Salute animale, salute umana e salute ambientale: riflettori puntati sulle parassitosi che possono passare dall’animale all’uomo

Tutelare la salute degli animali, che siano da compagnia, domestici, da reddito e selvatici significa tutelare la salute delle persone passando per la salvaguardia del territorio e il contrasto all’antimicrobicoresistenza.

È un dato di fatto, anche perchè i dati parlano chiaro: le zoonosi , ossia le malattie che dagli animali possono essere trasmesse all’uomo, sono responsabili di 2,5 miliardi di malattie negli esseri umani: ed oltre a virus e batteri, i nuovi indiziati sono i parassiti.
Ma è necessario parlarne di più, per farlo comprendere ai cittadini. Non solo. Occorre anche parlarne meglio. E in questo il ruolo dell’informazione è cruciale.

Il quarto appuntamento di Be Informed – Accademia di formazione per i giornalisti di Boehringer Ingelheim ha cercato di fornire strumenti ed elementi per informare e comunicare correttamente l’attenzione alla salute degli animali secondo i principi della One Health, una visione olistica fondata sul riconoscimento di un Valore, ovvero che la salute umana, la salute animale e dell’ambiente sono legate indissolubilmente in una triade circolare.

Promosso dal Master SGP Sapienza Università di Roma in collaborazione con ANMVI – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani e FNOVI – Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, l’appuntamento ha visto riuniti molti esperti del settore che si sono confrontati su questo tema. 

Tra  le tante minacce emergenti e riemergenti ci sono le parassitosi, appartenenti alla grande famiglia delle zoonosi.  Alcune specie di parassiti sono comparse sulla terra più di 750 milioni di anni fa e nel corso dei secoli hanno modificato le loro abitudini di vita adattandosi ai vari ospiti (in un meccanismo quasi perfetto di coevoluzione), nonché ai cambiamenti climatici e ambientali.

I parassiti sono spesso meno agguerriti e più discreti di virus e batteri ma non meno pericolosi, giacché il parassita (pulci, zecche, vermi) non solo si nutre a spese dell’ospite (animale da compagnia, domestico da reddito, selvatico), ma utilizza quest’ultimo come propria nicchia ecologica per la regolazione dei rapporti con l’ambiente esterno.

«Tipicamente, per zoonosi si intende una malattia infettiva che riconosce il suo serbatoio in una specie animale e che viene trasmessa, per via diretta o indiretta, all’uomo. Classico esempio di zoonosi a trasmissione diretta è la rabbia, come la salmonellosi può essere presa a modello di zoonosi a trasmissione prevalentemente indiretta – puntualizza Pier Luigi Lopalco, Professore Ordinario di Igiene, Università del Salento  –  L’approccio One Health si dimostra estremamente adatto ad interpretare un altro fenomeno, quello dell’antimicrobicoresistenza, che rappresenta una ulteriore minaccia prioritaria per la salute globale. L’suo improprio degli antibiotici in medicina umana e veterinaria, insieme al loro abuso in zootecnia e perfino in agricoltura industriale (es. antifungini) ha spinto l’OMS ad includere il fenomeno della resistenza agli antibiotici tra le 10 minacce più importanti per la salute globale, al pari delle malattie cronico degenerative o delle pandemie. Sarà dunque necessario agire a livello globale per ristabilire un corretto equilibrio tra uomo, animali e ambiente per prevenire o almeno mitigare il rischio di diffusione dei microrganismi pericolosi ed il diffondersi della resistenza agli antibiotici».

Anche in ambito medico umano c’è un rinnovato interesse nei confronti dei parassiti da parte di numerose organizzazioni internazionali, tra cui L’OMS che, tra le sfide della nuova roadmap stilata nel 2021, definisce i traguardi da raggiungere entro il 2030 per la prevenzione, il controllo e la eradicazione delle Neglected Tropical Diseases. Il 60% di queste malattie tropicali sono rappresentate da parassitosi (esempio, echinococcosi, teniasi, geoelmintiasi, filariosi, leishmaniosi, schistosomiasi).

