Come dovrebbe essere calcolato il contributo di un’impresa, nel caso specifico di un’azienda farmaceutica, alla creazione di valore per un territorio con una particolare attenzione a temi urgenti e attuali come la “gender equality”, la valorizzazione delle generazioni più giovani, il “work life balance” e la sostenibilità ambientale?
Di questi di grande attualità si è parlato nel corso della presentazione del Report: “Il valore di Merck in Italia. Studio di impatto della presenza di Merck in Italia per la creazione di valore per i territori di riferimento e per il Paese”, realizzato da The European House – Ambrosetti per Merck Italia.
Un report che ha ben evidenziato quanto l’Italia sia un Paese “chiave”, in tutti gli ambiti presi in esame, con evidenti elementi di eccellenza e distintività nel panorama imprenditoriale.
Merck svolge un ruolo importante in Italia con un fatturato annuo di 1,2 miliardi di euro (6^ tra le multinazionali farmaceutiche a capitale estero presenti nel Paese), 1.200 dipendenti e 23,8 milioni di euro di investimenti in R&D.
Merck Italia è presente nel nostro Paese da oltre un secolo, ed è oggi protagonista nei settori Healthcare, Life Science ed Electronics, con attività di ricerca & sviluppo, produzione e distribuzione. Oggi è l’unica tra le multinazionali farmaceutiche a capitale estero nel nostro Paese a coprire tutte le fasi della filiera, in quattro diverse Regioni (Piemonte, Lombardia, Lazio e Puglia).
“Il nostro Paese necessita di maggiori e crescenti investimenti, soprattutto dall’estero. In particolare, gli investimenti in R&D e innovazione sono quelli che più efficacemente possono sostenere la crescita dell’Italia e la sua competitività in questa fase economica” dichiara Valerio De Molli, CEO e Managing Partner di The European House – Ambrosetti, “A livello globale, è proprio il settore farmaceutico a sostenere investimenti crescenti, con un focus su ricerca e innovazione: le aziende farmaceutiche a capitale estero sono responsabili del 70% degli investimenti mondiali in R&D del settore e, nel nostro Paese, del 90% degli investimenti in ricerca clinica. In questo contesto, Merck genera un contributo fondamentale per l’Italia”.
In particolare, nel sito produttivo di Modugno-Bari sono stati investiti 169,4 milioni di euro negli ultimi 8 anni, a testimonianza dell’importanza di questo stabilimento. Oggi i farmaci confezionati nel sito produttivo raggiungono 150 Paesi nel mondo, per un valore delle esportazioni, nel 2022, pari a 700 milioni di euro, dati che dimostrano una propensione all’export maggiore rispetto alla media delle multinazionali farmaceutiche a capitale estero nel nostro Paese (56% vs 44%).
L’approccio metodologico utilizzato nel report tiene conto del Valore Aggiunto diretto generato dalle attività di Merck nel nostro Paese, quello indiretto, creato dall’attivazione delle filiere economiche per effetto degli acquisti di beni e servizi e delle relative relazioni di subfornitura, e quello indotto, prodotto dai consumi delle famiglie per effetto delle retribuzioni di Merck in Italia e delle aziende delle filiere coinvolte.
Applicando questo modello, si ottiene un contributo totale al PIL italiano da parte del Gruppo di 403 milioni di euro. Il che significa che per ogni euro di Valore Aggiunto generato nel 2022 da Merck in Italia, si attiva 1 euro aggiuntivo nell’intera economia del Paese.
“In un contesto di forte incertezza a causa delle tensioni geopolitiche in atto, l’Italia deve affrontare la sfida della crescita”, dichiara Veronica De Romanis, Economista, Docente di European Economics Luiss Roma e Stanford University Firenze. “Per farlo, dispone di uno strumento nuovo come il Piano nazionale di ripresa. Al contempo, però, va ridotto l’enorme stock di debito pubblico per liberare risorse. È cruciale investire in capitale umano e nel welfare per garantire una crescita inclusiva e sostenibile. Serve, quindi, un piano di lungo termine di riqualificazione e ricomposizione della spesa. Conti pubblici in ordine consentono, peraltro, di aver maggiore potere negoziale ai tavoli europei. I dossier in discussione sono molteplici a cominciare dalle nuove regole di bilancio fondamentali per definire la capacità di investimento futura del Paese”.
I risultati economici hanno profonde radici nell’eccellenza delle politiche delle risorse umane. Da questo punto di vista gli occupati diretti di Merck Italia sono 1.190, a cui si aggiungono gli impatti occupazionali indiretti e indotti. Quindi l’attività del Gruppo sostiene 2,2 ulteriori posti di lavoro nell’intera economia del Paese, contribuendo complessivamente all’occupazione di 3.754 persone.
Per quel che riguarda la stabilità dei contratti di lavoro negli ultimi quattro anni (dal 2019 al 2022), Merck Italia ha incrementato la percentuale di dipendenti a tempo indeterminato, passando da un 95% a un 98%, rispetto al 95% del comparto farmaceutico e all’83% delle imprese italiane.
Anche la quota di occupazione femminile sul totale degli occupati è molto significativa: con il 51,4% per Merck Italia, un 44% per il settore pharma e un 42% per la media delle aziende italiane.
Una realtà “in rosa”, dunque, che dedica particolare attenzione anche alla leadership femminile: negli ultimi quattro anni Merck Italia ha incrementato la percentuale di donne in posizioni manageriali del 10,5%, arrivando al 43,3%, (vs una media italiana del 29%). L’azienda ha, poi, scelto figure femminili per le posizioni apicali dei suoi tre stabilimenti Healthcare e per la sede Life Science ed Electronics di Milano.
Anche la percentuale femminile sugli addetti alla ricerca vede Merck Italia sopra la media del settore: 58% vs53%. Si tratta di un importante segno distintivo, in un Paese che vede le donne ancora ai margini del mercato del lavoro (55%) all’interno della UE (valore medio:71,8%). Per le nuove assunzioni, poi, (210 negli ultimi quattro anni), Merck Italia ha tenuto in grande considerazione oltre le donne (59%), i giovani under 30 (34%).
Per creare un maggiore equilibrio tra vita privata e lavoro, Merck Italia offre ai propri dipendenti soluzioni che coniugano produttività e flessibilità, come lo smart working (il 71% dei dipendenti), gli orari flessibili e il part time. Tutto questo nell’ottica di un supporto alla persona che va da iniziative mirate al sostegno in particolari momenti della vita, a campagne di prevenzione e programmi educazionali sui corretti stili di vita.
L’azienda dedica grande attenzione alla formazione e alla crescita delle nuove generazioni di lavoratori attraverso . A progetti realizzati con il mondo accademico e scientifico, creando veri e propri bacini di sviluppo di competenze, dando vita ad un network di talenti che si muovono in tutti i Paesi del mondo, con posizioni di crescente responsabilità.
“Incrementare l’occupazione femminile è sicuramente un obiettivo desiderabile, ma incrementarla senza considerare in che settore le donne sono occupate non è necessariamente un bene. Raggiungere la parità di genere, infatti, vuol dire anche diminuire l’indice di segregazione, facendo in modo che le donne lavorino in settori in cui attualmente sono sottorappresentate”, spiega Barbara Martini, docente di Politica economica all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e delegata del Rettore alle Pari Opportunità. “Ecco perché aziende che investono sulle donne, sui giovani e sulle competenze, come in questo caso, rappresentano un modello virtuoso che può fungere da esempio anche per la filiera e per le realtà che operano nello stesso comparto. Puntare sulla leadership al femminile e, più in generale, su un modello aperto alla diversità e improntato all’inclusione, avvantaggia l’impresa perché porta punti di vista e soluzioni differenti e innovativi”.
Nell’area Healthcare, Merck è impegnata nel prolungare, migliorare e favorire la vita in tre aree specialistiche:oncologia, neurologia e medicina generale (cardiologia, endocrinologia e fertilità).
Ambiti terapeutici tra i più impattanti in termini di mortalità, aspettativa e qualità di vita, con implicazioni rilevanti per il futuro del Paese e dei costi per i sistemi sanitari. Nel corso della propria storia l’azienda ha sviluppato terapie che hanno contribuito a cambiare la storia naturale di alcune patologie, come la sclerosi multipla, area in cui Merck ha avuto un ruolo “pionieristico”.
Tuttavia, l’eccellenza nella ricerca e nella produzione di farmaci innovativi è sì necessaria, ma sia altrettanto decisivo supportare il paziente e chi se ne prende cura con un approccio “beyond the drug”, mirato a favorire il dialogo medico-paziente, la conoscenza delle patologie, e la gestione della propria condizione. Per fare ciò l’azienda utilizza canali di comunicazione e modalità diversificate e innovative.
Il contributo di Merck alla creazione di valore in Italia può essere ricondotto anche ad un’altra dimensione, il “capitale ambientale”, che implica il mantenimento dell’integrità del territorio, la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni, il miglioramento dei processi aziendali, la sicurezza sul lavoro, il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
L’impatto ambientale del settore farmaceutico è rilevante per le emissioni di gas serra (ad oggi circa il 4,5% di quelle globali), i consumi energetici, idrici, l’inquinamento dell’acqua, la produzione di rifiuti. A livello globale Merck ha investito 148 milioni di euro nel 2022 (+4% rispetto al 2019) per mitigare gli impatti ambientali prodotti dalla propria attività.
In Italia, Merck sta costantemente migliorando le proprie performance nelle principali dimensioni ambientali. Tra il 2020 e il 2022 le emissioni di CO2 sono calate del 27,6%, i consumi elettrici del 2,5% e i consumi idrici del 3,7%. Complessivamente il valore monetario di questi risultati positivi dell’ultimo triennio è stato quantificato in circa 1,8 milioni di euro.
Tra il 2019 e il 2022, poi, Merck Italia ha riciclato circa il 70% dei rifiuti che ha prodotto. Contributo rilevante se pensiamo che il nostro Paese è al terzo posto nella UE per rifiuti generati.
“In questi giorni si sta tenendo a Dubai la COP28 sul clima, a cui tutto il mondo sta guardando e sperando in un miglioramento degli obiettivi climatici dei Governi al 2030 e 2050”, commenta Raimondo Orsini, Direttore Generale della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. “Non sappiamo quale sarà l’esito del negoziato, ma ciò che ormai è certo e condiviso da tutti è la consapevolezza che le imprese, i cittadini ed i territori saranno il vero motore della decarbonizzazione dell’economia e della transizione ecologica. È fondamentale e lodevole quindi, che un gruppo come Merck abbia preso sostanziosi impegni globali per la riduzione degli impatti ambientali delle proprie attività, ed è ancora più importante che questi impegni siano realizzati da Merck in Italia, dove la crisi idrica e quella climatica sono particolarmente significative.”
Conclude Jan Kirsten, Presidente e Amministratore Delegato Healthcare di Merck Italia : “In Italia abbiamo una presenza integrata e distintiva, in grado di creare valore per il Gruppo e per il territorio, con eccellenze nelle aree della produzione farmaceutica e della R&D. In questo ultimo ambito ci distinguiamo sia per i nostri contributi alla ricerca, con 85 studi clinici nell’ultimo triennio, sia per il livello dei nostri ricercatori. Tra questi, il 58% sono donne, a dimostrazione che Diversity & Inclusion, eccellenza e propensione all’innovazione vanno di pari passo. Questi importanti risultati nella promozione della D&I, oltre che nella valorizzazione delle nostre persone e nella riduzione del nostro impatto ambientale, rafforzano la nostra identità di azienda “In love with care” particolarmente attenta alla sostenibilità.”