Partire dai numeri fa la differenza. Perchè non tutti sanno che il tumore del polmone è una delle neoplasie più comuni nel mondo. Nel 2023, sono state stimate circa 44.000 nuove diagnosi ed è la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza nelle donne (6%). Due persone su tre con diagnosi di carcinoma polmonare hanno oltre 65 anni; meno del 2% sono i casi giovanili.
L’età di insorgenza generalmente è tra i 55 e i 75 anni, anche se si riscontrano sempre di più nuovi casi in giovani adulti di 40-50 anni. La percentuale di sopravvivenza a seguito di una diagnosi di tumore del polmone è inferiore a quella di altre neoplasie dal momento che difficilmente questo cancro viene individuato in fase iniziale: la sopravvivenza a 5 anni è di circa il 16% degli uomini e del 23% delle donne.
I tumori al polmone si possono dividere in due tipi principali10-15% SCLC (a piccole cellule) e 80-85% NSCLC (non a piccole cellule). La maggior parte dei casi di tumore del polmone corrisponde all’istologia non a piccole cellule. All’interno di questo gruppo, la ricerca scientifica ha individuato numerose alterazioni molecolari che possono determinare l’insorgenza e lo sviluppo della patologia neoplastica. Tra queste, l’alterazione a carico del gene ALK. I pazienti affetti da NSCLC ALK+ presentano un’alta incidenza di metastasi cerebrali al basale (fino al 40% ) e un alto rischio di sviluppo di metastasi lungo tutto il percorso terapeutico, con il conseguente impatto sulla qualità di vita.
Per questo tipo di tumore è in arrivo un’importante novità terapeutica. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato la rimborsabilità di lorlatinib, inibitore della tirosin-chinasi (TKI) di terza generazione, per i pazienti in stadio avanzato positivo per la chinasi del linfoma anaplastico (ALK), non trattati in precedenza con un inibitore di ALK1. Si tratta di un passo avanti ulteriore nel trattamento di questa specifica neoplasia, che ha una maggiore incidenza in pazienti più giovani (sotto i 50 anni) preferenzialmente – ma non esclusivamente – non fumatori, che risponde molto meno ai regimi chemioterapici standard.
«Il tumore del polmone rappresenta una patologia frequente e molto complessa – spiega Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino e presidente di WALCE Onlus –. Grazie alle nuove tecnologie di sequenziamento del DNA, sono ormai note molte alterazioni molecolari del NSCLC che condizionano la biologia di questo tumore, alcune delle quali si realizzano nelle prime fasi di sviluppo e sono essenziali per la sua crescita e, quindi, possono rappresentare dei target terapeutici. L’identificazione di questi target è fon- damentale per poter identificare il bersaglio di farmaci che garantiscono ai pazienti un’aspettativa di vita superiore e questo è possibile solo con una corretta e tempestiva profilazione molecolare. In questo contesto effettuare il testing molecolare completo al basale per identificare la proteina ALK è indispensabile per orientare correttamente già la prima decisione terapeutica. Questi pazienti sono più giovani della media, uomini e donne in prevalenza non fumatori e in buone condizioni generali, ma con un’alta incidenza di metastasi cerebrali al basale (fino al 40%). Il sistema nervoso centrale è inoltre per questi pazienti un sito frequente di progressione della malattia; pertanto, la prevenzione delle metastasi cerebrali durante la prima linea di trattamento assume un ruolo fondamentale nella gestione della malattia. Le terapie ‘targeted’ agiscono in modo mirato su specifici bersagli molecolari, migliorando l’aspettativa di vita dei pazienti e la qualità della stessa rispetto alla chemioterapia tradizionale».
La nuova indicazione di lorlatinib in prima linea di trattamento è stata confermata anche da uno studio, come spiega Filippo de Marinis, Direttore Divisione di Oncologia Toracica IEO_Istituto Europeo di Oncologia di Milano, Presidente AIOT (Associazione Italiana di Oncologia Toracica) e Membro dello Steering Committee CROWN : «I risultati dello studio CROWN offrono prospettive interessanti per continuare a ottimizzare le opzioni terapeutiche disponibili nel trattamento di prima linea nella malattia ALK riarrangiata. Fino ad oggi, infatti, lo standard di trattamento dei pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule avanzato con traslocazione di ALK è stato rappresentato da un trattamento di prima linea con inibitori di ALK di seconda generazione. I dati dello studio di fase III CROWN hanno invece consentito di evidenziare la superiorità di lorlatinib sia in termini dell’endpoint primario (sopravvivenza libera da progressione), che in termini di risposte obiettive e di controllo intracranico. La maggiore efficacia di lorlatinib è stata evidenziata in tutti i parametri valutati, con una riduzione del rischio di progressione di malattia pari al 73%, mentre l’82% dei pazienti con metastasi cerebrali ha riscontrato una risposta intracranica, che è stata completa nel 71% dei casi. La terapia mirata continua, quindi, a portare risultati significativi, dimostrando anche benefici a lungo termine mai riscontrati prima nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato».