Fibrillazione atriale:il punto sulle terapie

La Fibrillazione Atriale (FA) è la più comune alterazione del ritmo cardiaco.  Si verifica quando le camere cardiache superiori (atri) si contraggono in modo irregolare, producendo un rallentamento del flusso di sangue al loro interno. A livello dell’atrio sinistro, in particolare, questo effetto comporta la potenziale formazione di coaguli sanguigni, che possono accrescersi, successivamente frammentarsi e, trasportati dalla circolazione arteriosa, arrivare al cervello, provocando una delle più gravi patologie cardiovascolari denominata ictus.
Con una prevalenza stimata di circa il 2%, che tenderà a raddoppiare entro il 2050, la patologia è causa di circa il 20-30% di tutti gli ictus.

Si stima che una persona su 4 di età superiore a 65 anni possa avere la fibrillazione atriale nel corso della vita ed il suo rischio di ictus sarà del 4-5% per ogni anno di vita vissuto. L’ictus associato alla fibrillazione atriale è generalmente più grave dell’ictus per altre cause, determinando il doppio del rischio di morte.
L’ictus non-fatale presenta una ricorrenza maggiore nei pazienti con FA rispetto ai pazienti affetti da altre cause di ictus e risulta essere più gravemente invalidante ed associato ad un costo delle cure maggiore del 50%.

La prevenzione delle complicanze tromboemboliche della FA si basa sull’uso degli anticoagulanti orali (Antagonisti della Vitamina K – come Warfarin o Non-Vitamina K dipendenti – NOAC), mentre l’utilizzo di antiaggreganti piastrinici ( ad esempio Aspirina), talora usati in alternativa, garantiscono una protezione limitata, e non dovrebbero essere utilizzati, in accordo con le Linee Guida recenti.

Written By
More from Stefania Lupi

Food shopping per il mese della prevenzione in rosa

Il mese di ottobre come ogni anno, è dedicato alla sensibilizzazione delle...
Leggi Tutto

Lascia un commento