8 OTTOBRE: GIORNATA MONDIALE DELLA VISTA

La Giornata mondiale della vista che si celebra ogni anno il secondo giovedì del mese di ottobre pone l’attenzione su tutte i disturbi degli occhi e della vista. Un punto di riferimento importante è rappresentato da due associazioni no profit cui medici oculisti e cittadini italiani possono rivolgersi per la tutela della propria vista. Sono la Società Oftalmologica Italiana, ente morale fondato nel 1869, e la Fondazione “Insieme per la vista onlus”.
In particolare, la Fondazione si adopera per la prevenzione, il controllo e la cura delle patologie e dei difetti visivi e intende perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale.
La SOI, invece, è un’associazione scientifica punto di riferimento dei 7.000 medici oculisti nel nostro Paese. Non ha fini di lucro e svolge attività e interventi in ambito scientifico, professionale e di politica sanitaria, per l’affermazione del diritto primario di accesso alla cura, il miglioramento della qualità nelle prestazioni oculistiche erogate ai pazienti e la tutela della professionalità del medico oculista in ottemperanza ai principi di deontologia etica.
SOI e Fondazione “Insieme per la vista” da anni mobilitano le proprie competenze interdisciplinari per condurre grandi progetti al servizio del cittadino. Insieme hanno portato alla luce la problematica dell’assenza dell’anestesista in sala operatoria, la non accessibilità alla cura per la degenerazione maculare senile e la problematica dei cristallini di ultima generazione per la cataratta.
“In Italia”, spiega Matteo Piovella, Presidente della Società Oftalmologica Italiana, “ogni anno si eseguono 550mila interventi di cataratta che rappresentano oltre l’80% del lavoro dell’oculista in ospedale. Per questo tipo di intervento vengono inseriti dei cristallini artificiali privi della tecnologia capace di eliminare l’utilizzo di occhiali da lontano quando ci sono dei difetti composti come miopia ipermetropia e astigmatismo perché non sono in grado di correggere la totalità del difetto visivo. Oggi, grazie all’evoluzione di queste tecnologie avanzate sono disponibili dei nuovi cristallini, più innovativi ed evoluti capaci di eliminare anche l’obbligo degli occhiali da lettura. Si tratta di una miracolosa microlente, il cristallino artificiale, che si inserisce all’interno dell’occhio e che si prende cura di eliminare ogni necessità di dover ricorrere a un paio di occhiali per tutte le differenti distanze: nessun occhiale per guidare, nessun occhiale per lavorare al computer e nessun occhiale per leggere di volata un intero libro che ci appassiona. La sfida è di riuscire a farli utilizzare negli ospedali in modo che tutti i pazienti ne possano beneficiare se solo il SSN li rendesse disponibili. Oggi sono disponibili solo nei centri privati. Negli ultimi 10 anni, però le risorse messe a disposizione per questa chirurgia sono passate da 2500 a 700 euro nonostante siano aumentati in modo esponenziale i costi delle nuove e indispensabili tecnologie. Una scelta politica che ha portato a svilire l’intervento ad alta tecnologia più diffuso al mondo di cui tutti, prima o poi, avranno necessità essendo un fenomeno fisiologico che con l’età colpisce tutti”.
E sempre in tema di intervento di cataratta, l’ultima campagna di sensibilizzazione della SOI e della Fondazione “Esigi la presenza dell’anestesista in sala operatoria” ha messo in risalto un dato allarmante.
“Negli ospedali italiani, sempre più spesso la chirurgia oculistica si effettua senza rispettare l’obbligo della presenza – e della necessaria assunzione in carico del paziente – da parte del Medico Anestesista”, spiega Matteo Piovella. “Si è deciso di tagliare sui costi dell’anestesista e di contribuire a far retribuire la chirurgia della cataratta più o meno riconoscendo lo stesso importo necessario per acquistare un occhiale da sole di marca. Stiamo parlando dell’intervento ad alta tecnologia più eseguito nel nostro Paese (550.000 interventi anno)”.
Quanto all’accessibilità alla cura per la degenerazione maculare senile, la Società Oftalmologica Italiana e la Fondazione hanno lanciato un allarme: nel nostro Paese sta diminuendo il numero di iniezioni intravitreali effettuate per curare le maculopatie, mentre sta aumentando il numero dei malati. Oggi ci sono in Italia 65.000 pazienti con maculopatia che non riescono a curarsi, a causa delle regole vigenti che impongono agli oculisti di usare farmaci (Lucentis ed Eylea) troppo costosi per i budget della sanità pubblica mentre continua a essere fortemente limitato, oramai senza alcuna motivazione scientifica, l’utilizzo di Avastin, farmaco altrettanto sicuro ed efficace ma 43 volte meno costoso degli altri due.
“Attualmente nel nostro Paese”, conclude Matteo Piovella, “solo l’1% dei medici oculisti sono autorizzati e messi nella condizione di prescrivere Avastin che, essendo molto meno costoso, consentirebbe di utilizzare meglio le risorse disponibili e di garantire la cura a molti pazienti che oggi rischiano di perdere la vista perché per mancanza di fondi non riescono a essere curati”.
Inoltre, Avastin è disponibile solo per uso ospedaliero al contrario di quanto avviene in tutto il mondo. E intanto i numeri ufficiali della Regione Lombardia evidenziano che a fronte di una necessità di 7 iniezioni anno per occhio per poter salvare la vista dei cittadini affetti da maculopatia se ne riesce a somministrare a chi ne ha la necessità solo tre ogni anno con danni irrecuperabili per la vista di migliaia di persone.
www.soiweb.com
www.insiemeperlavista.com

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