La musica nell’apparato riproduttivo della donna potrebbe aiutare ad aumentare le possibilità di gravidanza e ridurre il rischio di aborto. Lo stabilirà una sperimentazione portata avanti dall’Institut Marquès, che si propone di verificare i benefici dell’impiego della musica nell’impianto degli embrioni.
Da qualche mese, Institut Marquès (centro di riferimento internazionale per la medicina riproduttiva, con sede in Spagna, a Barcellona, ha già seguito più di 1.000 pazienti italiani, a un anno dalla sua apertura a Milano), ha avviato un nuovo studio clinico che comprenderà più di 900 pazienti ed è rivolto a stabilire se le vibrazioni musicali possono incrementare le possibilità di gravidanza e ridurre i rischi di aborto.
Institut Marquès ha già dimostrato che le vibrazioni musicali incrementano di un 5% le percentuali della fecondazione in vitro, migliorando al contempo la qualità embrionaria. Da allora tutte le incubatrici del centro, dove si sviluppano gli embrioni, sono dotate di un impianto musicale incorporato.
Lo studio in corso ha due obiettivi:
⦁ stabilire se questo effetto positivo della musica sull’embrione continua anche dentro l’utero materno;
⦁ comprendere la potenzialità della musica nella stimolazione dell’endometrio.
Spiega la Dott.ssa Marisa López-Teijón, direttore dell’Institut Marquès ha dichiarato: “Ci sono progressi costanti nei laboratori di fecondazione in vitro per migliorare la qualità degli embrioni, mentre quelli per l’impianto sono meno evidenti. In questa prospettiva, molti dei trattamenti fin qui impiegati non hanno dimostrato la loro efficacia: dallo scratch endometriale alla chirurgia della cavità uterina fino all’uso di diversi medicinali come gli anticoagulanti. Per questa ragione vogliamo capire se le vibrazioni musicali possono migliorare la ricettività dell’endometrio”.
Lo studio si focalizza nel periodo che va dal trasferimento dell’embrione fino all’8ª settimana di gravidanza.
Le pazienti sono state suddivise in due gruppi: quelle che devono utilizzare un dispositivo vaginale musicale (Babypod®) e quelle che non lo impiegano. Questo dispositivo è un piccolo altoparlante molto facile da usare. Si colloca come un tampax e si connette alla musica attraverso il cellulare. Emette al massimo 58 Decibel ovvero il livello di una normale conversazione ed è dotato di auricolari per ascoltare le melodie.
Dopo il transfer embrionario, le partecipanti devono continuare ad utilizzare il Babypod® ogni giorno, circa 20 minuti la mattina e 20 minuti la sera fino al test di gravidanza e compilare un formulario per valutare se l’utilizzo del dispositivo contribuisce a ridurre l’ansia dell’esito del test di gravidanza.
Lo studio è aperto a tutte le pazienti che hanno bisogno di un trattamento di riproduzione assistita.
Secondo la Dott.ssa. Federica Moffa, ginecologa e ricercatrice dell’Institut Marquès, “lo studio fa registrare un numero elevato di richieste di partecipazione da ogni parte del mondo, specialmente coppie con fallimenti nell’impianto di embrioni o aborti in cicli anteriori”.
Il Babypod® è già in commercio per tutte le donne in stato di gravidanza che vogliono utilizzarlo e condividere con il loro bambino il piacere della musica anche durante le ecografie ed osservare la sua reazione.
Lo studio ha dimostrato che i feti vivono in un ambiente insonorizzato e che i suoni esterni arrivano impercettibilmente. È stato scoperto che l’unica maniera efficace per far sì che i nascituri sentano come noi è che arrivi loro il suono attraverso la vagina della madre. Si è inoltre stabilito che il feto è capace di udire dalla 16ª settimana, prima ancora di quanto si pensasse fino ad ora.
Quando i feti ascoltano la musica si svegliano e rispondono con movimenti della bocca e della lingua come se volessero vocalizzare. Questo significa che l’apprendimento inizia già nell’utero.
Le immagini dei feti che rispondono allo stimolo musicale hanno fatto il giro del mondo e l’utilizzo medico dello studio sarà importante per escludere la sordità fetale, migliorare le ecografie e incrementare il benessere della donna incinta, che potrà comunicare efficacemente con il feto.