«I parassiti sono in grado di attraversare le frontiere geografiche, favoriti dalla movimentazione delle popolazioni umane e di animali, dalla intensificazione degli scambi commerciali, dai cambiamenti climatici e dalla diffusione di vettori (es. zanzare). Alcuni di questi patogeni sono stati in grado di varcare i confini dei tradizionali ecosistemi e, in alcuni casi, effettuare salti di specie (spillover) – aggiunge Laura Rinaldi, Professore Ordinario di Parassitologia e Malattie Parassitarie, Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, Università degli Studi di Napoli Federico II, Responsabile del Centro Collaboratore OMS ITA-116i –La parassitologia, pertanto, è un esempio di Global Health. I cambiamenti globali cui stiamo assistendo, primo tra tutti il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e i frequenti e rapidi cambiamenti di uso del territorio, rappresentano i principali fattori che favoriscono la diffusione di questi organismi patogeni. “Parassiti d’Italia”, il censimento parassitologico nazionale, ideato e realizzato dalla Società Italiana di Parassitologia, ha aperto il vaso di Pandora: in Italia circolano circa 200 generi parassitari negli animali e nell’uomo. Per questo motivo non bisogna abbassare la guardia, trovando approcci innovativi per la diagnosi e il controllo responsabile di questi patogeni che incidono negativamente su salute e benessere di tutti gli animali e sulle produzioni zootecniche degli animali da reddito».

 

Punto di estrema importanza riguarda la salute degli animali da compagnia che ormai sono presenti in quasi tutte le case italiane, anche in grande numero. La medicina veterinaria ha stilato linee guida per i pet owner: norme di buoni comportamenti e di pratiche routinarie da mettere in atto per preservare la loro salute e contrastare lo sviluppo di parassitosi. Sebbene gli animali da compagnia rappresentino un rischio sanitario “irrilevante”, come indicato nella legge di sanità animale entrata in vigore nei paesi dell’Unione Europea nel 2021, alcune loro malattie potrebbero essere trasmesse all’uomo.

«Il 50% dei medici veterinari italiani continua a registrare una crescente attenzione per la salute degli animali da compagnia – dichiara Marco Melosi, Presidente ANMVI –e la forma di prevenzione sanitaria alla quale i proprietari fanno, in assoluto, più attenzione è la vaccinazione. Infatti, il 71% dei medici veterinari interpellati da ANMVI nell’ultima indagine condotta a maggio di quest’anno indica nelle profilassi vaccinali il più alto tasso di compliance. I proprietari (56%) sono molto attenti alle protezioni antiparassitarie che vanno ripetute durante tutto l’anno a causa dei cambiamenti climatici. I proprietari sanno bene che la leishmaniosi può essere trasmessa dal pappatacio (detto anche flebotomo) infetto e sono più attenti, secondo l’indagine, ai controlli dopo una malattia dell’animale da compagnia che alle visite ordinarie rispettate solo dal 22%. La raccomandazione è invece di non dimenticare visite e cure programmate. Le zoonosi di cui le parassitosi fanno parte si prevengono infine rispettando alcune basilari norme generali di igiene e il controllo periodico della salute dell’animale come il lavaggio delle mani e la pulizia degli ambienti, delle lettiere e delle cucce dove l’animale vive abitualmente».

Ma il problema non si esaurisce con gli animali da compagnia. Secondo il rapporto UNEP, 56 zoonosi sono responsabili di 2,5 miliardi di casi di malattie umane e di 2,7 milioni di decessi per anno. Le attività legate alla produzione alimentare, che richiede una estensione della superficie coltivabile in aree prima non antropizzate, sono direttamente collegate all’aumento dei contatti tra uomo e specie selvatiche e ad una accresciuta probabilità che si verifichino spillover (salti di specie). L’unico modo per arginare spillover e zoonosi è la prevenzione attuata in modo corretto negli allevamenti e l’impiego razionale dei farmaci veterinari, in particolare degli antibiotici, per contrastare fenomeni di resistenza dei patogeni.

Come sottolinea Daniela Mulas, Vicepresidente FNOVI, Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani «il 75% delle malattie umane fino ad oggi conosciute deriva da animali e il 60% delle malattie emergenti sono state trasmesse da animali selvatici. Le vie di trasmissione degli agenti zoonotici all’uomo sono molteplici e tra queste vi sono il contatto diretto di un ospite suscettibile con un animale infetto. La biosicurezza è uno dei principali strumenti di prevenzione a disposizione degli operatori e di quanti lavorano con gli animali, per prevenire l’introduzione, lo sviluppo e la diffusione di malattie animali trasmissibili da e all’interno di una popolazione animale. Per contrastare efficacemente le zoonosi occorre considerare che la loro diffusione è sempre più oggi correlata alle alterazioni ambientali, ai cambiamenti climatici e degli stili di vita. Per questo motivo è di fondamentale importanza nella lotta alle zoonosi adottare un approccio multidisciplinare e multisettoriale, capace di coinvolgere non solo medici umani e medici veterinari ma anche altre figure professionali che possano contribuire alla attività di prevenzione».

 

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