Il 17 gennaio si festeggia, come da antica tradizione, Sant ‘Antonio Abate protettore degli animali domestici, patrono dei macellai, dei contadini e degli allevatori.
Nella tradizione popolare l’appuntamento con il falò di Sant’Antonio rappresenta il momento in cui il mondo agricolo attende il risveglio della natura segno che la stagione primaverile si sta avvicinando incoraggiando la luce del giorno ad avanzare dopo il Solstizio d’inverno.
L’antica tradizione popolare viene festeggiata su tutto il territorio nazionale con grandi falò, la benedizione degli animali sposso accompagnate da manifestazioni che variano a seconda delle tradizioni locali.
La Lombardia è una delle regioni in cui più si festeggia Sant’Antonio. Soltanto nel Sudovest milanese, il 17 gennaio vengono accesi falò in 12 Comuni! Eccoli: Albairate, Bernate Ticino, Besate, Boffalora sopra Ticino, Cassinetta di Lugagnano, Corbetta, Cuggiono, Cusago, Morimondo, Ozzero, Robecco sul Naviglio e Turbigo.
Segnaliamo poi, tra i tantissimi, i fuochi di Erba (Co), Sant’Angelo Lodigiano (Lo) – dove vengono distribuite le offelle, dolce tipico locale – Vimercate (Mb), Varese; nel capoluogo l’appuntamento è alle 21 del 16 gennaio in Piazza della Motta, dove la grande pira brucerà contornata da bancarelle alimentari. Il giorno di sant’Antonio, martedì 17, alle 11, sul sagrato della chiesa di Sant’Antonio alla Motta ci sarà invece la benedizione degli animali e il lancio dei palloncini dei bambini delle scuole elementari. A Saronno (Va) il 17 sagra con la benedizione degli animali e delle auto, seguita dal falò nel parco degli Alpini.
Da Pordenone all’Agrigentino sono tanti i luoghi, i paesi e le comunità che festeggeranno con i fuochi Sant’Antonio Abate.. A Marta e a Sutri nel Viterbese, e a Polcenigo (Pn),
In Molise, a Tufara, il 17 gennaio si da il via al Carnevale con l’accensione di fuochi nei rioni del paese. Dopo la benedizione degli stessi a cura del parroco. La tradizionale festa si conclude con la mascherata del diavolo, gli abitanti si portano a casa un po’ di brace, simbolo di unità familiare.
In Sardegna, a Mamoiada, il 16 gennaio (alle 16,30) nella chiesa della Beata Vergine Assunta ci sarà la messa in onore del santo con la successiva benedizione del fuoco. Solo successivamente verranno accessi i fuochi degli altri rioni con i carboni benedetti. L’evento riveste un fascino particolare perché coincide con la prima uscita delle maschere tradizionali, che sfileranno per i vicoli del paese.
LA FÒCARA – La tradizione dei fuochi si rinnova nel borgo di Novoli, in provincia di Lecce, ormai da secoli. Almeno dal Seicento. In quel borgo di carbonai, il 16 di gennaio si festeggia il patrono Sant’Antonio Abate, con un falò propiziatorio di oltre 25 metri di altezza per venti di diametro: il più alto del bacino del Mediterraneo. Tra sacro e profano, la tradizione si rinnova, incontrando la contemporaneità, attraverso la contaminazione con artisti e personalità che parteciperanno e daranno il via al Focara Festival La costruzione del falò comincia l’8 dicembre, coinvolgendo creatività e manualità salentine. Il fuoco arderà così per giorni e l’evento dell’accensione (il 16 alle ore 20,30), sarà accompagnato da spettacolari fuochi artificiali.
A MAMOIADA VIA AL CARNEVALE
In alcuni paesi il giorno di Sant’Antonio si anticipa tradizionalmente il Carnevale. E’ il caso di Mamoiada, in provincia di Nuoro, dove si fa festa il 16 e il 17 gennaio: per tutta la notte, i falò illuminano varie piazze della cittadina, propiziando l’avvento dell’anno nuovo. Contemporaneamente, le tradizionali maschere dei Mamuthones e Issohadores escono dalle case e danzano attorno al fuoco, dando vita alla prima “sfilata” carnevalesca: uno spettacolo tra i più suggestivi e ancestrali della terra sarda. Non mancano naturalmente le degustazioni di prodotti locali, preparati dalle sapienti mani delle donne della cittadina, come il tipico dolce papassinu biancu e nigheddu e il coccone ‘in mele (pane dolce con miele e zafferano).
GRANDE FESTA IN SICILIA
A Troina (En) Sant’Antonio Abate viene festeggiato addirittura con due feste durante l’anno, una a gennaio e una a luglio. La prima inizia molti giorni prima della festa vera e propria, con i giovani dei vari quartieri che raccolgono grossi cumuli di legna che verranno poi bruciati la vigilia del 17. E’ infatti la sera del 16 gennaio che si accendono i “pagghiara“, enormi falò che vengono costruiti in tutti i quartieri del paese: a chi passa ad ammirarli, non mancano in offerta molte ghiottonerie tipiche.