in un menu da 8 portate (a 72 euro) che crea un connubio tra i prodotti con cui i fratelli Butticè sono cresciuti, come la mandorla di Raffadali, le prugne nere di Sicilia, il pomodoro alla carrettiera , il suino dei Nebrodi, fino alla scoperta di nuovi piccoli produttori di nicchia che hanno iniziato a coltivare mango e curcuma in Trinacria.

Il pane viene realizzato due volte al giorno in casa usando solo antichi grani siciliani che necessitano di circa 36 ore di lievitazione con la tecnica del lievito madre. Ma nell’esperienza de Il Moro si mescolano anche tanti piccoli produttori che la famiglia Butticé ha conosciuto e apprezzato dal 1996, quando hanno aperto il locale e che sono il fil rouge della loro storia familiare, dalla natia Sicilia alla Lombardia che li ha accolti ed è ora la loro casa. Tra i piatti signature: Ostrica e mandorla di Raffadali (un assoluto di mandorla); il Polpo Imbufalito; i Bottoni con ragusano, pomodoro alla carrettiera e mitili; i Paccheri Senatore Cappelli, pistacchio di Raffadali e gamberi di Marzara.

La carta dei vini racconta i terroir delle regioni più vicine alla filosofia del ristorante, Sicilia e Lombardia, in una ricerca verso tante piccole realtà con cui costruire un’ottima qualità prezzo per 450 etichette.

Il Moro :Via Gian Francesco Parravicini 44- Monza

ilmororistorante.it  ; tel +039 327899

 

ORTO BY JORG GIUBBANI

Dopo un anno di grandi soddisfazioni, Orto by Jorg Giubbani ha festeggiato il raggiungimento del traguardo più importante a cui potesse ambire: la  prima stella Michelin, grazie alla capacità di aver fatto del territorio il suo punto di forza, in tutti i sensi: dal territorio dell’orto, letteralmente connesso al valore della terra, a quello ligure, in una continua valorizzazione di tutto ciò che esso è in grado di offrire. Il ristorante di Villa Edera e le sue preparazioni si rinnovano nel segno della continuità puntando sull’esaltazione di ricchezze e qualità delle materie prime, grazie alla costituzione di una solida rete di fornitori e produttori a km 0.

Orto by Jorg Giubbani  dà il via alla nuova stagione proponendo le novità e alcuni piatti del suo rinnovato menu. Rimangono punti fermi la selezione delle materie prime, la tecnica e l’innovazione condite da un pizzico di audacia e molta attenzione all’ambiente. Presenti alla cena anche Roberto Petacchi, proprietario dell’Azienda Agricola Giacomelli nonché collaboratore e sostenitore, e l’ideatrice dell’Associazione “Erbando”, Lella Canepa che condivide con Orto la valorizzazione delle erbe spontanee del territorio e il loro utilizzo in cucina.

La filosofia di Orto la si ritrova già nel nome, a ribadire il primato della natura in cucina: grande attenzione è infatti riservata alla stagionalità della materia prima impiegata, esaltandone le proprietà nutrizionali, anche in un’ottica di cucina del benessere. Stagionalità rispettata non solo nella selezione degli ortaggi impiegati, ma anche del pesce. La precisione nella preparazione e nell’impiattamento delle pietanze, così come nell’estetica e nella perizia tecnica, si sono poi perfettamente integrate con il territorio della Liguria, con la sua morfologia, che lega il mare e la montagna, e che Jorg Giubbani si propone di far ritrovare nel piatto, sempre nel rispetto di una tradizione ricca e radicata come quella ligure. Un continuo studio volto a riscoprire materie prime dette povere tanto preziose, coltivate nei tre orti in loco e comunque proveniente dai terreni dell’entroterra ligure, impiegate nella loro territorialità per una filosofia a zero scarti. Un’interpretazione della sostenibilità che fa rima con Territorio, perché tutto è studiato allo scopo di valorizzarne l’enorme ricchezza: qui un concetto tanto ampio ed astratto si fa concreto grazie alle scelte quotidiane che traducono l’etica in azione.

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