Italiani anarchici con i farmaci, solo 1 su 3 segue le indicazioni del medico

Quello della mancata aderenza alla terapia farmacologica, cioè il non seguire le indicazioni del medico modificando a proprio piacimento modi e tempi del prendere le medicine è un problema davvero rilevante. Un fenomeno in continua crescita: secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dei 2 miliardi di prescrizioni effettuate ogni anno, solo il 50% è seguita correttamente, solo 1/3 dei pazienti segue a pieno le indicazioni, 1/3 in parte, e 1/3 non le segue affatto.

Di questo e di molto altro si è parlato in occasione del Winter Village, il campo base della salute allestito a Milano dal 18 al 22 gennaio. “Il progetto è nato da quanto emerge da una nostra recente indagine”, spiega Francesca Merzagora, Presidente di Onda, “secondo cui la salute rimane scopo primario nella vita degli italiani, in particolare delle donne che hanno un’aspettativa di vita più lunga degli uomini (85 anni contro 80,3), consumano più farmaci, sono tendenzialmente sedentarie (44% non pratica attività fisica con regolarità) e nel 28,2% dei casi sono in sovrappeso. Malattie un tempo ritenute prevalentemente maschili (cardiovascolare, tumore al polmone e obesità) sono ora tra le principali cause di mortalità per le donne. È quindi importante fare informazione su quelle più frequenti nelle donne (e non solo), come ad esempio le malattie legate alla salute mentale, che costituiscono il 30% di tutte le patologie femminili”.

Diverse le cause della mancata aderenza alla terapia farmacologica: scarsa motivazione, informazione inadeguata, insorgenza di disturbi imputati, talvolta arbitrariamente, al farmaco. Schemi terapeutici troppo complessi e difficilmente gestibili nella quotidianità, la sostituzione di un farmaco generico con un altro equivalente. Proprio su questo aspetto Onda ha svolto un’indagine da cui è risultato che per tre donne su quattro la sostituzione di un generico con un altro equivalente rappresenta un problema, che nel 19% dei casi si traduce in una minor aderenza alla terapia (errori di assunzione, sospensione o interruzione).

La scarsa aderenza non è comunque legata soltanto alla negligenza del paziente, ma coinvolge l’intero sistema socio-sanitario. La strategia di miglioramento dell’aderenza terapeutica dovrebbe infatti partire da una migliore comunicazione, da un dialogo costruttivo medico-paziente, e dalla semplificazione della terapia. Il “Manifesto per l’aderenza alla terapia farmacologica sul territorio italiano”, presentato in Senato lo scorso anno, mira a coinvolgere tutti gli interlocutori, medici di medicina generale, specialisti, infermieri, farmacisti, caregiver e pazienti per avviare un processo di valorizzazione della “relazione terapeutica” fondata su due cardini, il dialogo e la continuità assistenziale. Questo è un obiettivo prioritario, considerati i vantaggi che derivano da un corretto uso dei farmaci in termini di aderenza, sul fronte della salute e dell’ottimizzazione delle risorse, individuali e collettive. Gli esperti sottolineano come l’aumentare dell’aderenza terapeutica possa avere un impatto sulla salute della popolazione di gran lunga maggiore di ogni miglioramento di specifici trattamenti terapeutici.

“Regione Lombardia sostiene la prevenzione e non poteva mancare a questa grande iniziativa dell’Osservatorio Nazionale sulla salute della donna, da anni impegnata nella diffusione di informazioni sulle patologie più diffuse”, dice Giulio Gallera, Assessore al Welfare Regione Lombardia. “Per Regione Lombardia la prevenzione è una priorità e a partire da quest’anno ne abbiamo intensificato le attività. Per quanto riguarda gli screening oncologici, verrà avviato il programma di screening per la diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero utilizzando l’HPV Dna Test. Saranno allargate le fasce di età per l’offerta degli screening per il carcinoma della mammella e del colon-retto. Saranno poi avviati interventi per la presa in carico dei soggetti con infezioni a trasmissione sessuale e avviate azioni a sostegno della prevenzione della infezione da HIV. Accanto a questo, un corretto stile di vita, lo sport e l’esercizio fisico sono certamente la chiave per mantenersi in salute e prevenire l’insorgere di numerose patologie”.

 

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