Circa 6 persone su 10, ossia i due terzi della popolazione italiana, hanno difetti di refrazione nella vista, che sono diagnosticabili a partire dai 2-3 anni di età. Il più diffuso è la miopia, che rappresenta circa il 40-45% dei difetti di vista. Nella maggior parte dei casi i difetti visivi comportano una variazione dell’asse antero-posteriore del bulbo oculare che “cambia dimensione” con il passar degli anni, per cui i raggi luminosi provenienti dagli oggetti lontani invece che cadere sulla retina si fermano davanti a essa, generando una v
isione sfocata.
In particolare, questo aumento della malattia riguarda la miopia elevata e quella degenerativa ed è dovuto a una serie di cause, come l’aumento di esposizione degli occhi agli schermi, ma anche a cause genetiche. A cambiare però sono anche le possibili risposte alla miopia e tra queste ci sono le lenti ICL – Implantable Collamer Lens, che rappresentano un’alternativa, per esempio, alla correzione con il laser.
“La miopia – spiega il dottor Francesco Carones, oculista- è una condizione che sta esplodendo nel mondo, si parla quasi di pandemia, e in tutte le aree geografiche sta diventando un problema sociale. Le lenti ICL sono una soluzione efficace e sicura per la miopia, ma anche per altri difetti visivi, come astigmatismo, ipermetropia e oggi anche presbiopia. È una soluzione minimamente invasiva, perché consente di aggiungere una lente, quindi un sostrato a un occhio altresì sano. Al contrario di tutte le altre soluzioni chirurgiche nelle quali assistiamo a una rimozione di parte del tessuto per correggere il difetto di vista. Il paziente di oggi, ventenne o trentenne, ha voglia di sottoporsi a un intervento che possa in un certo senso essere risolutivo in maniera diversa, magari anche in età da cataratta, quando questa lente può essere rimossa senza nessuna conseguenza”.
Le lenti ICL, che rappresentano un impianto reversibile, vengono inserite tra il cristallino e la pupilla, senza la rimozione del cristallino stesso e senza modifiche dell’anatomia del sistema oculare. “Il recupero visivo – ha concluso il dottor Carones – è estremamente rapido, non ci sono sequele. Virtualmente il paziente già il giorno dopo l’intervento vede già al massimo delle proprie possibilità. Oggi come oggi ci sono più di 800 articoli scientifici pubblicati a conferma della bontà dell’impianto e istituzioni come la Food and Drug Administration FDA degli Stati Uniti considerano l’intervento sicuro, affidabile, preciso e definitivo per quanto riguarda la correzione”.
L’estrema sicurezza di queste lenti è garantita dal materiale con cui vengono realizzate, il Collàmero, un materiale biosintetico brevettato e assolutamente biocompatibile, e perciò ben tollerato, che nasce dalla ricerca scientifica statunitense combinando collagene e polimero. Basta pensare che dopo poche ore dall’intervento, queste lenti vengono rivestite da uno strato proteico di fibronectina, cosa che sta a significare l’assoluta integrazione della lente nel bulbo oculare, evitando in tal modo il rischio di reazioni autoimmuni, infiammatorie, che potrebbero invece manifestarsi con l’inserimento di altri dispositivi all’interno dell’occhio.
L’intervento per l’impianto delle lenti è senza punti di sutura, viene fatto in regime ambulatoriale e di anestesia locale. È indicato per tutti i gradi di miopia anche lieve/moderata e ha una durata di circa 20 minuti.
Prima di poter impiantare le ICL, è necessario sottoporsi a un check-up refrattivo da parte di medici oculistiper valutare l’idoneità all’intervento chirurgico. In ogni caso, si tratta di una soluzione ormai standardizzata con oltre 1 milione di impianti eseguiti nel mondo e caratterizzata da un alto grado di soddisfazione riferito dai pazienti.